Never say never

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Ci sono alcune cose di cui non parliamo
E' meglio farne a meno
Mantenere solo un sorriso
Ci stiamo innamorando e disinnamorando
Lo stesso dannato problema
Insieme per tutto il tempo
Non puoi mai dire mai
Perché non sappiamo quando?
Più volte
Più giovani adesso di quanto non fossimo prima
Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,

Fotografia, sei la regina di ogni cosa
Fin dove l'occhio possa scorgere l'occhio
Sotto il tuo comando
Sarò il tuo guardiano
Mentre tutto si sta sgretolando
Devi avere la mano ferma

Non puoi mai dire mai
Perché non sappiamo quando?
Più volte
Più giovani adesso di quanto non fossimo prima
Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,
Never say never- The Fray
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Mi ero svegliata da circa dieci minuti ma non avevo il coraggio di aprire gli occhi. Me ne stavo sdraiata con le mani giunte come un cadavere e speravo di poter sparire così: con i capelli schifosamente impiastricciati, la bocca impastata, senza reggiseno né pantaloni.
Tutti i film che avevo visto ripetevano che il giorno dopo una sbronza non si ricordava nulla. Bé... Cazzata!
Mi ricordavo di come mi aveva toccato Dillon, di come mi ero lasciata baciare da Finn, della scenata con Nathan e - per concludere in bellezza - come avevo costretto Harry a dormire con me.
Senza reggiseno né pantaloni!
E non solo, anche come avevo cercato di fare la donna di mondo. Probabilmente ero sembrata una cretina.
Tutti gli ubriachi credono di essere sexy quando in realtà somigliano a un bradipo. Ben fatto!
Ed Harry non era accanto a me. La questione che più mi feriva, se n'era andato. Non avevo ancora sollevato le palpebre ma non ne avevo bisogno per accertarmene. Il vuoto c'era. E avevo voglia di passare tutta la domenica a mangiare gelato e guardare un film tagliavene.
Cosa diamine dovevo fare perché si accorgesse della mia esistenza?
Ero solo una parte dello sfondo nella sua vita, quel pezzetto la cui presenza non avrebbe fatto la differenza.
Promisi a me stessa che non avrei mai più dormito con un uomo. Avrei dormito solo con i miei fratelli e papà. Loro non mi avrebbero mai abbandonato quando non potevo oppormi. Questa sensazione che mi si era ancorata alle ossa non la volevo provare mai più. Era orribile, sparire quando l'altro era incosciente, quando non gli veniva data la possibilità di trattenerti. Era fiducia tradita, instillare la paura, il dubbio, come dire: "Non rilassarti, non far nessuno affidamento su di me, perché potrei andarmene da un momento all'altro".
E no, non ci stavo. Basta. Per la prima volta odiai Harry, con tutta me stessa, con i pugni serrati, lo stomaco stritolato dall'amarezza e il cuore deluso.
E avrei voluto piangere perché mi sentivo tanto come se avesse voluto liberarsi prima possibile. Uno scarto.

Quando scesi al piano inferiore, imbacuccata come da una felpa di Nate con il cappuccio calato sulla fronte e dei pantaloni della tuta infilati nei calzettoni, raggiunsi la cucina con passo strascicato. Volevo prendere una vaschetta di gelato e ritornare nel mio covo. Una volta al sicuro avrei chiuso le tende per crogiolarmi al buio.
I miei fratelli erano già seduti attorno al bancone a fare colazione, Gabriel con l' aspetto di un uomo la cui ragazza era stata gentile durante la notte mentre Nathan era pallido come un fantasma.
Il classico aspetto post sbornia che dovevo avere anch'io.
Gabe ci fissò stranito mentre masticava i suoi cereali e aggrottò le sopracciglia. Si era insospettito.
《State bene?》
Mio fratello minore che sembrava non avere fame, giocava col cibo nel piatto che con tutta probabilità gli aveva messo di fronte l'altro.
Non rispose, bevendo un lungo sorso d'acqua, ma il suo sguardo era puntato su di me.
Ecco il secondo punto per il quale dovevo sentirmi male: spiattellare la tua cotta segreta per un tizio alla stregua di un fratello a quello che era tuo fratello per davvero, era la cosa più sbagliata di sempre.
Mi finsi indifferente, in realtà avrei voluto velocizzare i movimenti per sparire in fretta.
Aprii il pensile dei medicinali per prendere un'aspirina. Il mal di testa mi stava uccidendo. Volevo il buio e solo ora mi accorgevo di quanto casa mia fosse ariosa e piena di luce. Bleah!
《Nate?》 Lo richiamò
《Abbassa la voce!》
《Viv?》
《Mmm...》
Quando tirai fuori dal freezer il barattolo di gelato alla nocciola, lo sentii inspirare profondamente.
《Che cazzo avete fatto?》 Urlò. Mi spaventò tanto che lanciai il cucchiaio per aria e mi voltai a guardarlo.
Merda!
《Parlate. Subito.》
《Smettila!》 Ribattè Nathan.
《Non abbiamo fatto niente》, continuai. Ma supponevo che gli occhi rossi, le occhiaie pesanti, il colorito cadeverico e la voce da oltretomba non fossero carte a mio favore.
Ma non lo capisci che ho quindici anni e le cazzate a quindici anni sono fondamentali? Che voglio ballare in mezzo alla strada, anche se nevica e fa un freddo cane, che voglio ridere fino a perdere la voce e cantare nonostante sia stonata; voglio la musica a palla che zittisce tutto, te, papà, Harry. Voglio vivere!
《Stronzate!》
《Okay》, sbottai, in modo teatrale. Nathan, se possibile, diventò ancora più bianco. Già nel suo cervello si rincorrevano tutti i vari scenari di ciò che ci sarebbe accaduto prima per mano sua e poi quella papà.
A quanto sembrava Harry aveva mantenuto il segreto quando, in fondo, non era tenuto dato che Gabe era il suo migliore amico.
《Abbiamo invitato i ragazzi della compagnia e ho bevuto una birra - solo una, davvero - però mi ha fatto male.》
Davvero pensavano che confessassi? Ero già con l'acqua alla gola, il suicidio non rientrava tra le mie preferenze.
Mi strinsi nelle spalle, fingendomi contrita e sospirai pesantemente. Lo dicevo che dovevo fare l'attrice ma nessuno mi prendeva sul serio!
Mi mossi sui talloni, mi torturai le mani, tirai su col naso...
Voglio l'oscar!
《Ho vomitato e Nathan ha dovuto aiutarmi per tutta la notte, così abbiamo litigato...》
A quel punto ogni dubbio sparì dalla sua espressione e parve intenerito. Mi scompigliò i capelli e sorrise.
《La prima birra è traumatica per tutti, Pulce, ma sei una Butterfield: ti abituerai presto.》
È un modo per dirmi che diverrò un'alcolizzata?

Mignoli |Fil rouge h.s #0.5|Where stories live. Discover now