All about you

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Perchè lei è sicura di essere così immatura su queste cose, non voglio che tu cambi su questo
E questo amore finirà e tutto sarà dimenticato poi un giorno ci rideremo su
E tu dici che è tutto a posto
E io so che è una bugia
Dal nero dei tuoi occhi

Non devi far questo a te stesso
Come se non ci fosse nessuno che si preoccupa per te
Non devi comportarti come se fossi solo
Come se le pareti ti stessero circondando

Non devi fingere che nessuno ne sia a conoscenza
Come se non ci fosse nessuno che può capirti
Io non sono solo qualche faccia che hai conosciuto
Io so tutto di te

E dovresti sapere che qualcuno si preoccupa per te
Io so tutto di te

Sono qui ancora aggrappata tu stai trovando il modo di rompere i legami, sono più forti di quanto puoi immaginare
Tu puoi dire che io non ho provato, ti ho lasciato in basso, ti ho lasciato dietro ma tu sei il primo che sta dicendo addio
E tu dici che è tutto a posto
E io so che è una bugia
Dal nero dei tuoi occhi

Non devi far questo a te stesso
Come se non ci fosse nessuno che si preoccupa per te
Non devi comportarti come se fossi solo
Come se le pareti ti stessero circondando

Non devi fingere che nessuno ne sia a conoscenza
Come se non ci fosse nessuno che può capirti
Io non sono solo qualche faccia che hai conosciuto
Io so tutto di te

E dovresti sapere che qualcuno si preoccupa per te
Io so tutto di te
E dovresti sapere che qualcuno si preoccupa per te
Io so tutto di te

E tu dici che è tutto a posto
E io so che è una bugia
Dal nero dei tuoi occhi

Sono qui ancora aggrappata tu stai trovando il modo di rompere i legami, sono più forti di quanto puoi immaginare
Tu puoi dire che io non ho provato, ti ho lasciato in basso, ti ho lasciato dietro ma tu sei il primo che sta dicendo addio

E non devi far questo a te stesso
Come se non ci fosse nessuno che si preoccupa per te
Non devi comportarti come se fossi solo
Come se le pareti ti stessero circondando

