Capitolo 5

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Capitolo 5: Quidditch

Lyn era rimasta sveglia fino a mezzanotte, mentre Michelle si era addormentata quasi subito. La giovane Malfoy continuava a chiedersi come mai lei avesse solo una ciocca bionda che col tempo si era scurita fino a diventare biondo castano, mentre Draco avesse tutti i capelli biondo platino del padre. Il discorso con Michelle l'aveva fatta pensare. Lei e Draco erano fratelli, ma non si somigliavano. A dire il vero, Lyn non assomigliava a nessuno della famiglia. Era più simile alla cugina Michelle che ai suoi stessi genitori.

Alla fine si era addormentata in sonno agitato. La mattina seguente si era svegliata con i capelli attaccati alla fronte dal sudore, le dita conficcate nel materasso, il fiato corto. Era l'alba quando Lyn aprì gli occhi. Nè Michelle nè Angelina erano sveglie, così la ragazzina di diede una rapida sistemata, poi andò nel bagno di Mirtilla Malcontenta per lavarsi il viso e rimanere un po' da sola. Mentre attraversava la Sala Comune per andare al bagno, vide che Oliver Baston era seduto davanti al fuoco. Lei rimase a guardarlo. Era così silenzioso, concentrato, quasi paranoico. Fissava il fuoco come se racchiudesse le risposte del mondo.

Lyn cercò di non fare rumore mentre attraversava la stanza, ma Oliver la sentì. -Già sveglia?- chiese lui senza staccare gli occhi dal fuoco. -Anche tu sei mattiniero a quanto vedo...- rispose Lyn. Si sentiva impacciata, nervosa.

-Sto studiando lo schema di Quidditch- rispose lui. Lyn annuì e lo guardò senza sapere che cosa dire. -Sai sono...- disse Baston. -Il portiere di Grifondoro, lo so. Vorrei entrare anche io in squadra, ma sono troppo giovane- disse Lyn. Non sapeva perché avesse concluso la frase al posto di Oliver, ma si sentiva come se stesse parlando da sola, come se Oliver fosse una macchina che emetteva suoni meccanicamente, senza alcun sentimento.

-Ruolo?- chiese il ragazzo. Lyn sentì il cuore saltarle in petto. Oliver aveva appena mostrato una scintilla di puro interesse e a questo Lyn non si era ancora abituata. -Non perdere tempo a parlarci, Lyn, pensa solo al Quidditch- le aveva detto Percy quando Lyn gli aveva chiesto se parlasse mai con qualcuno.

-Cacciatore- rispose Lyn. Era sempre stata brava a lanciare le cose e col tempo la sua mira era diventata perfetta. Tuttavia, era buona anche nel ricevere e parare e le sarebbe piaciuto essere il portiere, ma Lyn non era sicura che Oliver avrebbe apprezzato che una ragazzina di dieci anni gli dicesse che voleva tubargli il ruolo.

-Oggi ci sono gli allenamenti, il primo dell'anno. Prima di allenarci, posso valutare la possibilità di farti entrare in squadra.- disse Oliver, che si era animato. Aveva staccato gli occhi dal fuoco e ora questi la stavano guardando con vero interesse e con criticità assoluta, come se stesse cercando di valutare se potesse essere una brava cacciatrice.

-Bene...- Lyn non sapeva cosa dire. Insomma, il Quidditch le piaceva, ma parlare solo di quello la metteva un po' a disagio. -Allora ci vediamo oggi, ti vengo a chiamare io- disse Oliver e se ne andò.

Michelle era nella Sala Grande e accanto a lei Lyn mescolava insieme il toast e la gelatina, ma non sembrava intenzionata a mangiare. -Lyn, qualcosa non va?- chiese Fred. -Baston vuole vedermi giocare come cacciatrice, forse mi fa entrare nella squadra...- rispose Lyn distruggendo definitivamente il suo toast. -E quindi il problema è...- fece Fred. -Niente è solo che...Baston ha delle aspettative troppo alte e io...non lo so, mi da fastidio parlare e stare con lui. È troppo apatico, sempre concentrato sul Quidditch e sulla squadra.- disse Lyn.

Quando lo aveva visto nella Sala Comune la prima volta, aveva subito sentito il desiderio di parlargli, di fargli compagnia. Odiava le persone rintanate da sole in un angolo di una stanza con una moltitudine di persone. Ma adesso che l'aveva conosciuto, stare con lui era come stare con una persona senza anima, come se lui non vivesse, non nel senso completo, cioè non provava emozioni, non interagiva con nessuno, rimaneva isolato.

-Te l'avevo detto- fece Percy, addentando il toast. -Lo so, ma non pensavo fosse così...così...sì, insomma, così...Baston- fece Lyn, non riuscendo a trovare una parola per definirlo. -Quel ragazzo è meglio lasciarlo per conto suo, da retta a me- le consigliò Percy. Eppure Lyn non riusciva a toglierselo dalla testa. Non nel senso che lei fosse innamorata di lui, ma piuttosto come quando non si riesce a cancellare il ricordo di un incubo persistente dalla propria mente. In quel momento Lyn ripensò al padre. Sempre deconcentrato quando parlava lei, ma quando era Draco a parlare si animava di colpo. Forse era per questo che Lyn continuava a desiderare di attirare la sua attenzione, ma analogamente ne aveva il terrore.

Le lezioni erano finite e Lyn stava aspettando da quasi un'ora che Baston la venisse a cercare. Era seduta sul muretto sotto la volta ad arco di uno dei corridoi del castello. Sentiva il vento che le alzava i capelli legati in due trecce e le soffiava contro il viso. Aveva un po' di freddo alle mani. Si tirò le maniche della divisa in modo da coprire le mani e poi se le mise in grembo.

Quando Baston la vide, rimase leggermente sorpreso: Lyn sembrava così infantile, sembrava avesse otto anni anziché dieci. Il primo giorno che l'aveva vista, lei sembrava già una del secondo anno, con i capelli sciolti sulle spalle, la divisa indosso e quello sguardo guerriero. Baston aveva capito subito che lei sarebbe stata un'ottima recluta della squadra, ma aveva paura ad avvicinarla. Per lui il Quidditch era vita, i suoi compagni erano abituati a parlare con lui e sentirlo parlare in modo distaccato, ma Lyn no e questo aveva messo a disagio entrambi. Lyn perché non sapeva come gestirlo, Baston perché vedeva le reazioni della ragazza.

Mentre si avvicinava, Lyn abbassò la testa, sperando di non incrociare quegli occhi che raccontavano di un'anima vuota. Baston la condusse senza nemmeno salutarla al campo da Quidditch, dove era adagiato il baule con i due bolidi, il boccino d'oro e la Pluffa. Lyn ebbe un senso di vuoto quando Baston aprì il baule e le lanciò la Pluffa. Lei la prese al volo. Il ragazzo le porse una scopa Lyn attese un suo ordine per agire.

-Ora, io tenterò di parare i tuoi tiri, mentre tu cercherai di segnare.- disse Baston salendo a cavalcioni sulla sua scopa. Lyn strinse forte il manico della sua scopa e ci salì sopra tenendo la Pluffa sottobraccio. La ragazzina si mise davanti a Baston e prese in mano la Pluffa. La palla era larga 30 centimetri e aderiva molto bene alla mano, ma Lyn aveva il terrore di farla cadere a terra ancora prima di tirare indietro il braccio per lanciarla.

-Iniziamo- disse Oliver. Lyn lanciò con tutta la sua forza la Pluffa, che volò verso il cerchio di destra. Oliver la prese, perdendo per un attimo l'equilibrio. -Più è forte, più è lenta! Comunque, buon tiro, anche se ha bisogno di qualche ritocco, non hai tecnica- disse Baston.

Andarono avanti mezz'ora. Lyn riuscì a segnare solo una quarantina di punti.

Scesero dalla scopa e Lyn sentì il cuore martellarle contro la gabbia toracica. Aveva fatto pena, lo sapeva e sapeva anche che Baston l'avrebbe quasi sicuramente bocciata. Lui si avvicinò e prese la Pluffa, rimettendola a posto. Il ragazzo si allontanò e, dopo qualche passo disse:-Benvenuta in squadra, Malfoy. Vado a prenderti la divisa.- disse lui.

Nonostante il tono apatico di Oliver, Lyn si sentì crollare di gioia. Era nella squadra di Quidditch di Griffondoro!

Segreti di famigliaWhere stories live. Discover now