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...Penultimo capitolo? Ah. Non me lo aspettavo sinceramente, maaaa HEYYYY GENTE! Scusate ancora con il ritardo (come al solito, stupida Charly) e godetevi il penultimo capitolo di questa storia!
A presto, spero
Charly




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Lavorava stancamente nella piscina, occupandosi delle corsie e del bordo vasca. Passava il tubo dell'acqua per tutto il perimetro e poi aspettava che si asciugasse per poi passare la cera. Aveva pressappoco pochi minuti prima di finire e poter tornare a casa; ovvero il tempo di portare gli attrezzi giù al magazzino e dare le chiavi al direttore - Edward, che stranamente ancora non si era mai mosso dal suo ufficio. Solitamente usciva a controllare o a fare due chiacchiere con le persone addette al bar o con i dipendenti della lavanderia, ma oggi tutti lo avevano visto entrare e mai uscire. Il che era davvero tanto strano, ma nessuno aveva osato lamentarsi - le chicchere di Edward erano per il settantotto per cento stressanti e l'altro ventidue inutili, e la gente, se ci riusciva, cercava di dileguarsi non appena la figura dell'uomo faceva la sua comparsa. Viceversa, Harry aveva notato l'espressioni confuse e certe volte distratte dei dipendenti e l'unica risposta valida era che ormai si erano abituati a quelle chiacchiere.

«Harry, andresti a portare i pull buoy*? Mancano solo questi nel magazzino, io mi occupo degli asciugamani da portare in lavanderia.» Il riccio annuì alla donna che, come tante altre, lavoravano in quella struttura come lui. Era sempre gentile con lui e mai era stata scortese con le persone che si lamentavano dell'acqua in piscina troppo fredda o delle docce col gettone. Le riservò uno sguardo e un sorriso dolce quando la vide aiutarlo a prendere una decina di pull buoy in mano.

«A domani, Lean.» la salutò. Lei si premunì di mandargli un bacio con la mano.

Uscì dallo spazio vasca e si diresse lungo il corridoio, arrivando al magazzino e aiutandosi con il fianco per aprire la porta. Mise gli attrezzi da piscina in fila uno per uno dentro un contenitore per poi uscire e chiudere con le chiavi.

Anche oggi è finita, pensò sbuffando e mettendosi un ricciolo ribelle che gli era finito sugli occhi e che era troppo corto per arrivare al codino che si era fatto - per Edward era obbligatorio. Sbuffò ancora quando si stiracchiò la schiena e sentì le ossa scricchiolare; era lì da poche settimane e già non ne poteva più. Ed era settimane che ormai faceva le stesse identiche cose a lavoro: se ne stava seduto nella sua postazione e beveva caffè macchiato. Solo qualche volta delle bambine si avvicinavano a lui per chiedergli dove fosse il bagno o se avesse trovato degli occhialini rosa.

Settimane in cui Louis usciva sempre più spesso senza mai dirgli dove era diretto. Settimane in cui si sentiva triste, solo e tremendamente confuso. Spesso aveva cercato la forza di andare a seguire Louis e vedere cosa stesse facendo, ma mai aveva avuto il coraggio di farlo. Dopotutto, si fidava di lui, e non poteva tradirlo seguendolo chissà dove.

Liam era dovuto partire a Wolverhampton per questioni familiari di cui non voleva parlare.

Nemmeno Logan, il poliziotto che si era reso tremendamente utile e gentile nei suoi confronti, non lo cercava più, né usciva più con lui, dicendogli di essere impegnato in alcune questioni.

Ed Harry cercava una valida ragione per tutte quelle persone che non gli stavano più vicine. Louis, sopratutto, era quello che faceva più male.

Solo Zayn gli mandava dei messaggi che lo rincuoravano e non lo facevano sentire solo, nonostante sapesse che Louis non si fidasse di lui e che, quando Wornie lo licenziò, Zayn ci aveva provato col liscio. Sinceramente, nemmeno più gli importava, aveva bisogno di compagnia e lui era l'unico disposto a dargliela.

With Heart //SEQUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora