Chapter Eighteen.

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Scarlett's Pov.

Mi svegliai improvvisamente, delle perline gocciolanti scendevano sulla mia fronte lucida, i miei lunghi capelli castani erano aggrovigliati, sentivo il corpo indebolito e la testa batteva ad un milione di miglia all'ora. Come se avessi una sbornia ma no, questo era molto peggio di una qualsiasi sbornia normale. Non erano ovviamente le stesse emozioni di come se avessi bevuto troppo, ma era presente una nausea incontrollabile causato da fatica e preoccupazione.

Mi guardai attorno e mi trovavo in quella che sembrava una camera da letto. La camera aveva un letto kingsize, due comodini uno per ogni lato del letto e una porta bianca dall'altra parte della stanza e le pareti dipinte color bianco panna con tende rosso scuro che pendevano alle pareti, nessuna finestra dietro di loro solo una parete bianca ma l'atmosfera era agghiacciante e strana, da farmi raggelare il sangue e girare la testa.

"Dove diavolo sono?" sussurrai silenziosamente a me stessa mentre mi alzavo dal letto, asciugandomi il sudore appiccicoso dalla fronte, cercando di respirare facilmente.

"Sei all'inferno, angelo." Una voce familiare sussurrò nel mio orecchio alle
mie spalle, provocandomi un salto dal letto spaventata ma una volta tranquillizzato il mio respiro riaprii gli occhi di nuovo, appoggiato comodamente sul letto sedeva Harry con le gambe incrociate e un sorriso sbilenco sul viso.

"C-Come.."

"Per farla breve, dopo averti ucciso, sono passato attraverso il portale che separa il mondo umano e il mondo dei demoni e beh, ora sono qui con te." Mi interruppe ma borbottò silenziosamente l'ultima parte, scrollando un po' le spalle.

Non potevo realmente metabolizzare di essere all'Inferno con un demone sexy che pretendeva me come un animale personale per i suoi bisogni sessuali e altro. Questo intero calvario tra di noi era atroce e completamente impensabile. Io semplicemente scossi la testa e cercai di non pensarci, ma non ci riuscii.

"Beh, dal momento che stai cercando di mettere a posto le tue cose, aspetterò fino a domani per farti vedere il posto, fino ad all'ora ti dirò le regole." Istruì semplicemente, schiarendosi la gola appena dopo.

"Cosa intendi?" chiesi, perché ovviamente io sapevo già le regole, non aveva bisogno di ripeterle, "Mi hai già detto le regole."

"No, quelle erano le vecchie regole, fatte per il mondo degli umani. Ora che siamo finalmente tornati alla mia patria, ci sono cose diverse che accadranno e devo essere sicuro che tu riconosca i tuoi limiti." Rispose lui, ancora comodamente seduto sul letto kingsize, fissandomi mentre io ero congelata di fronte al letto.

"Oh." mormorai, avvicinandomi al letto e presto mi sedetti all'estremità di esso, poco lontana da Harry.

Non potevo solo sbarazzarmi di questo sentimento. Mi sentivo preoccupata, sofferente, sconvolta, tutto nello stesso momento, non sapevo il motivo perché mi sentissi così. Forse era perché ero all'inferno e non avrei rivisto la mia famiglia, non sapevo esattamente perché ma odiavo questa sensazione.

"Perché stai cercando di fermare i tuoi sentimenti, angelo?" chiese Harry improvvisamente, alzandosi dalla testata mentre aggrottava le sopracciglia in confusione.

"Non voglio più provare niente, odio sentirmi come se fossi preoccupata o malata, quindi sto cercando di chiudere i miei sentimenti." dissi onestamente, guardando il pavimento mentre giocavo con i pollici.

Lui sospirò prima di rispondermi, "quella sensazione andrà via presto, lo prometto. Non fartici prendere, diventerà peggio se ti concentrerai solo su quello. Dopo che discuteremo delle nuove regole, ti farai una doccia, ti vestirai e proverai a dormire. Domani è un grande giorno per te." Sorrise lievemente, il che era strano, i suoi occhi neri sprigionarono bagliore quando una luce li colpì dalla giusta angolatura.

Aphrodisia. « H.S. [ita]Where stories live. Discover now