20. Il Peso dei Demoni

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Katherine entrò in cucina, trovando l'amica a braccia incrociate e poggiata al marmo del piano di cottura.

«Non sono tanto tranquilla ad averlo a casa mia.» ammise Charlotte guardandola versare un bicchere d'acqua.

«Michael è innoquo, poi cosa vorresti fare? Ormai è qui.» sbuffò Katherine. Charlotte schioccò la lingua.

«Adesso potrà anche essere innocuo, ma quando si sveglierà?»

«Non hai paura di lui a scuola.» Katherine aggrottò le sopracciglia.

«Non mi aspettavo fosse in questo stato, inoltre a scuola siamo circondate da altre persone.» quando non ricevette una reazione dall'amica parlò ancora.

«Taylor mi ha detto il motivo per cui è stato sospeso.» disse Charlotte in tono cospiratorio.

«Era stato provocato.» lo giustificò pronta Katherine, Charlotte strinse gli occhi, osservando l'amica con sospetto.

«Ovvio che tu ne sappia molto più, ma non riesco a fidarmi di lui senza conoscere la verità.»

«Ti sto chiedendo di fidarti di me, non di lui.» la pregò allora. Charlotte la fissò senza rispondere.

«Senti, ti dirò tutto appena sarà possibile, ma non è una cosa che riguarda me. Cerca di capirmi...» Charlotte sospirò, mandando gli occhi in gloria.

«Se fa casino pulisci tu.» fece allora, tornando in camera sua.

Katherine doveva proprio trovare una soluzione a quel guaio. Capiva perchè Charlotte si stesse comportando in quel modo, era semplicemente preoccupata per lei, ma Katherine sapeva che non c'era niente di cui preoccuparsi. Avrebbe di sicuro preferito poterle spiegare tutto, ma non sapeva come Michael l'avrebbe potuta prendere. Ne avrebbero parlato una volta tornato sobrio, decise infine.

La ragazza tornò da Michael, trovandolo nell'esatta posizione in cui l'aveva lasciato, ma ancora sveglio. La sua sagoma era un po' inquietante a causa del debole raggio lunare, che entrava dalle finestre alla destra del divano, come unica fonte di luce. Gli scosse leggermente la spalla, e lui alzò la testa a fatica.

«Bevi.» Gli porse il bicchiere, che il ragazzo trangugiò con una smorfia.

«Dove siamo?» chiese con voce roca, guardando l'ambiente poco familiare.

«A casa di Charlotte, i suoi non ci sono.» Michael inspirò a fondo, tornando a poggiare la testa allo schienale.

«Domattina dovrò ringraziarla.» sussurrò.

«Dovremo farlo entrambi.» pensierosa, Katherine tolse il bicchiere dalle mani del ragazzo, poggiandolo sul tavolino di fronte al divano, per poi sedersi accanto a lui.

Michael aprì un solo occhio per osservarla, decidendo dopo qualche secondo di non stare più comodo, e di usare le cosce della ragazza come cuscino. Un sorriso stupido si formò sulle labbra rosse del ragazzo.

«Meglio.» disse poi soddisfatto.

Katherine rimase pietrificata per qualche secondo, senza sapere come sistemarsi, o dove mettere le mani. Michael invece sembrava essere nel suo elemento. Prese le mani della ragazza tra le sue, accompagnandone una ai suoi capelli e lasciando l'altra tra le proprie, più ruvide rispetto a quelle di lei. Katherine restò a guardare il ragazzo rilassarsi, per poi fare la domanda che più le premeva.

«Perchè sei sparito?» chiese passando le dita tra le ciocche blu, sorprendentemente morbide. Il ragazzo ci mise un po' a rispondere, tanto che Katherine temette fosse svenuto.

«Non sapevo come l'avessi presa.» disse infine, iniziando a giocherellare con le dita della ragazza.

«Avresti potuto chiedermelo.»

Rumors || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora