Capitolo 26-da un sogno ad un incubo

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Beatrice's pov
Dopo esserci preparati, uscimmo di casa e ci dirigemmo verso il centro di Milano.

Faceva incredibilmente caldo, ma questo non bastó a fermare me e Carlotta.

Una volta raggiunto il centro, sembravamo due bambine in un parco divertimenti.

Non sapevamo proprio da che negozio iniziare, cosí iniziammo col visitare ogni negozio che incontravamo sulla nostra strada.

Milano era proprio tutt'altro mondo rispetto a Trento.

Marco si limitava a seguirci, sbuffando e alzando gli occhi al cielo.

Evidentemente girare per negozi non era uno dei suoi passatempi preferiti.

Alla fine della mattinata avevamo giá visitato tutti i negozi che piú ci interessavano, cosí decidemmo di fare una pausa e di sederci sulle scalinate davanti al Duomo, anche perchè la temperatura stava diventando davvero insopportabile.

Guardai Marco e mi sentii leggermente in colpa per averlo costretto a fare qualcosa che non gli andava.

Non volevo che si annoiasse.

Ci tenevo che avesse solo ricordi belli del tempo passato assieme a noi.

Presi la sua mano fra la mia e la strinsi.

Lui si voltó verso di me, sorridendo.

"Mi dispiace, non saremmo dovuti venire qui....avremmo dovuto organizzare la giornata in modo diverso, fare qualcosa che piacesse a tutti..." inizio a dire.

Marco mi guardó con un'espressione confusa.

"Stai scherzando vero? Non devi assolutamente scusarti di niente. È vero, forse lo shopping non rientra nella lista delle cose che preferisco fare ma....dopotutto siete qui in vacanza, e non so quando vi ricapiterá di essere qui a Milano. E' giusto che facciate quello che vi piace." mi disse, rassicurandomi.

Sentendolo dire che non sapevamo quando saremmo tornate a Milano mi fece tornare quel fastidioso nodo in gola.

Non volevo nemmeno pensare a quando tutto quello sarebbe finito e io sarei dovuta tornare a Trento per ricominciare la scuola.

Il solo pensiero mi fece quasi mancare il respiro.

"Ei Bea....hai capito? Non devi assolutamente sentirti in colpa." disse Marco, riportandomi alla realtá.

"Va bene..." dissi.

Avvicinó il suo viso al mio e mi sussurró vicino all'orecchio:
"L'unica cosa di cui mi importa è che tu sia felice e stia bene. Tutto il resto passa in secondo piano."

Rabbrividii.

In quel momento giró il suo viso verso il mio e mi bació dolcemente sulle labbra.

Rimasi un po' stupita di quel gesto.

Non eravamo ancora arrivati alla fase in cui ci mostravamo in pubblico...anzi, a dire la veritá, dovevamo ancora discuterne seriamente.

"Ehm Marco..." dissi imbarazzata.

"Che succede?" mi chiese lui, confuso.

"Qui ci possono vedere tutti..." dissi.

Improvvisamente lo vidi diventare rosso in volto.

"Oh, hai ragione...scusami." disse, imbarazzato quanto me.

Rimasi un po' delusa da quella sua reazione.

Avrei voluto che mi dicesse che non gli importava di chi ci vedesse, che era pronto a mostrarsi assieme a me in pubblico.

Ma non aveva tutti i torti.

Saró il tuo Guerriero||Marco MengoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora