You Saved Me 2 || 1D & 5SOS

Capitolo 5

Allison's pov

La macchinetta del caffè continua a produrre ripetutamente quel suono fastidioso mentre io rimango appoggiata al muro vicino aspettando che sia pronta la mia bevanda calda. Sono riuscita a resistere a malapena per venti minuti prima di sentire il bisogno di allontanarmi dal palco, da loro. Non riuscivo a concentrarmi e mi sembrava d'impazzire sentendo le loro voci così vicine.
Il rumore della macchinetta si ferma ed io prendo subito il bicchiere riempito con del caffè mentre sospiro leggermente. Avvicino la bevanda al mio naso e aspiro l'aroma del caffè sentendo tutti i miei nervi stendersi mentre le mie papille gustative attendono impazienti. Appoggio le labbra al bicchiere e, prima ancora che riesca a sentire il calore della bevanda sulla lingua, una voce blocca i miei movimenti e sento il sangue gelarsi nelle vene.

«Allison.» Una voce bassa ed esitante si fa sentire per il corridoio e appena mi giro, gli occhi verdi smeraldo contornati da una massa di capelli ricci e scuri mi fissano con attenzione. Tiro le labbra in una linea mentre ripenso all'ultima volta che l'ho visto da così vicino. Quante cose sono cambiate dall'ultima volta.

«Harry» sussurro sospirando nel frattempo. Lo osservo fare qualche passo lento per avvicinarsi a me per poi fermarsi e passarsi le dita fra i capelli per poi arricciare le labbra a disagio.

«Come, uhm, come stai?» chiede nascondendo le mani nelle tasche. Rimango in silenzio ad osservarlo, confusa per il suo comportamento. Non avrei mai pensato che saremmo ritornati a rivolgerci la parola.

«Cosa ci fate qui?» chiedo con tono freddo senza rispondere alla domanda. Non credo di essermi mai messa in una situazione più scomoda di questa, riparlare con lui mi sembra qualcosa di incredibilmente sbagliato. Lui insieme ai suoi amici è la causa di quello che ho passato negli ultimi mesi.

«Rimaniamo per la settimana, dobbiamo esibirci q-qui prima di andarcene. Dobbiamo, uhm, promuovere il...il nuovo album» balbetta. Sembra parecchio nervoso e mi chiedo perchè, avrà paura di come potrei reagire?
Lo capirei, non so nemmeno io quello che potrei fare, però mi sento in colpa per il conflitto che sta avendo con se stesso per me.
Bevo un sorso del mio caffè mentre penso a cosa potrei dirgli per farlo calmare. Lo osservo lentamente e vedo che continua a guardarsi intorno mentre gioca con le sue mani.

«Aspiri a diventare raperonzolo?» scherzo leggermente riferendomi ai suoi capelli che sono diventati notevolmente più lunghi, ma la mia voce non esce esattamente come avevo pensato, doveva essere più allegra, invece, rimane senza emozioni. Harry si volta verso di me e mi osserva per qualche secondo per capire se sto scherzando o se sto cercando di offenderlo. Abbozzo un sorriso sperando di migliorare la situazione e capisco di esserci riuscita vendendo il ragazzo davanti a me sorridere leggermente mentre le sue spalle si abbassano, sembra più rilassato di pochi secondi fa. Ha funzionato.

«Avete altri impegni qui a Londra per l'album?» chiedo mentre mi giro verso la macchinetta, inserisco le monete e schiaccio il bottone per fare un altro caffè. Harry mi guarda confuso mentre bevo un sorso dal mio bicchiere.

«Sì, torniamo un paio di settimane prima di Natale.» Annuisco e non diciamo più niente, l'unico rumore in sottofondo è la macchinetta che ha appena finito l'altro caffè. Butto il mio bicchiere ormai vuoto e prendo in mano quello fumante appena fatto, mi giro verso Harry e glielo porgo.

«Sembri stravolto, ti serve un caffè» dico guardando i visibili cerchi scuri intorno ai suoi occhi. Saranno molto impegnati ultimamente, non credo che dormiranno molte ore.
Lui sposta lo sguardo tra me e il bicchiere un paio di volte sembrando molto sorpreso e infine prende la bevanda con esitazione mentre un sorriso malinconico compare sul suo volto. Accenno un sorriso veloce prima di sorpassarlo, ho bisogno di andarmene. Questo incontro mi fa venire mal di testa, forse potrà essere stato bello rivederlo, ma non sono sicura se voglio sistemare le cose tra me e i ragazzi. Una parte di me non vuole fare un passo indietro, ho appena imparato a lasciarmi tutto alle spalle.