17º capitolo

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-"È tutta colpa tua!" Gli dico a bassa voce mentre cammino lentamente sul portico di casa.

-"Cosa sarà mai un po di ritardo?" Dice sbruffando, dietro di me.

Ci stiamo sbraitando contro da orami più di mezz'ora.
-"Un po' di ritardo? Dylan, cazzo! Sono le 3 del mattino!"

-"Giusto, dimenticavo che le bambine hanno il coprifuoco alle 10.00"

Davvero dopo tutto quello che mi ha fatto passare stasera mi sta dando della bambina?

Chiudo gli occhi per un momento e prendo un respiro molto profondo. Penso a tutte le cose che potrei fargli in questo momento. Come scaraventarlo per terra e tagliare il suo corpo a pezzetti con una sega elettrica, oppure strappargli gli occhi con le mie stessi mani, oppure tagliargli la lingua con una forbice così da rendere il tutto molto più lento e doloroso, oppure...

Ma se non sei nemmeno in grado di uccidere una mosca

Ucciderò anche te un giorno, stupida voce.

-"Sei inquietante quando prendi queste pause, sai?" Mi dice Dylan muovendo su e giù la sua mano davanti alla mia faccia.

-"Levati" Spingo via lui e la stupida mano, e apro velocemente la porta.
Il cigolio di quest'ultima non è mai stato così assordante come adesso.

Varco la soglia lentamente in punta di piedi, sperando che mia madre stia già dormendo.

-"LILY COLLINS!"

Come non detto..

-"Posso spie..."

-"Ma sai quante volte ti ho chiamata? Dove sei stata? Hai visto che ore sono? E con ch..."

-"Carol, tesoro, calmati.."

Dice Rich sbucando fuori dal nulla, in pigiama tra l'altro.

-"No Rich, 'calmati' un corno! Hai idea di che ora sono?" Continua puntandomi furiosamente un dito contro.

-"Ma mamma, fammi almeno spiegare.."

-"Dai Carol, ascoltala prima.." Dice Rich appoggiandole una mano sulla spalla, per calmarla.

Chiude gli occhi e fa un respiro profondo, accennando un "si" con la testa, che significa; "Ti ascolto ma tanto qualsiasi cosa farai o dirai starai in punizione lo stesso."

-"Ecco, vedi, io.."

-"È colpa mia" Dice improvvisamente Dylan entrando dalla porta.

Ma dov'era tutto questo tempo?

-"Dylan?" Dice Rich, mentre mia madre passa freneticamente lo sguardo tra noi due.

-"Già, ciao Rich." Gli dà una pacca sulla spalla, e come se niente fosse, va a sedersi sul divano sotto gli occhi sorpresi di tutti. Compresi i miei.

Mia madre guarda Rich non sapendo cosa dire, e la capisco. Anch'io non so come interpretare questo suo atteggiamento.

-"Dylan, che significa che è colpa tua? Dove siete stati?" Gli chiede il padre, ma lui non lo degna nemmeno di uno sguardo.

Vedo Rich agitarsi, sotto lo sguardo preoccupato di mia madre, che per chissà quale ragione, non ha ancora proferito parola.

-"Siamo stati.." Cerco di dire, mentre si voltano tutti dalla mia parte.

-"Al pub" Urla, letteralmente, Dylan.

Cosa?

-"Al pub?" Chiede mia madre incredula.

Un sogno d'estate.Where stories live. Discover now