Capitolo 10.

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E fanculo, io non voglio tutto questo. Io voglio solo te e poi lo butto il resto.

Hope arriva in mio soccorso e mi circonda il bacino con il suo braccio.
I miei occhi non si staccano da quell'Harry furioso che non fa altro che riempire di pugni la faccia di Peter. Il ragazzo geme di dolore ed Harry continua senza fermarsi. Un pugno sulla mascella, l'altro sullo stomaco e così via.
Mi sento davvero male, ora. Se non ci fosse Hope a sostenermi sarei sul pavimento con la testa che mi gira; non avrei dovuto dare confidenza a Peter. Mi sono lasciata persuadere dai movimenti delle sue mani e dalle sue parole che hanno annebbiato la mia mente, assieme all'alcool.
«Harry! Harry, fermati!» Lo implora Peter.
Realizzo soltanto ora una cosa: si conoscono.
Sorprendendomi, Harry obbedisce. La musica ormai si è placata e tutti guardano Harry, guardano quello che ha fatto a Peter.
Perchè lo ha fatto?
Peter si copre con una mano la faccia piena di sangue e scappa via. Brooks lo segue.
Harry non sembra importargli nulla del sangue di Peter sulle sue nocche e sui suoi palmi. Corre a guardarmi, duro e attonito al tempo stesso. A passo felpato esce dal pub. Sono finalmente tornata in me e sguscio dalla presa di Hope per rincorrere Harry. La mia amica mi richiama, ma non mi interessa: non so perché lo stia inseguendo, ma lo faccio per il lavoro, di questo ne sono certa.
Corro verso di lui sempre più veloce e mi accorgo che potrei fare di meglio se togliessi questi maledetti tacchi. Mi fermo per un attimo e li tolgo. Corro sul tappeto rosso che prosegue anche sulle scale dell'entrata del pub e alla fine urlo il suo nome con tutto il fiato che ho in gola.
Harry si ferma di scatto e si volta a guardarmi con freddezza. I suoi occhi non sono altro che lame di ghiaccio che invadono il mio cuore, congelandolo e lo frantumano in mille pezzi.
«Harry...» Ansimo, prendendo fiato. Non so cosa dirgli, davvero.
«Ma che ti salta in mente!» Mi urla contro.
Indietreggio per la sua eccessiva alterazione e se ne accorge.
Si copre il volto, lasciando gli occhi scoperti in modo che possa guardarmi mentre parla. «Hai scelto la persona sbagliata, America.» Dice con più calma, ma con un tono piuttosto allibito.
In questo momento sento finalmente la stanchezza invadere i miei muscoli e la mia fortezza. Abbasso lo sguardo e comincio a pentirmi, sedendomi sfinita sullo scalino. «Lo so, okay!» Rispondo allo stesso modo. «Ero ubriaca, idiota!» La solita debolezza e la solita inutilità che mi sento dentro scendono in mio soccorso, e mi sento scivolare via ogni energia che mi era rimasta. Mi sento uno straccio.
Harry si avvicina lentamente e si siede accanto a me, sorprendendomi.
Mi sposto il più lontano possibile da lui. Sono pur sempre imbarazzata.
«Perché cerchi di allontanarti da me quando io cerco di avvicinarmi a te?» Chiede, quasi sorpreso.
Respiro affannosa e guardo la strada davanti a noi.
«Avvicinarti a me? Non voglio rovinare nulla fra te e la segretaria rossa tinta.» Commento io, senza badare alle mie parole. Quando lo faccio, corro a coprirmi la bocca con le mani e spalanco gli occhi. Lui non ne doveva sapere niente... «S-Scusa... I-Io...»
Harry poggia entrambi i gomiti sullo scalino in alto e sembra ad un tratto sfinito anche lui.
«Non c'è nulla fra me e Jennifer, America.» Risponde stancamente.
Alzo le sopracciglia. «Stai scherzando? Vi ho visti, oggi. T-Tu la toccavi e a lei piaceva.» Perché il mio tono di voce è così pungente?
Harry sospira ed abbassa lo sguardo, addolcendo anche il suo modo di parlarmi. »Ci stavi spiando?»Chiede.
Alzo gli occhi verso il cielo. «Stavo cominciando a preoccuparmi! Erano passati quindici minuti e stavo iniziando ad annoiarmi.» Rispondo, con quella poca dignità che mi è rimasta. «Non volevo cogliervi in quella maniera.»
Harry si strofina le mani e torna a guardarmi. «Non volevo che tu ci vedessi...> Ammette imbarazzato.
Oh, ma per favore.
«Io e Jennifer ci frequentiamo... beh, da molto tempo. L'abbiamo tenuto nascosto da anni.» Abbozza un sorriso, ma io non sorrido per niente. Dopo qualche secondo, credo che stia revisionando l'accaduto di questa mattina e il suo sorriso si spegne. «Ecco perché sei scappata in bagno.» Commenta.
Arrossisco ed evito di guardarlo. «Non è per questo. Stavo davvero male.»
Harry ridacchia e si avvicina un poco, sfoderando uno degli sguardi più belli che io abbia mai visto. «America, dopo stasera ho bisogno di sapere se rifarai lo stesso sbaglio. Ho bisogno di sapere che non ti ubriacherai di nuovo e non darai retta agli sconosciuti.»
Questo lato di lui mi piace.
Rimango a guardargli le labbra per vari secondo che mi sembrano minuti, fino a distogliere lo sguardo da lui, totalmente. Socchiudo gli occhi e torno a guardarlo, stavolta negli occhi. «Non lo farò più.» Rispondo.
Harry sorride, sollevato ma divertito allo stesso tempo. Sono sicura che dentro di sé stia sospirando.
Si alza con una notevole agilità e si sistema la giacca nera che ha indossato questa sera. Mi tende una mano per aiutarmi a fare lo stesso. L'afferro gentilmente e lui, per scherzare, mi spinge letteralmente contro il suo corpo. Lui ride, io arrossisco.
«Non sei agile per niente, signorina Carper.»
Rimango senza fiato quando Harry scopre le sue fossette.
È dannatamente tutto ciò che voglio.
Perché il Paradiso deve nascondersi dentro al corpo di un peccatore dagli occhi verdi?

Stravolgimi il domani (1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora