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Quella mattina mi svegliai presto, così, credendo che gli altri stessero dormendo, ne approfittai per mettere a posto l'inventario e prendere una boccata d'aria. Sembrava esserci tutto: bombe, spada, mantello, mappa, acqua. Mi diressi verso la porta, facendo meno rumore possibile, e uscii fuori. Shime era già lì e sembrava che avesse avuto la mia stessa idea.

"Buongiorno." lo salutai.

"Buongiorno." Rispose guardandomi, poi tornò a osservare il cielo. Il cielo era quasi sgombro di nuvole, preannunciando una bella giornata. L'Estate era quasi finita e il vento cominciava a soffiare. In lontananza potevo vedere le montagne, da cui stava cominciando a sorgere il sole.

"Tra poco si parte." Dissi, più a me stesso che a Shime.

"Già, ancora non riesco a credere a quello che è successo." mi rispose, senza staccare gli occhi dal paesaggio.

Ci fu un attimo di silenzio, poi mi ricordai della catenina nei suoi pantaloni e gli chiesi:

"Che cos'hai in tasca?"

"Ah, questo?" Mise la mano in tasca e ne tirò fuori un orologio dorato; "Un cimelio di famiglia, niente di che. E quella che hai tu al collo?" Chiese, indicando la chiave che portavo al collo.

"Oh, beh, in realtà non lo so neanch'io, so solo che è una chiave. Mia madre non me ne ha mai voluto parlare."

"Capisco..."

Dalle case cominciavano a uscire persone per andare a lavoro: c'era chi si dirigeva nelle locande, chi nei negozi, chi nelle armerie, chi andava a scuola...

La porta si spalancò dietro di noi e uscì Pio, sbadigliando.

"Oh, siete già svegli. Avete preparato i vostri inventari?"

Annuimmo

"Bene, allora possiamo partire..."

Entrò in casa e ne uscì poco dopo con una borsa carica di libri, presumibilmente dei Grimori, e il suo tipico cappello a punta, che portava sempre con sé; poi chiuse a chiave la porta dietro di lei.

"Devi sempre metterti quel buffo cappello?" scherzai.

Lei mi ignorò, come faceva sempre quando la prendevo in giro.

"Seguitemi, conosco la strada" disse, procedendo verso l'uscita Ovest della città.

Mi misi di fianco a lei e le chiesi:

"Qual è la prima tappa?"

"Greedya, verso Ovest. Non attraverseremo la foresta, procederemo sul sentiero principale" Rispose, guardando la sua mappa. Diedi uno sguardo anch'io: le città di Ferraria erano otto. Escludendo Dolbur e Aldrum, avremmo dovuto visitare sei città e affrontare altrettanti BattleBoss.

"Che aspetto hanno i BattleBoss?" chiese Shime, che camminava dietro di noi.

Pio pensò un attimo prima di rispondere, poi prese un libro dalla borsa e sfogliò alcune pagine.

"Non lo so, il libro non ne parla." rispose, continuando a leggere.

Uscimmo dalla città e ci trovammo a camminare su un sentiero di roccia, ai cui lati crescevano molti alberi. Secondo la mappa, la strada per Greedya era un sentiero dritto, non molto lungo, forse qualche ora di cammino. Decidemmo di ammazzare il tempo chiacchierando un po':

"Shime, tu da dove vieni?" chiese Pio, girandosi per guardarlo.

"Io? Vengo da Pyros, un po' lontano da qui..." rispose, avanzando il passo per camminare di fianco a noi.

"E hai camminato fino a Dolbur per visitare quell'incapace di Pio?" dissi, scherzando.

"Ehi, l'incapace sarai tu, che non sai neanche maneggiare una Pozione Bomba!" esclamò Pio, indignata. Shime ci osservava, ridendo.

Arrivammo a Greedya all'ora di pranzo, così ci rifocillammo ad una locanda del posto e prendemmo con noi qualche provvista per il viaggio. Greedya era molto più grande di Dolbur e Aldrum e la maggior parte del terreno era occupato da miniere di carbone. Ci dirigemmo verso una zona meno affollata ai confini della città Pio fece comparire un Cerchio Alchemico sul terreno. Conoscevo quel Cerchio: i Demoni avventurieri lo utilizzavano per trasportarsi nei Dungeon e allenarsi combattendo i mostri presenti. Ci mettemmo al centro del Cerchio e cominciò il trasporto: venimmo circondati da una luce bianca, mentre il paesaggio intorno a noi si sfocava sempre di più. Quando tornò nitido, ci trovavamo in una stanza cilindrica, illuminata dalla luce delle torce. Sui muri erano presenti molte rune, che ero impossibilitato a leggere, e al centro della stanza era presente un masso enorme, circondato da alcuni Slime, che quando ci videro cominciarono ad avvicinarsi.

"Nemici di basso livello..." disse Shime fra i denti "possiamo sconfiggerli facilmente."

Estrasse il suo arco e cominciò a buttarne giù alcuni, Pio utilizzò alcune magie di media distanza. Io ero l'unico che doveva attaccare da vicino, quindi estrassi la mia spada e mi avvicinai. Per poco non presi una freccia in testa.

"Ehi, guarda dove tiri quelle freccie!"

Nel giro di cinque minuti tutti gli Slime erano morti, frammentandosi in molte scintille bianche.

All'improvviso il pavimento e le pareti della stanza cominciarono a tremare e il masso al centro della stanza con loro; ci mettemmo in guardia, forse stava per comparire il BattleBoss. Dal masso spuntarono prima due gambe e due braccia, poi un piccolo cilindro comparve dalla parte superiore e si aprì, mostrando un unico occhio rosso. Era un Golem di pietra, e anche molto grande. Shime si apprestò a indietreggiare:

"Pio, tu resterai indietro con me, mentre tu, Sora, dovrai attaccarlo da vicino. Mantenete questa formazione."

Il Golem si alzò con un ruggito e cominciò ad attaccare, facendo schiantare il suo enorme braccio sul terreno. Lo schivai di lato e attaccai il braccio, ancora a terra, ma la spada si conficcò nella roccia e il Golem rimase illeso. Nel frattempo lui mosse l'altro braccio verso di me; non potevo pararlo, la spada era ancora bloccata. Pio si affrettò a lanciare un incantesimo di protezione, e un Cerchio Alchemico bloccò l'attacco, facendo indietreggiare il nemico. Nel frattempo ero riuscito a liberare la spada e schivai un altro attacco, ma questa volta mi curai bene dall' attaccarlo ancora. Schivai altri due attacchi, cercando di trovare un punto debole nel corpo del Golem, ma non ne vedevo alcuno: era interamente coperto da uno spesso strato di dura roccia. Anche Pio cercava di colpirlo con delle magie, senza successo. Il primo a capire qual era il punto debole fu Shime, che lanciò una freccia dritta nell'occhio del nemico. Esso si ritrasse per il dolore, gemendo e coprendosi la feritoia aperta sulla testa. Adesso sapevo cosa fare: corsi intorno al Golem per farmi attaccare e schivai due pugni, che si conficcarono nel terreno; adesso l'occhio era scoperto, così Pio ne approfittò per lanciare una Palla di Fuoco. Anche questa volta il Golem indietreggiò, ruggendo ancora più forte, e si coprì di nuovo il buco. Ripresi a corrergli intorno, e le sue braccia si incastrarono di nuovo nel terreno. Saltai su una di esse, avvicinandomi di più alla testa, dopodichè estrassi una Pozione Bomba dalla cintura e la lanciai contro l'occhio, centrandolo in pieno. Tornai a terra, in tempo per vedere la testa del Golem esplodere insieme al resto del corpo in mille frammenti di pietra. Su di essi volteggiava un frammento verde che sembrava brillare di luce propria. Mi avvicinai per afferrarlo e venimmo ritrasportati a Greedya. Chiesi a Pio se sapeva cosa fosse quel frammento, ma mi rispose con un'alzata di spalle. Lo riposi nella borsa, poi presi un'altra Pozione Bomba e la misi sulla cinta, al posto di quella che avevo appena usato.

"Complimenti Shime!" dissi, guardandolo: "Ci hai dato un grande aiuto."

"Si, grazie mille!" aggiunse Pio.

"Oh, non è stato niente, davvero..."

Decidemmo di mangiare alcune delle provviste che ci eravamo procurati e di accamparci lì per la notte, dato che ci trovavamo vicino all'uscita della città, così saremmo partiti più facilmente la mattina dopo. Quella notte restai un po' sveglio a guardare il frammento verde prima di addormentermi.

"Bah, scoprirò più tardi cos'è." sospirai, mettendolo via e andando finalmente a dormire.

Key HolderWhere stories live. Discover now