3- Hello Kitty e il patto col diavolo.

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"Che fai col mio cellulare?"

Dopo quell'esperienza memorabile tra le mura della pasticceria Louis non intendeva certamente lasciarsi sfuggire Harry, e i favolosi servizi di bocca, per questo in quel momento stava digitando furiosamente sulla rubrica della bionda alla ricerca del suo numero, impresa ardua visti i numerosi contatti che vi erano segnati.

Ma proprio mentre la ricerca stava per giungere ad una svolta, ecco che le unghie laccate di Briana arraffarono l'aggeggio tecnologico, facendolo gelosamente scivolare all'interno della tasca.

"Stai per caso controllando se ti tradisco?"
Louis si accigliò a quella domanda, e dovette trattenersi dal riderle in faccia.

Era il primo a trascinarsi persone al di fuori di lei tra le coperte, quindi la cosa non lo infastidiva come avrebbe dovuto e infatti:

"Sai quanto me ne frega?"
Sbuffò rumorosamente e si girò di fianco per darle le spalle, mentre sicuramente lei metteva su una solita smorfia imbronciata.

"Suvvia Louis, smettila di essere così acido."
Il materasso si piegò sotto il suo peso avvertendo Louis dell'imminente approccio sessuale che la ragazza stava tentando, quindi non si sorprese quando, nel guardarla, se la ritrovò ancorata ai suoi fianchi e indaffarata a privarsi della maglietta attillata:

Il corpo smunto non presentava i solidi pettorali decorati da una moltitudine di tatuaggi ammirati qualche giorno fa, e, di conseguenza, quando portò le mani tra i suoi capelli non sentì la consistenza dei ricci intrecciarsi amabilmente tra di esse.

Tradì ogni sorta di pensiero che gli attraversava la mente con una smorfia, scostando rudemente la ragazza da se per volgerle un'occhiata nervosa.

"Ho da fare."

L'avvertì, facendo poi aderire la schiena contro la spalliera del letto per frugare con facilità all'interno di un cassetto e ricavarne il necessario per un drum, cosa che Briana scambiava ancora per una canna.

"Farti di quella roba è più importante di me?"
Sibilò furiosa, e per poco Louis non si immaginò il volto tondo espellere fumo di rabbia dalle orecchie.

"Mhmh."
La nicotina ben presto iniziò a rilassargli i muscoli tesi per il gran sforzo di starle dietro, e le labbra ebbero un fremito come se stentasse a reprimere la rabbia non appena lei uscì con un:
"Fai quello che vuoi, ma ti avviso che il tuo matrimonio potrebbe salvare il culo a quel vecchio di tuo padre, oppure spedirlo per strada direttamente. Occhio a te Tomlinson."

Aveva quel terribile vizio di menzionare il suo cognome quando qualcosa non le andava a genio, come a fargli ricordare che aveva grandi responsabilità sulla propria famiglia, ormai dipendente da quel matrimonio.
"Fottiti."

Brontolò ,non appena i suoi passi decisi smisero di riecheggiare per il corridoio avvertendolo della sua assenza pacifica, o almeno così pensava visto che:
"Ti ho sentito pezzente, io... oh cazzo!"
E certamente avrebbe continuato il suo monologo di rozzi insulti se il campanello, gran segno divino, non avesse deciso di suonare assiduamente interrompendo magicamente la lite.
"Vai ad aprire, io vado a sistemarmi questi fottuti capelli."
Anche se non poteva vederlo, Louis sollevò gli occhi al cielo, e riluttante abbandonò il comodo giaciglio per raggiungere la causa di tanto fastidio.

Harry intanto era accovacciato davanti alla maniglia lucente del portone, evidentemente impegnato a specchiarsi su di essa per riportare alla disciplina quei ricci selvaggi, e quando la porta fu aperta si ritrovò a fissare confuso la V marcata che andava a nascondersi in un paio di pantaloncini sportivi dell'Adidas, appartenenti sicuramente a...

"Louis!"

Squittì sbigottito, sollevandosi con così tanta rapidità da far scivolare il ciuffo boccoloso al di sopra dell'occhio socchiuso, dando a Louis l'opportunità di accarezzargli la guancia nell'intento di incastrarglielo dietro l'orecchio.

