Capitolo 10 ✔

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"Mi ero distratto a vivere e il destino mi ha mandato te"

-Cit.
_______

Sono seduta tra Jack e Ed.

«Ora vi spiego in cosa consiste!»

La voce di Liam supera il volume della musica moderato che c'è nella stanza. Fisso i miei occhi in quelli di Owen, cercando di capire di che umore sia.

Ha le mani strette nei pugni tanto da far sbiancare le nocche, i lineamenti sono tesi e gli occhi si muovono su e giù sul mio corpo, ritornando sempre a soffermarsi nei miei qualche secondo in più.

Non comprendo appieno la sua reazione, in fondo non siamo nulla.
A stento conoscenti.

Tua madre sarebbe fiera di sapere come vai in giro a baciare conoscenti, immagino!

So in cosa consiste Succhia e Soffia, ma non ci ho mai giocato. Troppo impegnata a deprimermi e innamorarmi per fare cazzate così, troppo innocente e timida. La gente sorride quando ti dice che sei timida. Come se fosse bello non riuscire a rapportarsi con gli altri, avere anche solo il terrore di guardarli negli occhi, le mani sudate e gli attacchi di panico.

Sembra che tutti quelli attorno a te lo facciano quasi compiaciuti ad emanare una forte ventata di sicurezza e spavalderia ogni qual volta tenti - in un impeto sporadico di coraggio - di alzare lo sguardo dalle tue scarpe.

Ma ora è diverso, dopo Adam qualcosa dentro di me è scattato.

Ho avuto bisogno di toccare il fondo per riscuotermi. Le uniche mani che ho trovato protese verso di me sono state le mie stesse, ma non importa.  Fa un certo effetto poter dire di essersi salvate con le proprie forze, e  comunque in un modo o in un altro nessuno potrebbe capire davvero.

Sono contenta di essere quella che sono ora, nonostante sappia di starmi nascondendo.

Non sono davvero così menefreghista e Faith me lo ha detto più di una volta. Ci ho riflettuto abbastanza da capire che ho solo paura di affezionarmi di nuovo e poi crollare e l'ironia della situazione non mi sfugge.

Ho di fronte a me un ragazzo conosciuto da poco, dal quale mi sono già lasciata baciare e non ho avuto problemi a relazionarmici.

Devo ammettere che l'aurea nera che si porta con sé un po' mi mette soggezione, ma sono consapevole che sa anche essere dolce e premuroso.

Porto lo sguardo alla stanza e ai volti dei miei amici, non mi sono accorta della presenza anche di alcune ragazze.

Ognuna accanto ad un ragazzo, alternate. Sembra siano dei cloni di loro stesse e non si capisce quale possa essere l'originale.

Tutte bionde finte, tutte con un vestito luccicante che le copre a stento il culo e che ora da sedute, si è alzato ulteriormente. Hanno le gambe strategicamente accavallate, le labbra accuratamente ricoperte di rossetto e gli occhi pesantemente truccati, le ciglia finte glieli contornano; sembrano pantere affamate in cerca di una preda.

E quella preda potrebbe essere chiunque.

Le passo in rassegna una ad una e lo stesso sembrano fare loro; mi soffermo sui tentativi spudorati di una ragazza di attaccare bottone con Owen.

Si sta passando le unghie laccate da smalto rosso su una coscia scoperta, alzando ritmicamente il vestito mentre solleva di tanto in tanto lo sguardo carico di trucco verso Owen.

Ha trovato la sua preda, mi sa.

«Bene ragazze, siete arrivate. Queste sono Lili, Bibi e Dell.» dice Louis.

» False Brother «Where stories live. Discover now