37-You're My Flashlight.

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'..Quando il domani arriverà sarò da sola..
Ho avuto tutto quello di cui avevo bisogno quando ho avuto noi..
Mi guardo intorno e vedo una dolce vita..
Sono bloccata nel buio ma tu sei la mia torcia..
Mi stai raggiungendo,mi stai raggiungendo durante la notte..
Non riesco a fermare il mio cuore quando illumini i miei occhi..
Vedo le ombre lungo la cima della montagna..
Io non avró paura..
Poiché tu mi illumini la strada..
Non avró paura perché tu sei la mia torcia..'

Tutto intorno era bianco.
Un bianco che le abbagliava gli occhi senza darle la possibilità di scorgere qualsiasi dettaglio potesse nascondersi dietro quella luce.
Camminava senza fermarsi, non sapeva bene il perché, anzi in realtà non c'era nemmeno un motivo valido. I suoi piedi si muovevano in automatico verso una direzione a lei sconosciuta ma che sapeva di dover percorrere.

Più andava avanti, più quella luce accecava le sue iridi azzurre.
Non sapeva come uscire da quel tunnel che sembrava infinito, non sapeva come ci fosse arrivata, ne tanto meno perché fosse lì.
Ricordava solo quella macchina scura venirle addosso poi gli occhi della vipera lucidi mentre senza sosta le ripeteva dolci 'ti amo' per rassicurarla.

«Randy!» quel pensiero la fece scattare. Si giró intorno più volte ma nessuno c'era se non lei ed il vuoto assoluto.

Per un attimo si spaventó difronte al nulla finché una luce più forte la costrinse a chiudere gli occhi mentre cercava di non perdere lucidità.
Alcuni minuti dopo riuscì finalmente a riaprire le palpebre e la figura che si trovó davanti la fece indietreggiare di qualche passo.

Una donna, una donna bellissima dai lunghi capelli castani che ricadevano sulla schiena, la osservava con le sue iridi azzurre.
Il viso delicato e lucido, un sorriso che le sembrava così familiare. La mente della ragazza cercava di elaborare ogni dettaglio della donna ma non riusciva a capire chi fosse.

«Piccola mia.» una voce fiebile e melodiosa arrivó alle sue orecchie, una voce che provocó subito le sue lacrime.

«Mamma!!» si buttó tra le sue braccia senza pensarci due volte.

Rosalie Claire stringeva sua figlia con tutto l'amore che possedeva in corpo.
Aveva perso tutto di lei, i primi sorrisi, le prime parole, i primi passi ed ogni momento meraviglioso della sua crescita fino a quel tragico giorno.
Solo un abbraccio alla sua nascita le era stato concesso, poi per l'enorme sforzo aveva perso la vita ma non le importava.
Se n'era andata felice, aveva messo al mondo la sua adorata principessa dopo mesi di dura gravidanza.

La stringeva cercando invano di calmare quei singhiozzi troppo accellerati della figlia. Quella che scoprì essere uguale a lei.

«Calmati, tesoro..!» lasció carezze sulla sua schiena. «Sono qui adesso, sono qui... sei tu quella che non dovrebbe esserci..»

«C..come..?» tiró su col naso osservando il più possibile il volto di sua madre, era bellissima, proprio come in quella foto che gli era stata strappata dalle mani anni prima.

«Devi svegliarti, figlia mia..» le accarezzó il viso. «Hai ancora una vita da vivere.» le sorrise dolcemente, avevano lo stesso sorriso.

Per anni Helena aveva provato a sognare sua madre con tutta la sua volontà, per anni aveva cercato un pó di lei fra la gente ma per tutti gli anni aveva ricevuto solo delusioni e sofferenze.
A partire dai due anni passati in orfanotrofio, sola e senza amici per continuare quando venne affidata a sua zia fino ai diciotto anni.
Non era la zia premurosa che si aspettava, era una zia che sfruttava la sua gentilezza e la sua purezza d'animo costringendola a lavorare sin dall'adolescenza.
Per troppi anni aveva aspettato quel momento ed ora che aveva sua madre davanti a sé non voleva più separarsene.

In My Veins.||In Revisione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora