Capitolo 28.

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Vorrei poterti sollevare da ogni male e dirti che va tutto bene

Kerstin ci ha lasciato da soli dopo qualche minuto di agonia, a rimarginare sul discorso riguardante Jordan, su ogni cosa. Se tutti quelli che mi hanno detto è vero, quell'uomo è pericoloso e deve essere fermato.
«Harry, sono davvero mortificata.» Gli dico, quando si siede stancamente sulla sedia, intorno al tavolo della cucina.
Si passa una mano sulla fronte e sospira. «Non è colpa tua, America.» Dev'essere molto turbato per non chiamarmi Mer.
Ad un certo punto, le parole si insinuano nella mia mente ed escono senza che io lo voglia davvero. «Vorrei poter fare qualcosa-»
La voce possente di Harry, la voce che utilizza quando è nervoso e in difficoltà, mi fa indietreggiare. «Tu non farai nulla, chiaro?»
«Ma-»
Si alza, sbattendo un pugno sul tavolo. «Mi hai sentito?! Non farai un bel niente, America!» Grida rabbioso.
Il suo lato aggressivo mi spaventa. Vorrei che Kerstin fosse qui.
Spalanca gli occhi, pentendosi di avermi gridato contro in quel modo. «M-Mi dispiace, Mer...» Mi viene vicino.
Lascio che si calmi.
Ha gli occhi rossi, respiro affannato. «È solo che voglio che tu stia lontana il più possibile da mio nonno. È un uomo cattivo, spietato e non si ferma davanti a nulla.» Mi accarezza i capelli, con le mani che tremano. «Mi dicono che gli assomiglio tanto, che ho i suoi stessi occhi, ma non sono come lui. Ti assicuro che non sono come lui.» Fa una pausa. «N-Non devi essere spaventata da me.»
Serro le labbra. Tolgo dalla mente l'Harry arrabbiato e violento e faccio entrare l'Harry buono e amorevole. Harry non è come Jordan. «Resta con me, ti prego.» Avvicina il suo volto al mio.
Fa per baciarmi, ma mi allontano di poco. «Jennifer potrebbe rientrare da un momento all'altro.» Gli faccio notare.
Harry accenna ad un sorriso. «Jennifer è con Peter.» Mi risponde. «Non tornerà a casa.» Deglutisce e mi prende entrambe le mani. «Non fartelo ripetere, per favore.»
È difficile dire di no davanti quell'espressione angelica che assume quando vuole ottenere ciò che vuole. «Lo sai che ti odio tanto?»
Annuisce, stampandomi due baci su entrambe le guance. «So anche che mi ami, però.»
Sorrido contro le sue labbra. «Sfortunatamente.» Gli rispondo.

***

Appena mi sveglio, controllo che ore sono dallo schermo del mio cellulare lasciato sul comodino alla mia sinistra ieri sera.
Ho ricevuto un messaggio da Hope che mi avverte di aver ricevuto nuovi mobili per la casa. Le rispondo che se ha bisogno d'aiuto, può chiamarmi a qualsiasi orario.
Quando Harry si sveglia, mi circonda busto con le sue braccia e si siede dietro di me, lasciando penzolare le sue gambe dal letto, accanto alle mie.
«Vorrei che ogni mattina sia così.» Sussurra, ancora assonnato, mentre mi bacia la curva del collo scoperta. «Vorrei che tutta la mia vita sia così.»
Mi accuccio contro di lui e chiudo gli occhi. «Hai dormito bene?» Gli chiedo.
Harry annuisce contro la mia spalla. «Mai dormito così bene.» Mi risponde.
Decido di alzarmi. Mi rendo conto che non ho i vestiti addosso: che non abbiamo i vestiti addosso. Arrossisco. Avevo dimenticato di averli tolti l'altra sera.
«Non ti devi vergognare, Mer.» Mi fa notare Harry, dopo che ho incrociato le braccia in segno di imbarazzo. «Lo sai che non devi.»
Alzo gli occhi al cielo e sospiro. «È solo che-»
Harry sospira, quasi cercando di trattenere la calma. «America, sei bellissima di prima mattina, come lo sei durante il giorno e quando viene sera.» Mi tocca le spalle e mi stringe a sé. Sorrido contro la sua pelle calda. È bello sentirsi così amata dalla persona altrettanto amata. Non ho mai ricevuto parole così belle in vita mai. Mi chiedo se io stia ancora sognando.
A rovinare il nostro momento, è il suono del mio cellulare. Qualcuno mi ha inviato un messaggio. Immagino sia Hope.
Corro a prenderlo. Non è Hope.

Dobbiamo parlare.

È Alec.
Smetto di respirare. Torno a quella notte, in cui mi sentivo sola e dannatamente triste. Deglutisco.
«Va tutto bene?» Mi chiede Harry, con aria preoccupata.
Annuisco, velocemente, tornando a guardarlo con un falso sorriso a chi lui, ovviamente, crede. «Va tutto bene.» Affermo, mentre vorrei che lui cogliesse la finzione del mio tono, che mi chiedesse ancora una volta se va tutto bene.
Mi mordo il labbro. Guardo per un attimo i suoi occhi verdi. Cedo alla tentazione. «Ho bisogno di fare una doccia.»
Harry mi indica il bagno della sua camera, con fare teatrale. «È tutta tua.»
Raccolgo i miei panni da terra e mi chiudo in bagno, con il cellulare contro la mia mano.

Sono d'accordo.

Mi siedo sul WC, toccandomi la fronte per l'ansia della sua risposta.

Incontriamoci oggi pomeriggio al mio appartamento.

Trattengo il respiro. Non mi piace questa storia.

Okay.

Entro in doccia. Aspetto che il flusso d'acqua diventi accettabile e comincio a lavarmi. Cerco in tutti i modi di togliermi dalla testa il volto di Alec, il modo in cui ha lasciato il mio appartamento quella notte e le sue parole. Non so se sono pronta ad affrontarlo dopo quello che è successo fra me e lui, ma ho bisogno di mettere in chiaro ogni cosa e gli dirò anche di Harry, se è necessario.
Appena sono fuori, mi pettino e asciugo velocemente i miei capelli e mi vesto allo stesso modo. Esco dal bagno ed Harry entra.

Ho bisogno di parlarti da solo. Non portare Hope.

Ho una voglia matta di prenderlo a schiaffi, ma cerco di rimanere stabile e calma. Qualunque cosa succederà, devo essere forte.
Devo farlo per Harry.

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