2-Hello Kitty lavora sotto il bancone.

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Le inquietanti finestre a forma di cupcake glassati parevano scrutare Harry in maniera decisamente minacciosa, provocandogli un leggero disagio tale da indurlo a spostare il peso da un piede all'altro, dimostrandosi apparentemente indaffarato.

L'unica rassicurazione risiedeva nell'ampio tetto, costituito da due enormi cracker sovrapposti, che gli offriva un ottimo riparo dal cattivo tempo, non certo una sorpresa per la popolazione londinese, ormai avvezza a certi cambiamenti lunatici.

"Questa volta temo di essere io in ritardo."

Il ragazzo finalmente fece ingresso nella sua visuale, sottraendo al solo sguardo un'eccessiva dose di ossigeno che lo portò a boccheggiare come un'idiota, e con un beffardo sorrisetto inserì la chiave, anche essa a forma di dolciume, nella toppa.
"Prima le signorine."

Harry ignorò la frecciatina commentando con un:

"Carino il posto."
Anche se, detto tra noi,in quel locale c'era di tutto tranne la bellezza, ben documentata dal cattivo gusto adoperato nell'allestire le mura cremisi con vari oggetti, diligentemente, e purtroppo avrebbe aggiunto, riferiti all'arte culinaria.
Louis sollevò lo sguardo dagli sgabelli a forma di banana, ormai ci si poteva aspettare di tutto da quel posto, per adagiarlo con superiorità sulla figura slanciata del ragazzo.
"Scherzi? Fa schifo, lo brucerei io stesso se non fosse di vitale importanza per il mio portafoglio."

Affermò, a grande sorpresa di Harry che represse una maledizione per il proprio voler essere sempre cordiale con tutti, dopotutto aveva ragione, chissà magari un giorno avrebbe potuto bruciarlo lui stesso. Il buon gusto ne avrebbe gioito.

"La madre di Briana ha lasciato un po' di assaggi a suo parere adatti, aspetta qui torno subito."

Harry annuì, fissando gli occhi color menta sul fondoschiena ben pronunciato del suo interlocutore, occasionalmente stretto in un paio di skinny jeans, a cui avrebbe decisamente dato un assaggio della propria attività sessuale.

No Harry, Dio mi sembri una puttana in calore, smettila. Si rimproverò rigidamente, raddrizzando la schiena sullo sgabello dalla forma ambigua per apparire più professionale e... meno desideroso di cazzo.

Louis dispose con poca voglia dei piattini dai più svariati colori, il wedding planner tanto cercava di non far più caso al disgusto che gli provocava la scarsa abilità nell'abbinare ogni cosa, e si appollaiò comodamente accanto a lui, avvolgendo un braccio esile intorno ai fianchi.
"Avanti, cerchiamo di muoverci non ho tempo."

Una lieve stretta allo stomaco avvertì Harry del fastidio che gli aveva procurato quella frase, come se lui fosse considerato una futile perdita di tempo ma:

"Dobbiamo fare altro, non trovi?"
Aggiunse subito dopo il liscio, chiudendo la mano intorno al suo polso sospeso in aria, nell'intento di impugnare la forchetta, per tirarlo verso di se, facendo incespicare il ragazzo contro il proprio petto.

"T-tipo parlare della location?"
Il balbettio di Harry sembrò divertirlo ancora di più del rossore che si stava appropriando del suo volto, aumentando maggiormente nello stesso istante in cui gli bloccava il mento tra indice e pollice riccamente ingioiellati.

"No, io direi per questo."

La frase fu soffocata dalle unioni delle loro labbra, che fameliche si saggiavano reciprocamente sprigionando una maggiore tensione sessuale, proprio quello di cui Harry avrebbe certamente fatto a meno, o forse no?

I suoi gemiti sommessi confermarono immediatamente le ipotesi, mentre Louis bersagliava il collo niveo di baci e morsi avidi.

"Io non credo che questo sia professionale."
"Eppure non mi stai fermando."

pink ; larry mpregWhere stories live. Discover now