Chapter Twenty-Three.

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Scarlett's Pov.

"Siediti qui, tesoro." Harry istruì, feci come disse, sedendomi accanto a lui in una poltrona nera.

I minuti passavano, ma nessuno entrò nella stanza, Harry e io eravamo gli unici nella stanza. La mia ansia stava aumentando per chi o cosa sarebbe entrato in quella stanza, finché le porte d'oro non oscillarono rapidamente, rivelando soltanto un uomo misterioso.

Un uomo misterioso con caratteristiche strutturali, capelli nerissimi, occhi azzurri penetranti e circa all'altezza di Harry. I pensieri di chi fosse quest'uomo, o ciò che si riflesse nella mia mente corsero ad un milione di miglia al secondo. Chi era?

Ero troppo impegnata con la mia confusione per rendermi conto che Harry si era già alzato dalla sedia per dirigersi verso l'uomo, in ginocchio davanti a lui. La mia confusione divenne più forte alla vista davanti a me.

"Padrone." Sussurrò Harry con calma, e in quel momento, giuro che sentii il mio cuore smettere di battere mentre la mia mente si oscurò. Ero in piedi nella stessa stanza con il Diavolo. L'uomo che volevo evitare il maggiormente possibile era proprio qui, a poca distanza da me.

I miei pensieri presto tornarono, saltarono nella mia testa mentre guardai Harry per una sorta di segnale o gesto.

"Signore, questo è il mio animale domestico, Scarlett." Harry annunciò con orgoglio, ignorando i miei tentativi di una risposta, dire che fossi infastidita era un eufemismo.

L'uomo studiò le mie caratteristiche, i suoi occhi azzurri penetranti furono diretti verso di me. Ero un libro aperto per lui, era chiaro da vedere. I suoi occhi viaggiarono dalla mia testa fino alle mie dita dei piedi, fece un cenno di approvazione verso Harry, colpendo la sua schiena.

"Vieni qui, ragazzina." L'uomo disse umile, anche la sua voce sembrava terrificante.

Lentamente, mi alzai dal mio posto, camminando verso di lui, fermandomi una volta che fui a pochi passi dal suo corpo. I suoi occhi erano ancora più splendidamente terrificanti da vicino.

Non avevo mai visto nella mia vita un paio di occhi blu cristallini come i suoi. Erano accattivanti, sembravano che facessero mantenere la mia attenzione concentrata su di lui.

"Scarlett è un bel nome." L'uomo commentò, nascondendo le mani dietro la schiena. La sua figura non era grande come Harry ma era altrettanto intimidatorio come Harry.

"G-Grazie." Riuscii a soffocare fuori qualche parola, educatamente. Le mie cominciarono ad inumidirsi e la temperatura ambiente sembrava scendere di dieci gradi.

"So che tu sai chi sono, ma preferirei che non mi chiamassi Satana o il Diavolo, etc. Preferirei essere chiamato L. Niente di complicato, huh?" I suoi occhi si incresparono mentre un ghigno malvagio apparì sul suo volto.

"N-No, L."

"Bene. Ora, prendiamo un posto a sedere." Prima che potessi saperlo, L era già seduto tranquillamente in una sedia di pelle.

Harry posò la mano sulla mia parte bassa della schiena, guidandomi verso una delle sedie in pelle. Entrambi prendemmo posto di fronte a L. Ma tutto ciò che potevo pensare era quale fosse il motivo per cui eravamo qui con L?

"Vi ho convocati qui per una ragione molto speciale." L improvvisamente parlò, le sue mani erano posate sul tavolo mentre parlava.

"E perché, signore?" Harry interrogò aggrottando le sopracciglia, le labbra erano in una linea retta.

"Perché, ho bisogno di entrambi per un piano. Un piano che potrebbe beneficiare tutti noi."

"Quale piano, signore?"

"Un piano semplice per abbattere Lethe."

"Per toglierlo dalla croce? Signore, perché vorrebbe-"

"Lethe, come sapete, è il protagonista in questo momento. Crede di essere il 'top dog' e francamente non mi piace. Lo voglio morto."

"Cosa vuole che facciamo esattamente? Signore, non intendo mancare di rispetto, ma è suo fratello." I miei occhi si spalancarono in stato di shock e le mie labbra si socchiusero. Perché L vorrebbe uccidere il proprio fratello?
Voglio dire, sì un fratello poteva non essere facile da gestire a volte, ma voler uccidere il proprio fratello era semplicemente folle. Ma dopo tutto, L era il sovrano degli inferi e folle sembrava essere normale per lui.

Una leggera e secca risata uscì dalle sue labbra prima di ricominciare a parlare, "Non posso ucciderlo io, ho il suo stesso sangue. Non possiamo ucciderci l'un l'altro a causa di questo, se avessi potuto Lethe sarebbe morto migliaia di anni fa. Harry, mio ​​buon figlio, chiedo a te perché sei il demone più forte e più intelligente che ho, disponi abilità come nessun altro e mi fido più di te."

Le sue ultime parole sembrarono avere un effetto enorme su Harry, il suo corpo si irrigidì mentre una forte espressione rese il suo volto indecifrabile.

Il silenzio riempì la stanza, fittamente. Non era un silenzio imbarazzante, ma un silenzio noioso quasi a orologeria. Come quando si attende una risposta seria da parte di qualcuno, o quando si aveva una profonda conversazione con una persona speciale, ma poi qualcosa di drammatico usciva fuori e il silenzio riempiva la stanza con una sensazione di ticchettio in modo da far venire la pelle d'oca a causa del tempo in silenzio che lentamente stava passando e che senza una parola spiccava fuori.

"Signore, sono onorato di servirvi, per gli ultimi migliaia di anni sono stato al suo fianco, e sarò onorato di aiutarvi in questo momento, tutto quello che desidera." Il suo tono era duro ma rispettoso verso L, mai una volta interruppe il contatto visivo mentre Harry parlava.

Gli occhi azzurri penetranti di L corsero poi verso di me. Deglutii, cercando di mantenere il contatto visivo con lui, non ero sicura di quello che sarebbe successo se l'avessi interrotto.

"E per quanto riguarda te..." Si bloccò, probabilmente pensando a un bel modo dire quello che aveva da dire a me, "Rispetterai le regole di Harold, ti adeguerai a questo piano senza provare a fare cazzate. Sto progettando la morte di Lethe da migliaia di anni e non ho bisogno che un essere umano rovini questo per me." Le sue parole erano taglienti e molto chiare. Annuui in accordo con L mentre tranquillamente sussurrai un 'Sì, signore.'

"Bene." La sua figura improvvisamente si ritrovò di fronte alle porte d'oro in un solo secondo, stava quasi raggiungendo la maniglia della porta quando si voltò verso di noi, ancora una volta. "Arrivederci Harold. Ti contatterò personalmente la prossima volta prima di incontrarci per discutere di questa situazione."

La sua mano girò la maniglia della porta lentamente ma per qualche ragione, non girò la manopola fino in fondo, la sua figura rapidamente si voltò di nuovo verso di noi ancora per una volta, "Arrivederci, umana."

Con questa ultima affermazione, se ne andò. Le porte d'oro che solo pochi secondi fa furono aperte si chiusero in pochi millisecondi. La rabbia cresceva dentro di me mentre pensavo al modo in cui mi aveva chiamata umana, come se fosse una specie di insulto, l'inferno era un insulto, ma probabilmente pensava che fossi troppo stupida e ingenua per metterci piede, oh ma l'avevo fatto.

Non aveva nemmeno il coraggio di chiamarmi con il mio nome di battesimo, stronzo.

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L = Lucifero. (Un'altro nome per cui chiamare il diavolo)

Questo è l'ultimo capitolo pubblicato dall'autrice, non so quando aggiornerà, non ne ho proprio idea. Aveva detto mesi fa che sospendeva la storia ma solo pochi giorni fa ha pubblicato uno stato che diceva che avrebbe aggiornato presto. Vi prometto che quando aggiornerà farò ugualmente anche io.

Aphrodisia. « H.S. [ita]Where stories live. Discover now