9.

3K 131 0
                                    

Punizione


-Quindi devo ricordare che prima lavorate con la MBI e dopo con l'SDE giusto? E devo ogni volta trovare il guadagno che deve aumentare sempre del 50%.

-Visto? Non era tanto difficile.

Disse freddo Justin.

-Ma allora guadagnate tantissimo.

Erano cifre enormi, cose che io non avrei mai guadagnato in una vita interna, che non guadagnava neanche una casa discografica o qualsiasi altra sorganizzazione.

-No, guadagnamo tantissimo.

Mi corresse lui.

-Fai parte di questa società.

Adesso avevo capito un po' di più in cosa consisteva il mio lavoro, alla fine la matematica non c'entrava tanto dopo che avevi capito il meccanismo. Lui si alzò, si diresse verso la porta e si voltò verso di me, ancora imbambolata sulla sedia.

-Beh, allora? Ti muovi o no?

-A fare cosa?

-Ad andartene no? Abbiamo finito, tu hai capito.

Disse infastidito.. forse dalla mia presenza?

-Giusto.

Finalmente non l'avrei dovuto vedere mai più per il resto della mia vita o quasi. Almeno una cosa era certa, non dovevo più passare serate intere con lui e questo mi fece stare molto meglio. Mi sentivo libera, ma non completamente.

Ancora la mia strada per la libertà era lunga, se mai fossi comunque riuscita a liberarmi.

Mi alzai e mi diressi verso la porta, lui la aprì abbassando la testa.

-Grazie.

Sussurrai, solcai l'uscita quando sentii una mano sulla mia spalla. E adesso che voleva? Il suo tocco mi fece rabbrividire. Lentamente mi voltai verso di lui. Justin si guardò la mano destra poi la alzò e me la porse, che comportento strano. Non credevo che l'avesse mai fatto con qualcun altro, sembrava inesperto anche a quel contatto. Un po' insicura gliela strinsi. La sua presa era forte e sicura rispecchiava difatti il suo animo sicuro di sé.

I nostri sguardi si incrociarono e io rimasi per un momento bloccata, a fissare i suoi occhi color miele.

Era perfetto.

Spostai lo sguardo sulle sue labbra carnose e, anche se per un secondo, mi parve di vederlo sorridere. Poi lasciò la presa e disse con il suo solito tono arrogante:

-Se ci sono problemi vieni.

"Spero con tutta me stessa che non ce ne siano" pensai. Finalmente non dovevo più vedere quell'assassino, quel mostro senza cuore.

**

Non so esattamente quanto passò e presto persi la cognizione del tempo, ma passai circa una settimana a elaborare calcoli matematici e gestire piccoli affari. Erano tutti gentili con me lì. Stivie più di tutti. Luke cercava di fare il duro, nonostante si capisse benissimo che, sotto quella sua maschera, non mi avrebbe mai fatto male. L'unico che dava dei problemi era Mike. Dopo quel giorno dello scontro ci eravamo rivisti solo un'altra volta e si era trattenuto per non aggredirmi ancora. Avevo paura di lui ma non per me, per il fatto che potesse fare del male a Criss. La cosa migliore in quei giorni era che non avevo dovuto vedere Justin e mi sentivo molto più sollevata. Tutto andava per il verso giusto, la routine era sempre la stessa e non succedeva niente di spiacevole o particolare.

These Four WallsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora