Capitolo 43-mai piú qui

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Beatrice's pov
Il mattino dopo mi svegliai molto presto.

Nonostante abbia dormito tutta la notte fra le braccia di Marco, l'ansia dovuta a tutto quello che era successo con i miei genitori aveva avuto la meglio ed ero riuscita a malapena a chiudere occhio.

Marco, invece, sembrava dormire beatamente.

Facendo attenzione a non svegliarlo mi liberai dalla sua stretta e accesi il cellulare.

Volevo cercare gli orari dei treni per Milano.

Non volevo stare lí un minuto di piú.

Non appena il telefono si accese, comparvero un sacco di notifiche di messaggi e chiamate perse.

Notai che provenivano tutte da mio padre.

Lessi velocemente i messaggi.

Mi pregava di richiamarlo, mi diceva che mi doveva parlare.

Sospirai e rimisi il cellulare sul comodino.

Questa situazione mi faceva stare davvero male.

Ero molto arrabbiata con i miei, e per il momento non avevo nessuna intenzione di vederli.

Ma comunque gli volevo bene, e il fatto che mi abbiano mentito mi aveva davvero ferita.

Guardai Marco, e pensai ai suoi genitori, che non avevo ancora conosciuto.

Loro avrebbero mai mentito a loro figlio su qualcosa di cosí importante?

Ripresi in mano il telefono e vidi che avevo ricevuto altri messaggi.

Questa volta, peró, non erano di mio padre.

Erano di Carlotta.

Li aprii.

"Bea, quando torni? Mi manchi tantissimo. Oggi io e Marta andiamo a fare un giro in cittá, e forse verrá anche Riccardo.
Devo raccontarti molte cose su di lui..."

Sorrisi leggendo il messaggio.

Non avevo mai visto Carlotta cosí presa da un ragazzo.

Riccardo aveva avuto un effetto quasi magico su di lei.

Le risposi.

"Devo ancora controllare gli orari dei treni. Ti faró sapere qualcosa appena posso. Spero di riuscire ad essere a Milano entro sera."

Mandai il messaggio, dopodichè decisi di svegliare Marco.

Era presto, ma volevo andarmene via da la.

Gli accarezzaidolcemente la guancia.

"Marco,svegliati..." sussurrai.

Lui aprí lentamente gli occhi.

"Che ore sono?" mi chiese, con aria assonnata.

"Le 7.30" risposi.

Sgranó gli occhi.

"Perchè mi ha svegliato cosí presto?" mi chiese.

"Voglio tornare a Milano il prima possibile." dissi.

Si alzó a sedere e mi guardó con quel suo sguardo profondo che ogni volta mi trafigge il petto.

"E con i tuoi?" chiese.

"Nulla. Non voglio pensarci." risposi.

"Vuoi davvero andar via di qua senza prima aver chiarito con loro?" mi chiese.

"Si, per il momento sono molto arrabbiata e delusa e non ho voglia di parlare con loro. Prima o poi chiariró, ma questo non è il momento." dissi.

Saró il tuo Guerriero||Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora