Capitolo 34 ✔

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Solo una volta scesa e chiuso lo sportello, mi volto.
Non si gira a guardarmi e lo osservo concentrato a guardare qualcosa davanti a sé, mentre si tortura un labbro con pollice e indice e picchietta l'altra mano sul volante, forse impaziente di ripartire e di lasciarsi alle spalle me e i miei diciassettenne anni non liberi e indipendenti.

Attraverso il giardino in fretta e come chiudo la porta, sento le gomme dell'auto stridere sull'asfalto e ripartire.
Mi appoggio con la schiena alla porta e sospiro affranta - per cosa, poi? - rendendomi conto che magari uno strappo alla regola potrei farlo e potrei accettare di andare a fare un giro con lui, giusto perché magari si deciderà finalmente a parlarmi e io sentirò finalmente le motivazioni che tanto attendo e credo di voler sentire.

Owen's Pov

Che diavolo mi è passato per la testa? Andare a prenderla a scuola e chiederle di fare un giro con me? Per cosa poi? Non saprei comunque cosa dirle e lei è così fastidiosamente pensierosa, che questo suo rimuginare su ogni singola cosa, so mi irriterà solo di più.

Tutti i miei buoni propositi sono andati a farsi benedire da circa due ore ormai, in cui calcio ogni cosa mi capiti davanti agli occhi, infuriato con me stesso come sono.

E comunque li ho visti.
Li ho visti nei suoi occhi l'incertezza e il dubbio, nell'accettare o meno la mia proposta.
E così ha deciso di rifiutare, sempre perché rimugina troppo sulle cose e sta così tanto a pensarci da estraniarsi dalla realtà e non rendersi conto che le persone aspettano una risposta da lei, e non tutti sono pazienti.

E ho pure visto il fastidio farsi largo sulla sua espressione, nel vedermi sorridere due volte e nel vedermi non arrivare dritto al punto.
So che non vuole che la pillola le venga addolcita, il fatto è che me la sono addolcita per me stesso specialmente.
Perché probabilmente preferisco girarci intorno e non ammettere che sì, vorrei parlare con lei, ma che non ho la benché minima idea di cosa dirle; che sì, vorrei parlare con lei, solo per vedere le sue labbra muoversi prima lentamente e poi sempre più veloci, quando è sicura di ciò che vuole dire, solo per vedere il suo viso cambiare espressione di volta in volta, rispecchiando le battaglie interiori che ha con se stessa prima di rispondere ad una qualsiasi domanda le venga posta.

Mi sono ormai arreso e giaccio sul letto, con un braccio a coprirmi gli occhi e il cellulare appoggiato sull'addome, che d'un tratto prende a vibrare. Lo afferro violentemente, pronto ad inveire contro chiunque abbia osato disturbarmi.

Se l'invito è ancora valido, tra mezz'ora sono pronta. ;)

Caccio un urlo di vittoria e sembro proprio una di quelle ragazzine eccitate perché il ragazzo che non se le è mai filate, ha inviato loro una richiesta d'amicizia su Facebook - e la maggior parte delle volte, solo per portarsele a letto.

Ma a che cazzo pensi? Muoviti a risponderle coglione!

Tra mezz'ora sono da te, fatti trovare pronta :*

Niente di più originale che inviarle la faccina col bacio, così che scopra subito le tue intenzioni!

Ma sta zitto!

Mi preparo velocemente e sfreccio fino ad arrivare a casa di Everthy, suono il clacson e attendo che la sua figura faccia capolino dalla porta.

Nel frattempo, comincio a pensare ad un posto in cui portarla.
A casa mia non se ne parla nemmeno, devo averla in un territorio neutrale e nella mia stanza o in qualsiasi altra camera in cui potremmo essere soli, mi distrarrebbe troppo.
Magari potremmo andare in un piccolo pub due strade più avanti, è un'idea carina.

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