19. Missione di Salvataggio

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«Smettila di guardare il cellulare.» Katherine staccò controvoglia lo sguardo dallo schermo, per farlo scivolare dall'altra parte del letto, dove Charlotte era seduta a gambe incrociate, a mangiare patatine. La ragazza fissò l'amica per pochi secondi, per poi tornare al suo cellulare senza dire niente.

Dopo averla riaccompagnata a casa, Michael era sparito. La mattina dopo non era passato a prenderla per andare a scuola, e non aveva frequentato nessuna delle lezioni degli ultimi giorni, nè risposto ai suoi numerosi messaggi. Katherine all'inizio aveva pensato che gli fossero serviti i propri spazi, forse perchè era stato costretto dalle circostanze a raccontarle di sua madre, ma ormai era praticamente convinta che il ragazzo non avesse preso bene la sua reazione. Capiva che chiedergli di essere riaccompagnata a casa proprio nel momento in cui lui aveva deciso di aprirsi era stata una mossa di poco tatto, ma anche per lei quella era stata una brutta botta. Probabilmente ormai la odiava, e non c'era da sorprendersi che non le avesse ancora scritto, perchè non l'avrebbe fatto e basta.

Katherine sentì il cellulare venirle strappato dalle mani, alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere Charlotte ficcarselo sotto il culo.

«Fissare lo schermo non cambierà le cose.» disse ancora l'amica.

«Facile da dire per te, tu e Taylor fate i piccioncini da quella dannata festa.» rispose Katherine aprendo un pacco di popcorn e alzando gli occhi al cielo.

«Seh, magari...» La quantità di patatine che aveva in bocca non sembrava per niente d'intralcio per Charlotte.

Era sabato sera, e avevano deciso (cioè Charlotte aveva deciso) di avere un piccolo pigiama party. I suoi genitori erano fuori città per il loro anniversario, e suo fratello andava all'università da due anni ormai, quindi avevano casa libera, e la possibilità di guardare film strappalacrime mangiando cibo spazzatura senza che nessuno le giudicasse. In quel momento si stavano limitando a mangiare e rimuginare. Katherine sapeva bene che l'amica stesse facendo tutto solo perchè, nonostante lei non avesse detto niente, aveva capito che qualcosa la preoccupava. Le dispiaceva molto non poterle dire quello che aveva scoperto, ma sentiva di aver già tradito Michael una volta, e non voleva farlo ancora. Charlotte sbuffò, aprendo il suo computer.

«Quindi che film vuoi vedere?» chiese avviandolo.

«Titanic.» fece subito Katherine, gli occhi azzurri dell'amica la trafissero.

«Non ho nessuna intenzione di raccoglierti col cucchiaino a fine serata.» disse seria.

«Ti prego.» fece il broncio Katherine, per poi continuare una volta capito che non stava avendo l'effetto voluto.

«L'unico che possa consolarmi in questo momento è Leo.» disse sporgendo ancora di più il labbro inferiore.

«Cioccolato e popcorn sono qui apposta.» rispose Charlotte lanciandole un kit-kat in faccia.

«No.» Katherine protestò, ma aprì comunque lo snack.

«Solo Leo, o Michael se per un miracolo si ricordasse della mia esistenza.»

Come risvegliato da una forza mistica, il cellulare di Katherine, che nel frattempo Charlotte aveva poggiato accanto al computer, iniziò a suonare, il nome del ragazzo lampeggiava con un grido muto sullo schermo ora illuminato. Le due ragazze si scambiarono uno sguardo, pietrificate. Charlotte si riprese per prima e passò l'oggetto all'amica, che lo fissò per un istante, non stava succedendo sul serio.

«Pronto?» disse con voce rauca.

«Kaaaaaatyyyyy» biascicò la voce dall'altro lato. La ragazza chiuse gli occhi, non si era accorta quanto le fosse mancata, anche se avrebbe preferito sentirla dal vivo, piuttosto che attraverso quell'aggeggio, ma soprattutto sobria.

Rumors || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora