Capitolo 8

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Dopo un paio d'ore la pioggia cessò e con essa anche il fuoco che avevo acceso, si spense.
Le due ore passate con il piccolo lupo tra le mie braccia non mi avevano infastidito, anzi avevano destato in me un desiderio, più che desiderio un bisogno quasi fisico di avere qualcuno da proteggere e da amare, mi era già capitato almeno un paio di volte in passato di fantasticare su degli ipotetici bambini, ma questa volta era diverso, questi pensieri non avevano mai raggiunto certi livelli,
il bambino/cucciolo tra le mie braccia, scatenava in me il desiderio di proteggerlo e mi provocava uno strano senso di maternità. Quasi non me ne accorsi quando terminò di piovere, tanto che ero immersa nei miei pensieri.
Lentamente mi alzai ottenendo sommessi sbuffi da parte del piccolo e avvertendomi leggermente indolenzita per essere rimasta per due ore seduta nella stessa posizione. Riprendendo il cammino verso il branco, quasi mi dispiacqui al pensiero di dover restituire il piccolo fagotto tra le mie braccia, rimproverarmi più volte nelle mia mente non servi a nulla, i sentimenti non svanirono così cercai qualcosa con cui distrarmi, tuttavia non ci fu bisogno di cercare a lungo, dopo aver capito che erano tutti dentro casa dato che l'esterno era vuoto, mi incamminai verso una stanza dalla quale sentivo provenire innumerevoli voci, grazie al mio passo leggero e alla pozione che utilizzavo per mascherare il mio odore nessuno si accorse di me fino a quando non bussai, dopo aver ricevuto il permesso di entrare, spalancai le porte e la stanza che si presentò davanti a me doveva davvero essere enorme poiché sembrava essere presente tutto il branco, il quale era composto da più di centocinquanta membri, un numero notevole a parer mio dato che aveva subito numerose perdite in guerra contro un altro branco circa tre anni prima. Quando si accorsero della mia presenza, i brusii cessarono, c'erano persone che mi fissavano con volti sbalorditi, notai che al centro di un grosso tavolo nel mezzo della stanza c'era il mio pugnale, quello che avevo usato per uccidere il lupo ramato.
-Credo che questo vi appartenga- dissi accarezzando le orecchie del lupetto che prese a sbadigliare tra le mie braccia, in quel momento una donna che fino ad allora era stata immobile in uno stato di shock corse verso di me è quasi mi strappò il piccolo di dosso, con immensa tenerezza e delicatezza cominciò ad accarezzare e dondolare il piccolo appena svegliato e dal modo nel quale lo teneva dedussi che quella donna bionda ne fosse la madre. Subito dopo essersi asciugata le lacrime la donna mi guardò e solo allora mi studiò realmente, poi con un gesto che stupì sia me che tutti i presenti nella stanza, mi abbracciò -Grazie per avermelo riportato sano e salvo, grazie non so cosa avrei fatto senza di lui.-
La bionda strofino le proprie guance ancora umide a causa delle lacrime contro le mie, cosa che nel linguaggio dei lupi si traduceva in accettazione e rispetto, ciò mi lasciò ancor più di sasso.
-Si può sapere cosa è successo?- chiese un altra persona visibilmente confusa, dando voce ad una delle domande inespresse della maggioranza.
Marrok mi guardò con uno sguardo interrogativo, così cominciai a spiegare
-Stavo tornando a casa per il sentiero quando ho sentito dei rumori, così mi sono avvicinata alla fonte di questi e ho notato il lupetto lì- indicai il piccolo stretto tra le braccia della donna- con una zampa incastrata tra due rami, e una canaglia che stava per attaccarlo, sono uscita allo scoperto, ho ucciso la canaglia, ho preso il lupetto e ho trovato un riparo mentre aspettavo che spiovesse, poi sono venuta qui... Fine della storia- mormorii sommessi cominciarono alla fine del mio discorso -A proposito, credo che questo sia mio , spero vi siate disfatti del cadavere- aggiunsi allungando una mano verso il tavolo e recuperando la mia arma prediletta.
-Perché mai dovremmo crederti?- chiese un'uomo dai capelli brizzolati ancora non del tutto convinto dalla storia -La vera domanda è perché non dovreste? Non vi ho mai dato motivo di dubitare di me - un silenzio scomodo calò sui presenti.
-Beh...Grazie ti dobbiamo un grande favore per aver salvato uno dei nostri cuccioli
e sar...- lo interruppi
-È stato un piacere, spero solo che smettiate di vedere i cacciatori come esseri spietati e senza cuore, non siamo qui per uccidere- dissi riferendomi a me e Jhosef- siamo qui per mantenere l'equilibrio.-
Conclusi e mi avviai fuori dalla stanza, Aaron mi aveva fissata per tutto il tempo senza proferire nemmeno una parola ed era stato piuttosto fastidioso e quasi... doloroso? Possibile che quel suo silenzio mi avesse un poco ferito? Oramai la mia testa era una nube di caos e pensieri sconnessi. Tutto ciò che riuscivo a pensare riguardava lui e non riuscivo a cacciarlo dalla mia testa. Avevo lasciato la sala ed ero quasi arrivata alla porta, quando venni afferrata per un polso e un piacevole formicolio prese a salirmi lungo il braccio
-Hey aspetta, volevi andartene senza salutarmi?- pregai qualunque dio mi passasse per la mente in quel momento di aiutarmi, come potevo resistere a quegli occhi da cucciolo?
-Senza salutarti? Ma se è da giorni che ci ignoriamo a vicenda?- chiesi con un pizzico di rabbia nella voce che avrei preferito non trasparisse, un sorriso sbilenco comparve sulla sua faccia e uno strano calore cominciò a crearsi al centro del petto, senza che neanche me ne accorgessi mi ritrovai intrappolata tra il muro ed il suo corpo, la distanza tra di noi era al minimo e quella tra i volti continuava a diminuire, stupendomi di me stessa mi ritrovai a pensare che mi sarebbe piaciuto che mi baciasse, ma come ignorare ciò che eravamo? Insomma non si era mai sentito di una relazione tra un licantropo ed un cacciatore, no?
Caddi nel panico, non avrei potuto lasciare che mi baciasse, mi sarebbe solo piaciuto di più , con un veloce scatto del ginocchio gli diedi un calcio sui suoi attributi maschili e me la squagliai come una codarda, corsi e corsi finché non mi ritrovai davanti la porta di casa senza voltarmi nemmeno una volta. Subito dopo aver aperto la porta, mi accolse la voce di Jhosef con questa frase
-Shay abbiamo un problema-
...
...Ti pareva.

******************
Dopo essere quasi morta di congelamento non essendo per niente abituata al freddo sono qui che vi posto questo capitolo. Ho capito solo ora quanto l'uomo abbia cambiato il mondo. Il freddo? Qui a Napoli? Ma se fino a qualche anno fa non nevicava nemmeno.

Bando alle ciance...
Sono un po' in ritardo? Si
Mi dispiace? Tantissimo
Questo capitolo fa un po'...schifo?
Decisamente.

Ma andiamo voi mi amate lo stesso lo so.

Guardate X Factor è votate gli Urban Strangers mi raccomando.
Vi amo tutti, alla prossima.
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Unexpected mateWhere stories live. Discover now