Capitolo 03 - Fortuna o sfortuna?

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Nota: Dato che non voglio creare confusione fra i vari punti di vista, ho deciso di non fare troppe volte questo tipo"cambio"; solitamente saranno di Yuichiro.

Non era nei miei piani iniziare una nuova giornata col piede storto e concluderlo nello stesso modo, vi posso anche spiegare il motivo.
La mia intenzione iniziale era quella di ignorare – o evitare – il biondo il più possibile, almeno per i prossimi giorni finché le nostre strade si sarebbero finalmente divise, e per dire... era mia intenzione farlo.
Ma ora mi spiego meglio.

Era successo tutto all'incirca due ore fa, dopo le lezioni scolastiche: ero nella stanza del consiglio a firmare alcuni fogli per le spese dei vari materiali, che comprendevano sia gli accessori da utilizzare per l'allestimento dei diversi temi delle classi, sia gli accessori per bancherelle lungo il cortile della scuola.
Dovevo prestare particolarmente attenzione a non sbagliare i conti o sarebbe successo un casino che, bene o male, se ne sarebbe dovuto occupare il consiglio, e in poche parole, io.
Tutto procedeva bene finché non arrivò Maiko, che doveva portarmi i soliti impegni fastidiosi; ovviamente non era lei a portarli i problemi... almeno credo.

«Yui-chan, abbiamo un problema!» urla lei di punto in bianco, facendomi anche sobbalzare dallo spavento. 
«Maiko, quante volte ti avevo detto di non chiamarmi in quel modo? È fastidioso.»
«Insomma non è questo il punto! Ti spiego: a quanto pare ci sono stati alcuni errori per l'assegnazione delle classi e la 2-E è rimasta senza un'aula dove presentare la propria attrazione.»
«La loro classe è stata già presa?» chiedo inarcando un sopracciglio.
«Sì, dal club di teatro.»
«Non era stata affidata la palestra a quelli del teatro?»
«Però la palestra risulta occupata dal club di basket e dal club di pallavolo, a quanto pare faranno un'amichevole con un'altra scuola.»
«Questo non ci voleva... Maiko, occupati di finire i calcoli. Una volta finito puoi anche andartene, io andrò a cercare una stanza inutilizzata, mi servirà l'aiuto di qualcuno... oh.»

Pensandoci, nessuno era disponibile, nessuno tranne lui.
Ero costretto, non c'erano alternative, lo dovevo fare per la scuola. Esatto, per gli studenti!
Andai a cercarlo per tutto l'istituto ma non lo trovai da nessuna parte, gli unici posti rimasti erano il tetto della scuola o il retro, e non sapevo spiegarmi il motivo del perché doveva stare in uno dei due posti.
Trovai l'accesso per il tetto vietato agli alunni, infatti la porta era chiusa, quindi potei scartare subito l'idea che fosse lì; a quel punto mancava solo il retro.
Mi precipitai lì in pochi minuti, ma avrei fatto con più calma se solo avessi saputo che era in bella compagnia.
Sinceramente ero stupito in quel momento, ma non di troppo... perché?
Perché era in compagnia di una ragazza e su per giù ipotizzai che quella doveva essere una confessione d'amore, anche per il fatto che la ragazza se ne andò via in lacrime, ignorandomi completamente.
L'aveva chiaramente respinta.

«Ti avevo chiesto di svolgere alcune faccende, non di andare ad una confessione d'amore.» dico con tono ironico avvicinandomi con le braccia incrociate al petto.
«Presidente, non sia così duro, non potevo dirle di "no".»
«... ma se l'hai respinta.»

Ci avevo azzeccato, infatti dopo quella frase il ragazzo rimase in silenzio e, arreso dalla situazione, gli feci cenno di seguirmi.
Passammo dal preside chiedendogli se c'era ancora una classe o almeno una stanza libera da poter utilizzare e c'è stato un vero e proprio colpo di fortuna ad essercene uno ancora disponibile, anche se non era in condizioni ottime.
Una volta entrati ci siamo guardati intorno: l'aula non era grande quanto una classe ma lo spazio bastava eccome, solo che era leggermente impolverata ed era piena di scatole contenenti gli attrezzi rotti o non usati da troppo tempo dai vari laboratori; praticamente avevano trasformato questa stanza in un magazzino.
Abbiamo dovuto sistemare un po' le cose da soli ma in due non si poteva fare chissà cosa, così decidemmo di spostare i lavori pesanti al giorno successivo con l'aiuto di più persone e l'idea non era male.
... poi, solo allora ci siamo accorti di un problema: la serratura della porta doveva avere un difetto, forse era rotta o arrugginita, e non si spostava più di un millimetro.
Eravamo bloccati, noi due, completamente da soli.

È  stata una situazione dannatamente imbarazzante.