Non devi fingere che nessuno ne sia a conoscenza
Come se non ci fosse nessuno che può capirti
Io non sono solo qualche faccia che hai conosciuto
Io so tutto di te
Io so tutto di te
All about you- Birdy
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Vuoi farti due risate?》 Fu la prima cosa che dissi, quando Nate rispose. Camminai avanti e indietro in quella stanza polverosa e sorrisi sotto i baffi.
Che hai in mente?》 Domandò, divertito. Ridacchiai, fissando il bambino di fronte a me che si guardava intorno spaesato.
Vieni alla locanda, nella camera che usiamo come sgabuzzino.
Chiusi la chiamata e starnutii per la troppa polvere.
《Voglio andarmene!》
《Tra un po', stai zitto.》
Il moccioso storse il naso e tirò su gli occhiali da vista.
《Voglio andarmene!》 Ripeté, pestando i piedi per terra. Odiavo i bambini, era ufficiale!
Tirai fuori dalla tasca del pantaloni un pugno di caramelle alla frutta e gliele mostrai.
《Te le do se fai il bravo.》
Mi studiò con attenzione, divertendomi. Sembrava un adulto intrappolato nel corpo di un bambino.
《Ci sono quelle alla fragola?》
《Sì.》
Corse da me e tese la mano, gliene diedi due.
《Non ho la certezza che starai calmo》, spiegai, prima che protestasse.
《Lo dirò alla mamma!》
Risi. 《Cosa? Che accetti caramelle dagli sconosciuti?》
《Uffa!》 Sbuffò, sedendosi su un baule polveroso. Con i piedi neanche toccava il pavimento e iniziò ad agitarli a mezz'aria.
《Cosa ci facevi in giro per la locanda?》 Gli chiesi, incuriosita. Lo avevo trovato a ficcanasare su un piano diverso da quello in cui alloggiava la sua famiglia.
《Sì, papà mi ha dato il permesso. Dice che sono responsabile.》
Inarcai le sopracciglia, scettica. 《Almeno lo sai cosa vuol dire "responsabile"?》
《Certo che lo so!》
Il dubbio rimase ma decisi di non chiarire. Onestamente, non me ne fregava un cavolo.
《Quanti anni hai?》
《Nove, tu?》
Ne dimostrava sette. Indossava dei jeans troppo larghi per il suo corpo magrolino e una t-shirt dei Red Socks. Molto bene.
《Quindici. Ancora non so come ti chiami.》
《Aaron.》
《Io sono Vivienne.》
《Perché siamo qui?》 Domandò, portando in bocca la caramella.
《Dopo te lo dico》, borbottai. In realtà aspettavo Nathan, speravo si sbrigasse perché ero pur sempre a lavoro.
《Allora》, continuai, 《hai qualche amichetto?》
Abbassò il capo. Non sembrava uno di quei bambini rompi scatole che passavano la vita a fare capricci ma probabilmente mi sbagliavo, lo avevo incontrato solo dieci minuti prima.
《Sì, Timothy.》
《E basta?》
《A scuola mi prendono in giro.》
Oh Gesù, i bambini disagiati no!
《Come mai?》
《Perché sono intelligente》, disse, con nonchalance. Ridacchiai per la schiettezza infantile con cui parlò.
Mi ricorda qualcuno...
《Non ascoltarli. I bambini sono delle merde, senza offesa.》
《Mamma dice che le parolacce sono vietate.》
Sbuffai. 《"Merda" non è una parolaccia, ma un altro modo per dire "cacca".》
《Ma mamma-》
《Vedi tua madre in giro?》 Sbottai, esasperata.
《Dice che sa sempre tutto!》
《Sì, fidati.》
《Posso avere un'altra caramella?》
Gliela tirai e l'afferrò al volo, facendomi sorridere.
《Comunque, prendevano in giro anche me》, ammisi. Mi fissò con i suoi grandi occhi scuri così come i capelli. Era sinceramente interessato. Era strano.
《Perché?》
Scrollai le spalle, sedendomi su uno sgabello con l'imbottitura rovinata. Mi fissai i piedi, un pizzico a disagio. 《Dicevano che ero stramba, pallida come un fantasma e che i miei capelli facevano schifo.》
《E tu?》
《Li ho ignorati. Solo le mosche girano attorno alla merda.》
Rise, tappandosi la bocca con le dita. 《Anche io li ignoro, la mamma-》
《Tua mamma dice tante cose, eh?》
Annuii, mangiando l'ennesima caramella poi - con meticolosità - piegò la cartaccia per infilarla nella tasca dei pantaloni.
《La tua non dice niente?》 Ribattè, curioso. Non era più sul piede di guerra ma non potei fare a meno di irrigidirmi.
Supponevo non sapesse cosa significava non avere una madre. Io ero cresciuta con papà ed era stato una mamma migliore di Lyssa, mi andava bene.
《Anche mia madre parla tanto》, mentii.
《E la ascolti?》
《Uhm... Sì, certo, perché non dovrei?》
《Perché-》
L'entrata di Nathan mi salvò da un'altra domanda imbarazzante e tirai un sospiro di sollievo. Aaron si tese e un lampo di paura gli attraversò il viso.
《È mio fratello》, lo rassicurai.
《Ti sei messa a rapire bambini?》 Esordì, divertito. Aaron scatto in piedi.
《Mi hai rapito?》 Urlò.
E ti pareva.
《Ho la faccia di qualcuno che rapisce mocciosi?》
Quando non rispose, mi offesi. 《Ehi!》
《Ancora non ho capito perché mi hai fatto venire qui?》
《Cristo!》 Borbottai. 《Nate, guardalo bene!》 Lo spronai, indicando Aaron. Passarono un paio di minuti di silenzio finché la realizzazione non lo colpii. Un attimo dopo, un sorriso inquietante gli sollevò gli angoli della bocca.
Ecco perché è mio fratello.
Mi lanciò un'occhiata complice, una chiara conferma a fare tutto ciò che mi passava per la mente. Mi schiarii la gola, portai le braccia conserte e mi rivolsi al bimbo.
《Ti piacciono gli scherzi, Aaron?》
《Mmm... Perché?》
Fa troppe domande!
《Ne voglio fare uno e vorrei che mi aiutassi.》
《Cosa avrò in cambio?》
Eh?
《Sei un moccioso, non allargarti!》 Esclamò mio fratello. Grugnii. Al giorno d'oggi era stressante preparare uno scherzo degno di questo nome.
《Cosa vuoi?》 Bofonchiai.
《Venti dollari e un pacco di caramelle alla fragola.》
《Eh?》 Protestai. 《Hai nove anni, che cavolo devi farci con venti dollari?》
《Senti ragazzino》, Nate si frugò nelle tasche dei jeans, 《ho cinque dollari, un penny e due mentine.》
Cedetti e frugai nei pantaloni. 《Io ho tre caramelle e un...》 Strorsi il naso mentre stringevo una cicca usata e avvolta in un fazzolettino. Tossii, fingendo che non fosse qualcosa di schifoso.
《Se non te le fai bastare, andrò dai tuoi e dirò che te ne vai in giro a disturbare》, continuò Nathan.
《Ma non l'ho fatto!》
Nate sogghignò. 《A chi pensi crederanno?》

Mignoli |Fil rouge h.s #0.5|Where stories live. Discover now