Capitolo 1

57 8 11
                                    

Casa dolce casa.
Ovvio, mi mancava l'Italia con i suoi paesaggi, la sua brezza e i suoi ragazzi afrodisiaci, ma il mio paese si era fatto sentire durante tutta la vacanza; ci sono cresciuta qui ed è ormai parte di me, così come le sue persone.

Il mio compleanno ricorre proprio a Settembre, ma odio questo mese.
Insomma, è il mese più brutto che possa esistere, dato che mette fine all'estate e dà inizio ad un'altra sessione di tortura. Per fortuna è il mio ultimo anno del liceo e poi, dopo gli esami, una bella vacanza, come promesso dai miei.
Come in ogni cosa però, persisteva un piccolo inconveniente: non saremmo stati soli.
La tanto attesa vacanza non sarebbe stata per solo tre persone, ma per ben sei, cioè io e i miei genitori insieme a Karen, Daryl e Michael. Karen e Daryl sono persone squisite, leggermente appiccicose e paranoiche forse, ma davvero brave persone; le conosco da quando ero ancora nel passeggino e sono stati tecnicamente i miei zii acquisiti. L'unico problema è sempre e solo stato loro figlio, Michael.
Tutto sommato, è un bravo ragazzo e anche carino, ma ha sempre avuto un comportamento esuberante e per di più mi tratta sempre come la piccola bambina di casa capricciosa, quando la differenza d'età è di a stento qualche mese.

Come promesso, i genitori del caro ragazzo suonano alla porta, per darci il bentornato.
Apro svogliata e con un sorriso falso da meritare l'Oscar, dopotutto sono appena tornata da un giorno intero di viaggio.
"Ma che sorpresa!" dico.
"Oh, tesoro, quanto sei fatta grande. Vieni qui, fatti abbracciare!" esclama Karen, stritolandomi.
Ricambio l'abbraccio e poi decido di essere effettivamente troppo sudata per stare così vicina a una persona.
"Michael?" chiedo, sperando che la risposta sia un secco e deciso 'no'.
"Ma sì, certo. Come poteva mancare"
Ovviamente, la fortuna non è dalla mia parte.

"Dov'è la piccola, grande rompipalle Juju?"
Eccolo, come al solito cretino, fastidioso e... colorato.
Questa volta li aveva tinti di rosso, gli stanno bene in fondo.
"Non chiamarmi così!" dico irritata, senza nemmeno salutarlo.
Ecco il suo effetto su di me.
"O cosa?" dice beffardo.
"O... o ti seppellisco vivo in giardino!" esclamo esasperata, sperando che almeno adesso la smetta di prendermi in giro.
"Uhh, ma che paura!"
Si siede sul divano, a gambe incrociate, come se niente fosse.

Di nuovo il campanello.
Come sempre, tocca a me aprire la porta.
"Sam!" salto letteralmente addosso alla mia migliore amica.
Quanto tempo era passato.
"Ju!" esclama lei.
"Vieni, saliamo su. Ti devo parlare" ammicco con un sorrisetto.

***

"O Mio Dio" grida.
"Shh, non urlare o ci sentono"
"Scusa... cioè, aspetta, vuoi dire che sei stata tre mesi in un paese dove ci sono ragazzi dalla pelle d'oca e sei ancora vergine?"
"Ti ricordo che lo sei anche tu, Sam"
"E ciò che vuol dire? Se fossi stata lì, non sarei vergine già da un bel pezzo!"
"Sam!"
Ridiamo spensierate entrambe, quando ad un tratto vedo una testa rossa far capolino dalla porta.
"Che vuoi?" chiedo abbastanza acida, percependo un'occhiata di ammonimento dalla mia migliore amica. Anche lei ha sempre pensato che tutta questa acidità era fin troppa per una normale relazione tra due amici.
"Oddio, ma non si può neanche parlare con te"
Ed è vero.
Non ho mai capito il perchè, ma sin da quando eravamo piccoli ci siamo sempre odiati, o per lo meno io lo facevo.
Ogni volta che ci trovavamo nella stessa stanza, combinavamo guai; come quella volta che mi ha tirato una pallonata in faccia e io ho gli dato un pugno, o quando lui ha staccato la testa alla mia barbie preferita e io, per ripicca, gli ho nascosto tutti i suoi biscotti preferiti, o ancora quella volta che ho mangiato tutta la sua pizza e lui mi spinse giù dalle scale.

Il diretto interessato interrompe i miei pensieri.
"Comunque, sono salito per avvisarti che ce ne stavamo andando e i miei volevano salutarti. Tutto qui"
"Sì, dì che scendo subito" risposi, un po' più gentile.

---

Allora, pian piano sto revisionando la storia e una volta fatto continuerò a aggiornarla.
Haloo, Lele.

Maybe Together|| M.G.CliffordWhere stories live. Discover now