XIX.

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HEYLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! È IL MIO COMPLEANNO QUINDI MI RIFACCIO VIVA!
Bho, non ha senso... Ma scusate comunque il ritardo!
A presto!
Charly


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«Posso sedermi?» Louis alzò lo sguardo dalla tazza ormai fredda del tè che precedentemente aveva ordinato al bar. Annuisce e guarda la donna sedersi, posando lo straccio rovinato con cui stava pulendo un tavolo poco lontano. Sembra che non sia realmente in servizio, siccome non indossava il solito grembiule ma dei semplici pantaloni scuri e un maglione a righe. I capelli marroni sono pettinati in piccoli bigodini e gli occhi altrettanto scuri sembrano indagare sullo stato d'animo del ragazzo che ha di fronte. Louis non sa cosa vuole da lui e perché mai aveva deciso di sedersi al suo tavolo se aveva del lavoro da fare e dei clienti aspettano la loro ordinazione, ma non gli interessa e continuò solo a fissare la tazza fredda del bar in cui sono seduti.

È praticamente scappato di casa, anche se in casa non c'era nessuno che avrebbe notato quell'assenza e nessuno sarebbe tornato presto. Aveva bisogno di ordinare le idee, di parlare con qualcuno per farsi aiutare e farsi consigliare cosa poter fare e come agire. Viceversa, lui non ha nessuno con cui sfogarsi, con cui parlare, o semplicemente passare le giornate. Ha Harry, lo sa, ma quando lui è a lavoro? Chi si prende cura di lui?

«Perché sei qui?» sussurrò Wornie, quasi timorosa di interromperlo mentre sembra rinchiuso nel suo guscio di pensieri.

«Penso.» risponde, immobile.

«Beh,» continuò la donna. «sembra qualcosa di importante.» annuì, anche se Louis non aveva risposto. Si prese del tempo per osservarlo: gli zigomi alti erano più pronunciati rispetto all'ultima volta in cui si erano visti, e le guance sembravano più incavate verso l'interno, quasi fosse dimagrito, ma non troppo; i capelli erano pettinati in alcuni ciuffi che si posavano sulla fronte e altri che, ribelli, restavo dritti sul capo; gli occhi non poteva vederli, ma poteva immaginare fossero spenti, quasi fosse un'automa e si stesse chiudendo dentro di sè per poter riflettere, spegnendo il resto del corpo. Lo lasciò nel suo mondo ancora un po' per poi esclamare un: «Potrei aiutarti.» che fece rizzare la testa a Louis verso l'alto, «Sono brava ad ascoltare e andare consigli.»

«Non credo riusciresti a darmi una mano.» declinò Louis con un sorriso. Non è che non volesse parlare con lei, ma sarebbe stato difficile raccontargli tutto dall'inizio senza accennargli il fatto che lui era precedentemente morto e poi rinato grazie a della magia di una strega, eccetera eccetera.

«Potresti provare.» gli sorrise in incoraggiamento.

Louis sospirò, valutando la via più breve verso la porta in caso dovesse scappare se volessero chiuderlo in un centro psichiatrico. 

«Bene,» iniziò, «non so da dove iniziare.» corrugò le sopracciglia e fece una smorfia.

«Intanto potresti dirmi dove e come sta il mio povero Harry, si?» gli fece uno sguardo d'affetto che lo fece sorridere e rispondere con una punta di dolcezza in più nella voce.

«Sta bene, ha trovato un altro lavoro.»

Wornie, vedendo che l'ultima parola di quella frase gli aveva fatto incrinare la voce, gli disse: «È questo che ti preoccupa?»

«In parte,» sospirò, «C'entra anche questo, con tutto il resto. Il fatto è che tutto si sta trasformando in un casino e non so più come comportarmi. Sembra sia iniziato proprio il giorno in cui decidesti di licenziare Harry, perché è da lì che Edward, il suo patrigno, ebbe l'idea di assumerlo nella sua piscina. Piscina nella quale io ed Harry ci infiltrammo una volta. Ma, tutto questo è strano perché nessuno aveva detto ad Edward del licenziamento di Harry, avevamo deciso di tenercelo per noi e per non far allarmare Anne, sua madre. Eppure lo è venuto a sapere.»

Wornie scosse le mani davanti al capo, «Aspetta, aspetta, aspetta. Non sto capendo niente. Vi siete infiltrati in una piscina? Che in realtà era del patrigno di Harry, e che lo ha assunto dopo il licenziamento qui senza che nessuno gli dicesse niente?» corrugò le sopracciglia. «Ma il ragazzetto moro? Non era anche lui qui, quando licenziai Harry? Hanno pure spaventato i miei clienti creano una lite.»

Louis alzò immediatamente la testa. «Zayn!» si batte una mano sul volto e lo scosse, «Ma certo. Lui deve averlo detto a Edward, ma per quale scopo? Forse gli è uscito di bocca.»

«Può darsi, tesoro.» scosse la testa, la donna. «Parlami della piscina in cui Harry lavora.»

«Beh, era ed è tutt'ora proprietà di Edward, ci eravamo infiltrati un paio di anni fa, per fare tipo un picnic a bordo vasca. Era una situazione un po' particolare...» forse perché ero mezzo morto? «e sono venuto a sapere che Zayn sa di quella situazione particolare, ma anche lì non so come sia venuto a saperlo.» sospirò rammaricato e si portò le mani a coprirsi gli occhi. «Qualche giorno fa la piscina è stata saccheggiata, hanno rubato una videocassetta. Non ha molto senso, visto che una cassetta non costa granché.»

«Quindi c'erano delle telecamere?» Louis annuì alla domanda posta dalla donna. «E hanno registrato la tua... Situazione particolare?»

«Io ed Harry speriamo di no, sarebbe un pasticcio.»

«Non hai pensato che forse Zein ha visto la videocassetta?» gli sarebbe venuto da ridere per il nome che aveva storpiato, ma la situazione si stava surriscaldando e non era il momento per sconcertarsi.

«Ne dubito, Harry mi ha detto che Edward tiene particolarmente tanto a quelle videocassette.»

Restarono per un attimo in silenzio a pensare. La situazione sembrava quasi esilarante, se non fosse che si stavano avvicinando alla verità.

«E se,» Wornie si avvicinò col capo a Louis, che si avvicinò a sua volta quasi si stessero rivelando un segreto. «Zayn avesse detto ad Edward del licenziamento di Harry in cambio della videocassetta? O se, come in un cliché, Zayn fosse in qualche modo legato strettamente a Harry e avesse detto ad Edward per toglierti di mezzo?»

"Niente, e sopratutto nessuno, mi impedirà di averlo. Soprattutto tu... È mio."

Le parole di Zayn gli arrivarono al cuore dritte come lame e sentì il dolore al petto espandersi fino ad arrivare alla testa.

Annuì alla donna. «Ma Edward cosa c'entra in tutto questo?» la sua mente ritornò a tutte le volte in cui l'uomo gli aveva rivolto uno sguardo disgustato quando era con Harry, quando si baciava con Harry, quando andavano a dormire nello stesso letto. «E se fosse stato lui a dire tutto a Zayn vedendo la videocassetta? Di quella... situazione particolare? Ma perché?» continuò, da solo.

Wornie annuì soddisfatta. «Ci stai arrivando da solo, tesoro. Ora dovrei andare, il lavoro mi chiama. Spero che tu risolva questa situazione»

Annuì e la ringraziò. Ora sapeva cosa doveva fare.

With Heart //SEQUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora