Capitolo 12 - Tre giorni imprevisti

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Nota: Ricordiamo questo giorno come il quarto "Pov's" di Yui consecutivo~
Il senso di questo avviso?
Ovviamente non c'è l'ha- x'
Picchitemi pure- (?)

Pov's Yuichiro

«L'amore può portare a due cose: alla felicità completa, o alla più lenta e triste angonia.»

Non ho mai considerato l'amore un sentimento, o un pezzo del puzzle, importante e necessario per completare la vita di qualcuno, sopratutto la mia.
Il periodo in cui ero proprio convinto di questa mia affermazione era giusto due anni fa, quando scoprì che esso poteva portare illusioni, speranze o perfino la sofferenza.
Avevo giurato a me stesso, di far in modo che nessuno potesse nuovamente far breccia nel mio cuore, dandomi la sensazione di essere amato e venir amato.
Quando in realtà è solo e unicamente ammirazione.

L'avevo giurato.
Ma lui distrusse questo mio giuramento, facendosi spazio nei miei sentimenti.

— DRIIN! —

Lentamente la mia mano sgattaiolò fuori dalle coperte, andando in ricerca dell'assordante aggeggio chiamata sveglia.
Fallì miseratamente un paio di volte, andando a vuoto, ma per fortuna riuscì a fermare quel fastidioso suono mattutino insopportabile, davvero insopportabile.
Mi lamentai emettendo un mugulio, per poi sbucare fuori dalle coperte con la testa e aprire lentamente gli occhi.
Alzai il busto, mettendomi in posizione seduta, e solo dopo aver fissato il vuoto per pochi minuti con qualche sbadiglio qua e là , che il mio cervello ritornò - finalmente - ad elaborare correttamente.
Già, era oggi.
Le vacanze invernali sono iniziate da pochi giorni, pensavo che durante questo periodo di pausa mi avrebbe sicuramente fatto bene, permettendomi di poter ritornare con i piedi a terra e magari anche a come mi dovrei comportare successivamente con Ryuki.
Ma mi ero sbagliato.
Ieri sera, quando stavo studiando tranquillamente nella mia stanza, venni all'improvviso interrotto dalla suoneria del cellulare, e sul display c'era segnato il numero di Maiko.
Ho pensato perfino al peggio, in quel momento.
Più o meno la conversazione è andata così, dopo circa una decina di minuti, tra lamenti e supplichi da parte della ragazza mi sono fatto convincere, dato che ero anche arrivato al limite della pazienza.
Il punto è questo: oggi, precisamente alle dieci in punto, ci saremo incontrati davanti alla stazione per una vacanza tra amici.
La destinazione? Sorgenti termali a Sapporo.
Folli, completamente folli.
Tiro un profondo sospiro, e decido di scendere dal letto - non ancora - pronto per affrontare la giornata.
Appena posai i piedi nudi a terra, sentì un brivido percorrermi lungo la schiena; a quanto pare il freddo invernale stava già facendo il suo gioco perciò velocemente andai a vestirsi con qualcosa che mi tenesse al caldo.

Sono passate bene o male due ore da quando mi sono svegliato, e in quell'asso di tempo ho fatto ciò che dovevo fare, ovvero: preparare la valigia e preparare me stesso sia fisicamente che psicologicamente.
Manca solo mezz'ora alle dieci in punto, perciò prendo la valigia dalle piccole dimensioni e mi precipitai verso la porta di casa.

«Yuichiro, vai di già?»
«Ah, sì Nee-san. Vuoi per caso un souvenir?»
«Grazie per il pensiero, ma non mi serve. Divertiti e stai attento a non riprenderti la febbre!»
«Ho capito, ho capito. Ora vado, ci sentiamo Nee-san.»

Strinsi bene i lacci delle scarpe e uscì di casa, andando verso la stazione.
Siamo della prefettura di Tokyo e ci vorranno come minimo un paio d'ore prima di arrivare a Sapporo, anche con un'espresso.
In ogni caso, la maglior soluzione per uccidere la noia è leggere.
Così, senza nemmeno pensarci due volte, svoltai a destra dirigendomi verso la libreria vicino alla stazione, ovvero quella che preferisco in assoluto.
Mancavano pochi minuti all'ora stabilito perciò una volta entrato, presi velocemente due libri, non curando nemmeno se avessi preso un genere che non mi piacesse affatto.
Ma ciò non importa.
Esco dalla libreria, con il sacchetto contenente i due libri, e diedi un rapido sguardo all'orario segnato sul display del cellulare per poi rimetterlo nella tasca dei pantaloni.
Segnava le 9.54.
Mancano solo sei minuti ed è meglio se mi sbrigo; so come Maiko ci tiene alla puntualità e sarebbe capace di farmi una ramanzina per tutto il tragitto da Tokyo a Sapporo.
Spaventoso, direi.
Con un passo veloce arrivo giusto a soli due minuti d'anticipo, e da lontano intravisi la piccola figura femminile di Maiko, con accanto a sé Kimiko e due chiome dorate.
Aspetta, due? Questa proprio non me lo aspettavo.
Una volta raggiunto in gruppo potei finalmente fare capo della questione.
Maiko ha invitato la responsabile della biblioteca scolastica, Kimiko; ciò mi risulta strano poiché non ricordavo che fossero buone amiche, ma a quanto pare è mi sono sbagliato.
Poi c'è Ryuki, giustamente lui non poteva mancare e accanto a lui c'era - per qualche strano motivo - sua cugina, Elizabeth Harrinson.

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