Capitolo 34-non è finita

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Carlotta's pov
Ancora non credevo a ció che avevo appena sentito.

Non poteva essere davvero lui.
Era impossibile.

Beatrice mi si avvicinó subito, preoccupata.

"Carlotta,che succede?" mi chiese.

Non riuscendo a formulare una frase di senso compiuto,mi limitai ad indicare il telefono che era caduto a terra.

Beatrice si chinó a raccoglierlo.

"La chiamata è ancora in corso." disse, alzando lo sguardo verso di me.

Tornó poi a guardare il telefono, ed impostó il vivavoce.

"Pronto...con chi parlo?" chiese Beatrice.

Io me ne stavo li immobile nella stessa identica posizione che avevo assunto poco prima, senza muovere un muscolo e senza dire nulla.

"Oh...guarda un po' chi si sente!!" disse la voce dall'altra parte del telefono.

Non appena sentii quella voce, anche Beatrice sbiancó in viso.

"M-ma...ma come..." inizió a dire, con un forte balbettio nella voce.

"Immagino tu ti stia chiedendo come faccia io ad essere ancora vivo...beh, vedi...tu e la tua amichetta pensavate di incastrarmi andando dalla polizia,ma la veritá è che sono piú furbo di tutti voi e di quei quattro imbecilli di agenti messi insieme." dissea voce, sghignazzando.

Ormai ne avevo la conferma.

A parlare era il ragazzo che aveva aggredito Beatrice e che ci tormentava ormai da molto tempo.

Dopo aver realizzato il tutto, la prima cosa che mi chiesi fu perchè quel maniaco avesse il cellulare di Riccardo.

Sentii le gambe tremare al pensiero che potesse avergli fatto del male.

Riccardo era molto alto e muscoloso,si, ma non quanto quel pazzo.

Quindi non ero del tutto certa che sarebbe stato in grado di tenergli testa.

Beatrice mi guardó cercando il mio aiuto con lo sguardo,pietrificata anche lei dalla situazione in cui ci trovavamo.

A quel punto capii che non dovevamo farci mettere i piedi in testa da lui, ma dovevamo essere forti e dimostrare di essere più furbe di lui.

Cosí misi da parte ogni paura e insicurezza e presi il cellulare dalle mani di Beatrice.

"Che cosa hai fatto a Riccardo? Come fai ad avere il suo cellulare?" chiesi, cercando di apparire calma e determinata.

"Vedi, cara, tu probabilmente non ti sei accorta di nulla, persa com'eri dalla inestimabile bellezza del tuo amico ma...io quella sera ero in quel bar assieme a voi, e vi ho osservati per tutta la sera. Ho notato che Riccardo ha inserito il suo numero nel tuo telefono, e ho capito che sarebbe stato un'ottima esca per riattirare te e la tua amica da me...ora lui è qui con me.
Non lo toccheró nemmeno con un dito, a patto che tu faccia come dico io.
Devi venire qui, subito.
E devi essere da sola.
Non dire nulla al fidanzatino della tua amica, che non sa far altro che ficcare il naso in cose che non gli riguardano.
Se rispetti queste regole, il tuo amico sará salvo.
Se non le rispetterai, beh...lascio libero spazio alla tua immaginazione.
Ti scrivo l'indirizzo per messaggio.
A presto...mia cara."

E riattaccó, senza nemmeno darmi il tempo di pronunciare una sola parola.

Quel ragazzo aveva detto di essere stato in quel bar quella sera.

Il che significa che in quel momento si trovava li, a Milano, e sapeva esattamente come trovarci.

Inoltre, aveva catturato Riccardo.

Saró il tuo Guerriero||Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora