Chapter three.

13.9K 528 177
                                    


Harry's POV

"Sai di essere un demone fottutaente pazzo." Dissi, parlando a me stesso attraverso lo specchio del bagno.

"Hmm, si lo so. Ma non è quello che ogni demone è, maledettamente fuori di testa oltre i limiti della realtà?"
Domandai a me stesso.

"Si, suppongo sia vero." Mi risposi

Dovevo trovare un modo per smettere di parlare con me stesso.

--

"Bene cara. È il momento di parlare di qualche regola. " Sussurrai mentre scuotevo delicatamente le sue spalle, cercando di svegliarla.

Mi chiedevo sempre perchè gli umani dormissero.

Diversamente da loro, noi non dormivamo. Lo trovavano uno spreco di tempo. Dormire era solo per i deboli.

"Huh?" Aprì i suoi occhi nocciola, con la voce impastata dal risveglio.

"Dobbiamo parlare delle regole." Ricominciai annoiato poichè non mi avesse sentito la prima volta.

Mi lanciò uno sguardo da 'va al diavolo'. Oh tesoro, se solo sapessi.

"Bene, finchè non stai parlando ti esporrò le regole, okay?" Guardai dentro i suoi occhi supplichevoli di pietà, non disse ancora nulla. Ma le sue emozioni facciali parlavano abbastanza forte per lei.

"Okay...regola numero uno, sarai sempre onesta e rispettosa nei miei confronti. Anche qundo pensi che io sbagli sarai rispettosa nel tono, nelle azioni e nelle maniere. Hai tuttavia il permesso di essere impertinente nei tuoi pensieri, fino a quando non si trasformino in azioni che mi mancheranno di rispetto." Dissi duramente, assicurandomi che capisse che non stessi scherzando nemmeno su una parola.

"Regola numero due, fa sempre ciò che ti dico. Non importa quanto possa sembrare pazzo o fuori di testa, mi obbedirai sempre. Se non lo farai, ti verranno inflitte delle punuzioni. E credimi, tu non vuoi questo. Capito?" in risposta annuì.

"Bene. Regola numero tre, farai riferimento a me come 'signore'. Mi aspetto che tu usi sempre le tue buone maniere." Lei, di nuovo, annuì in risposta.

"Maledizione! Parla!" Sbraitai frustrato dalla sua fottuta idea che annuire fosse una risposta accettabile.

"S-Si signore." Balbettò nervosa.

"Così va meglio." Sorrisi. "Regola numero tre, sarai sempre sottomessa a me, che io sia presente o no, sarai pronta a servirmi in ogni momento, in ogni luogo, in ogni circostanza.
L'opportunità di essermi sottomessa e di servirmi è di gran lunga più importante di qualunque altra cosa che tu possa rincorrere."

"E se io dicessi no a una di queste regole, signore?" Chiese liberamente.

"Tesoro, non hai scelta. Tuttavia, è una tua decisione se ricevere o no una punizione. E non sto parlando di sculacciate o di altre cose di quella natura. Le mie punizioni sono molto peggio di quello che una mente umana possa mai immaginare. Non tollero chi infrange le regole piccola." Risposi accarezzando lentamente la sua coscia morbida facendola irrigidire.

"Regola numero quattro, quando ti ordinerò di succhiare il mio cazzo lo farai molto vigorosamente fino a quando ti chiederò di farlo, senza lamentarti. Il sesso con me non è un lavoro, ma un privilegio. Il tuo corpo è mio e posso farci quello che mi pare. I tuoi orgasmi sono sotto il mio controllo. Dovrai essere pronta sempre e in ogni luogo se volessi usare il tuo corpo." Lentamente guardai in basso verso di lei. Nel suo viso si leggevano orrore e paura, proprio quello che mi piaceva. Sapere di avere il contollo su di lei era tutto ciò di cui avevo bisogno.

"C'è nulla che vuoi dire?" Domandai.

"N-No signore." Balbettò, il suo cuore batteva ogni momento più forte.

"Hm, bene. Ora che abbiamo chiarito le regole vai a farti una doccia e a darti una sistemata."Comandai.

"Non cercare di correre quando taglierò via le corde dai tuoi polsi, o giuro..." Lasciai un pesante sospiro.

"Si signore." Rispose, in qualche modo non balbettò questa volta. Feci uscire i miei artigli affilati.

come rasoi dalle mie mani e con un gesto le corde vennero taglisate e lei fu libera.

"Ti mostro dov'è il bagno, vieni con me." Le dissi, afferrando con una presa stretta la sua mano. Lei camminò lentamente dietro di me mentre la guidavo verso il bagno. "Ecco, è qui. Ora assicurati di pulire ogni parte del tuo corpo, ogni angolo e fessura."

"Si signore." Sussurrò, camminando dento il bagno, rigirandosi allora verso di me. "Non c-chiuderà la p-porta, signore?" Potevo sentire le sue pulsazioni crescenti mentre stava ferma lì a guardarmi con occhi spaventati.

"Si. Sarò proprio fuori dalla porta. Non fare nulla di stupido, o io giuro-"

"Si signore." Mi interruppe, come per rendermi scontento del essere così rude nei suoi confronti. Ma questa volta avrei lasciato perdere, dal momento che era nuova alle mie regole.

Le lanciai un'altro sguardo prima di chiudere la porta del bagno. Rimasi in piedi fuori dalla porta finchè non ebbe finito, poco dopo uscì e la portai nella sua stanza. Avevo bisogno di passare il mio dolce tempo con lei, senza correre. Metre la fottevo selvaggiamente, potevo lasciarmi prendere la mano e noi non volevamo questo, giusto?

Aphrodisia. « H.S. [ita]Where stories live. Discover now