Erano passate già due ore da quando siamo rimasti qui dentro, dedussi che la fortuna non era dalla mia parte oggi, anche se poteva andare peggio.
Mi misi seduto da una parte sul pavimento, dato che non vi erano presenti né sedie né tavoli sui cui sedersi, ma c'erano solo scatoloni su scatoloni e alcuni scaffali ricoperti da uno strato sottile di polvere e faceva alquanto schifo.
Ovviamente non gli ho rivolto la parola nemmeno una volta, non perché lo odiavo o perché mi stava poco simpatico, solo che tra me e lui non poteva esserci conversazione... tipo.
Da un primo punto di vista noi due siamo uno l'opposto all'altro, non ci sarebbe stato –  anche in un possibile domani – compatibilità, nel bene o nel male, forse. 
C'è anche una finestra, ma essendo al terzo piano non ci conveniva per niente provare a saltare giù, e come se non bastasse il tempo stava iniziando anche a peggiorare.
... spero soltanto che duri poco, non amo particolarmente la pioggia.

«Penso che Maiko-san verrà a cercarci, non credi?»
«Gli avevo detto che poteva andarsene una volta finito. Ho lasciato perfino il cellulare nel consiglio, quindi non saprei.» gli risposi secco, con un tono indifferente e annoiato, forse distaccato.
«... presidente, per è che per caso mi sta evitando?»
«E-evitarti? No, mai... come potrei. Ti stai sbagliando...»
«Non ci credo, per caso ho fatto qualcosa di sbagliato?»
«No, non hai fatto nulla...»
«Allora perché mi sta ignorand-»
«Sei insistente! Non sei tu il problema, ma io! Tu sei l'esatto contrario di me, penso che non potremo mai andare d'accordo, non credi? Dovresti smetterla di parlarm-!» e sobbalzai non appena sentii quel rumore.

Non ci voleva, in questo momento... non ci voleva per niente.
Possibile che accade solo a me? Un tuono, un dannatissimo tuono, un semplice fenomeno della natura era quello che mi spaventava da sempre.
Odiavo i tuoni, odiavo anche i fulmini, odiavo tutto quello che porta la pioggia... li odio davvero tanto.
Li odio quanto ne ho paura.
Sto iniziando a tremare, indubbiamente doveva essere una scena pietosa quello che il ragazzo stava assistendo, eppure non riuscivo a calmarmi. 
Uno studente più grande che sta mostrando una scena così ridicola di sé stessi ad uno più piccolo era una scena davvero ridicola; a dire la verità sono sempre stata una persona alquanto orgogliosa e lo ammetto, quindi solo per me doveva essere tragica il fatto.

«Presidente, non dirmi che ha paura dei tuoni.»
«... già, è così. Pietoso vero? Lo so anch'io che non dovrei spaventarmi per così poco ma non riesco a smettere di tremare. I suoni così forti non mi piacciono.»
«Non penso che sia pietoso, ognuno ha le sue paure no? Penso solo che ti stai prendendo troppe responsabilità da solo.»

Ho cercato di stargli lontano, anche se per poco tempo ho provato a farlo, ed era la mia vera intenzione... ma a quanto pare non ci sono riuscito e non ci riesco più.
Io, che ho mantenuto le distanze da lui, esso mi viene vicino mettendosi accanto a me come se volesse confortarmi, e la cosa mi rende stranamente felice.

«Sei stupido o cosa?»
«Forse sono stupido.»

Probabilmente, non è così male.
Non mi sarebbe dispiaciuto passare la notte lì, perché non sarebbe stato un problema... se non per un piccolo dettaglio.
Per un attimo sentii alcuni rumori, possibile che sia qualcuno? Oppure sto diventando come credevo un pazzo.
La porta improvvisamente si apre e sulla soglia vi è Maiko con il custode; hanno rotto totalmente la serratura.

«Maiko, che ci fai qui? Pensavo fossi tornata a casa.»
«In realtà mi sono addormentata e visto che la tua borsa era ancora nella stanza, ho pensato che forse hai avuto un problema!»
«... mi stai dicendo che ti sei addormentata!?»
«Giuro che ho finito i conti! Eh? Yui-chan, per caso... stai piangendo?»

Subito mi porto una mano agli occhi e con grande sorpresa trovo delle piccole sfere umide intorno ad essi, eppure non mi sono mai accorto che stavo piangendo, e nemmeno so per cosa.
Forse per la paura, forse per aver capito che lui non era così male, oppure forse per la gioia di poter andarmene finalmente da lì.
... la seconda è decisamente da escludere.

«Ryuki-kun! Cosa hai fatto a Yui-chan!? So che è terribilmente carino, ma non credevo che saresti arrivato a quel punto!»
«Cosa? No, ti sbagli! Io non ho fatto assolutamente nulla!»
«È inutile che lo neghi! Yui-chan non piange così facilmente! Ci deve essere un motivo... avanti, confessa!»
«Ma non ho fatto nulla!»

Mi asciugo le poche tracce di lacrime che avevo ancora e allontanandomi da due, ringrazio il custode per la sua disponibilità.
Non ho intenzione di fermarli, perché Maiko sarebbe capace di interrogarlo per tutta la notte finché non avrebbe detto qualcosa, essendo lei una ragazza testarda, quasi quasi mi fa pena.

Tempo a Due || Yaoi ||Where stories live. Discover now