39-War Of Change.

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'..É una verità che in amore e in guerra,nel mondo ci si scontra o i cuori si rompono..
Io voglio vivere come sto facendo anche quando sto morendo..
Sono stanco di tutti questi momenti negativi...
Vieni con me..
Si tratta solo di non cadere..
Più di quanto puoi prenderle..
Tutto sta per cambiare...
Lo sento nelle mie vene...
Non stai andando via..
Si insinua come un ladro nella notte..
Senza lasciare segni..
Senza un avvertimento..
Ma sono pronto e disposto a combattere..
E' vero quello che dicono..
Che le parole sono armi?..
Sono stanco di tutti questi momenti..
Aspetta..
Si tratta solo di non cadere..'

Ansiosa preparava la sua borsa per andare via da quell'ospedale che non riusciva più a sopportare.
Erano trascorsi cinque giorni da quando aveva riaperto gli occhi, da quando aveva capito che quelli erano gli amici che l'avrebbero accompagnata per il resto della sua vita, insieme all'uomo che amava.
Aveva passato anni a cercare una famiglia, anni a cercare l'amore, o almeno un qualcosa che l'avrebbe resa felice.
Ancora non sapeva bene cos'era la felicità ma aveva tutta l'intenzione di scoprirla.
Avrebbe portato i suoi genitori nel cuore sempre, l'averli visti era stato quasi un segno per lei.
La dimostrazione che non se n'erano mai andati e che la sera, lei non parlava solo alle mille stelle ma a loro. E di questo ne era entusiasta.
Forse quell'amata felicità l'avrebbe trovata accanto a quella vipera che sbraitava da solo da quasi dieci minuti buoni.

L'osservó divertita con le mani sui fianchi ed un sorrisetto che piegava le sue labbra.
Era stato accanto a lei giorno e notte, senza mai abbandonarla se non per solo mezz'ora in cui tornava a casa per una doccia veloce.
Ritornava da lei sempre di corsa, ritornava da lei con la voglia di rivederla subito, di averla accanto sempre.
Ed ora si fidava di lui completamente non solo per il fatto che l'aveva salvata. Per quello gli e ne sarebbe stata grata finché avesse avuto vita.
Ma l'aveva convinta il giorno prima o meglio la notte.

* Era notte fonda, quando sentì la stretta della vipera aumentare di poco ed il tocco delle sue dita sul suo volto.
Non aprì gli occhi, rimase semplicemente lì a bearsi delle sue carezze.
Quando le sue orecchie lo sentirono sussurrare qualcosa.

'Sei l'unica ragione che mi tiene su questa terra. Sei stata tu a salvare me, Helena. Non viceversa, e sono io a doverti ringraziare per il resto dei miei giorni.'

L'aveva sussurrato così piano che quasi le sembró di sognare e se non fosse stato per le sue mani, forse avrebbe sul serio creduto che si trattasse di un sogno.**

Lo guardava con occhi diversi in quel momento, lo vedeva come l'uomo a cui avrebbe affidato la propria vita una seconda volta se fosse stato necessario.
Lo vedeva come l'uomo che avrebbe amato sempre.

«Ma la smetti, vipera?» le si avvicinó ridendo. «Stai blaterando da quando sei rientrato.»

«Blaterando? Lo chiami blaterare?» sbottó fulminandola. «Mi ha cacciato! Tzé.. come se non ti avessi mai vista nuda!»

«Randy!!!!!» trilló avvampando completamente. «Ti ha solo fatto uscire cinque minuti per una visita e cambiare la fascia!» cercó di mascherare l'imbarazzo che le causava la sua disinvoltura.

«Prepara la borsa che é meglio!» ordinó serrando la mascella. «Andiamocene da questo posto.»

La mora scoppió in una fragorosa risata, amava quella sua sproporzionata gelosia.
Amava quel modo di proteggerla anche per una simile stupidaggine.
Amava il Randy posessivo, esagerato.

Con un sorriso sulle labbra lo ascoltó per non cercare di farlo arrabbiare ulteriormente e gli diede le spalle continuando a fare ció che stava facendo.

In My Veins.||In Revisione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora