10-Simple Emotions.

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'..Correvamo a piedi nudi sulla sabbia..
Tutto il cielo intorno, nuvole nell'alba..
Ed io quasi avevo paura, paura di sentirmi così vivo, vivo..
Semplici emozioni vive sulla pelle.. Tutte le risposte in una corsa folle..
E tu che dicevi l'amore è solo una parola ma io ci credo ancora ma io lo vivo ancora perché ricordo ancora..
Dimmi adesso cosa è più importante di quel che abbiamo dentro..
Ma sei schiavo di una vita a tempo e corri più del vento..
E questo mondo non ha più distanze, puoi volare dove vuoi..
Ma se grido, se ti cerco, se io muoio tu lo sentirai..
Perché lo senti ancora..
Non puoi fermarlo ora..
Non puoi fermarlo mai ..
Giorni, settimane, notti senza luna.. Tra il lavoro, i sogni, un brivido alla schiena e tu eri senza catene ad annusare il mondo per sentirti viva..
Persi tra gli oggetti, persi negli sguardi..
Persi nei risvegli e nelle notti folli..
Perché lo sento ancora..'

Era decisa a raggiungerlo e a chiedergli spiegazioni.
Era sempre stata una donna determinata lei, niente e nessuno l'avrebbe fermata nel suo intento. Nemmeno una vipera dagli occhi di ghiaccio che doveva ammettere, aveva uno strano potere su di lei.

Si incamminò fuori dalla federazione senza dare alcuna spiegazione e si affrettò a fermare un taxi.

Ma quella era la cosa giusta da fare?
Andare in contro ad una vipera velenosa che non aveva fatto altro che confonderla e renderle la vita più complicata con la sua immensa arroganza e superiorità?
No, non era la cosa giusta da fare ma lei doveva sapere.
Doveva sapere perché era sotto casa sua quella sera.
Doveva sapere perché l'aveva abbracciata in quel corridoio per poi comportarsi in quel modo così stupido.
Ma era solo quello che voleva sapere...?

Nessun taxi passò in quel momento, forse il destino le stava dando la risposta alla sua domanda.
No, non doveva andarci.

Ma la dolce Helena non credeva nel destino, non credeva quasi in niente più ormai... così decise che sarebbe andata a piedi.

Stava sfidando il destino andando incontro a quegli occhi.

Era stata rapita dalla bellezza della vipera fin da subito anche se ancora non voleva ammetterlo a se stessa la mora era attratta da lui più di quanto pensasse.

Ignara ancora che quello di Randy era solo un gioco.
Un maledettissimo gioco che sarebbe finito prima o poi se lei avesse inconsciamente deciso di arrendersi a lui..
Ma anche un bellissimo gioco secondo lui..
Che lo costringeva a cercarla e a starle vicino.
Seppur quella era solo una scusa che la vipera usava per giustificare quella strana sensazione che sentiva ogni volta che aveva anche un minimo e semplice contatto con la ragazza.

Quella ragazza che ora determinata si stava dirigendo sotto casa sua per delle spiegazioni che sapeva, lui non gli averebbe mai dato.

Pochi passi ed eccola lì.
Una villetta indipendente completamente bianca con poche sfumature di grigio intorno, in totale stile di lusso ed eleganza.
Un lusso che lei non aveva mai visto non avendo la possibilità di permetterselo.

Aveva lavorato sin da piccola dopo la morte del padre. Nessuno mai l'aveva aiutata e questo non le aveva permesso l'infanzia che tutti meriterebbero, non le aveva permesso di studiare in santa pace dopo la scuola.
Era costretta a farlo la sera tardi dopo essere tornata dal suo lavoro in quel sudicio bar. Per sua fortuna era sempre stata una studentessa brillante ed era riuscita ad avere una borsa di studio e completare tutti gli studi.
Ed ora era riuscita ad avverare il proprio sogno.
Perché a volte non basta sognare ma bisogna saper vivere nei propri sogni.

Scosse la testa per liberarsi dai suoi pensieri e si avvicinò alla porta intenta a bussare.

Che cosa stava facendo?

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