"Ma buon pomeriggio Hello Kitty."
Lo accolse, appiattendosi contro il muro per lasciarlo entrare con la sua solita andatura impacciata, e approfittandone il ragazzo gli strinse un fianco trasmettendogli un messaggio coinciso.

Finora aveva avuto solo un assaggio delle sue potenzialità, e il riccio non vedeva l'ora di scoprirne altre.

Ma il pensiero del presunto licenziamento si introdusse dolorosamente nella sua mente, facendo spegnere quel sorriso imbarazzato e sostituendolo con una linea dura che lo rendeva stranamente cinico.

"Come concordato sono qui per discutere sui caratteri principali del matrimonio, così posso mettermi a lavoro."
Era un chiaro tentativo di esporre le sue intenzioni, ben diverse da quelle del precedente incontro, e ciò fu accolto da Briana con un'alzata di sopracciglia.

"Sei un Wedding Planner, cosa ti aspettavi? Louis infilati una maglia cazzo."
Questo si che sarebbe stato un bell'incontro.

****

Dopo numerose discussioni i tre erano appollaiati allo stremo delle forze su un divanetto di vimini, come se il troppo parlarne aveva assorbito ogni capacità di compiere qualsiasi azione, il che non era propriamente errato viste le espressioni che aleggiavano sui loro volti.

"Tanto a me non me ne frega un cazzo."

Sbottò improvvisamente Louis, portandosi alle labbra l'ennesima sigaretta da cui aspirava avidamente il veleno, unica libertà concessa in quella veranda opprimente.

Harry gonfiò le guance indignato, il liscio stava evidentemente sottovalutando il suo lavoro, pronto ad iniziare un nuovo dibattito, ma Briana lo bloccò sul nascere esasperata.

"Lascialo perdere, decidiamo piuttosto se mettere quelle cose con i fiori o le mele di Biancacosa."

Neanche lei sembrava prenderlo molto sul serio, anche se ormai sapeva che faceva parte del suo vocabolario burbero esprimersi in tal modo, quindi chiuse le palpebre cercando di non commentare la sua affermazione.

"La mia idea era quella di posizionare delle mele, riferite alla fiaba di Biancaneve, con applicati i segnaposti..."
"Applicati? Ma come diavolo parli, guarda che non stai parlando con la Regina Elisabetta in persona."

Ed eccoli nuovamente sul punto di iniziare una terza guerra mondiale per semplici modi di dire, placata rapidamente da un Louis decisamente annoiato.

"Briana, sei tu che non sai parlare."
La ammonì, guadagnandosi uno sguardo così furente capace di fendere l'aria e tagliare a metà ogni cosa, ed Harry sperò di non ricevere il medesimo trattamento.

"Okay, metti anche le mele. Per oggi abbiamo finito, tutto questo mi farà venire le rughe."
Harry trattenne uno sbuffo di pura frustrazione, scarabocchiando sul suo taccuino i nuovi appunti riferiti alla celebrazione del matrimonio che prima non aveva avuto il tempo di trascrivere, troppo impegnato a difendere i suoi ideali dall'ignoranza della ragazza e la strafottenza del rispettivo compagno.

In tutto questo tempo erano riusciti a decidere solo il tipo di segnaposto da porre nei rispettivi tavoli, e ciò non era un bene per il suo lavoro.

Doveva agire in fretta se voleva rendere orgoglioso suo padre, evitando il licenziamento.

"Qualcosa ti turba Hello Kitty?"
Domandò prontamente Louis, dopo che Briana era uscita in tutta fretta per dirigersi in chissà quale posto decisa a rimettersi in sesto il cervello, come lo aveva definito lei, cosa decisamente difficile vista la sua assenza permanente.

"Solo... credo che ci stiamo mettendo troppo, di questo passo non faremo mai in tempo."

"Oh, qualcuno qui è messo alle strette."

Il liscio produsse un verso di scherno nel vedere l'imbarazzo tingere il volto di Harry con un rosso acceso, colore che otteneva facilmente, confermando la sua teoria.

"Posso proporti un patto, ti va?"
"Ovvero?"
E, per la prima volta da quando il riccio aveva messo piede in quella casa nel tardo pomeriggio, i loro sguardi si incastrarono fondendosi in un melenso intruglio di menta e ghiaccio che difficilmente avrebbero distolto.



pink ; larry mpregWhere stories live. Discover now