capitolo 30

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Giulia.
-Elia?- lo chiamo per indicarlo dove siamo seduti.
Si avvicina con cautela, e nemmeno mi guarda , non ricordo di averci litigato, ma a quanto pare.
-tutto bene?- gli chiedo.
-si!- risponde secco.
Mi trovo a disagio, scambio un occhiata a Rebecca, anche lei sembra non capire.
Quando la festeggiata arriva, ci alziamo tutti in piedi e le applaudiamo.
Dopo un po', dopo aver ordinato, prendo Elia per il braccio e lo porto fuori, devo capire cosa gli frulla nella capoccia.
-perché nemmeno mi hai salutata?- gli chiedo nervosamente.
-perché??- mi fissa stupito -abbiamo litigato prima di venire e pretendi che io ti rivolga parola?-
io lo guardo aggrottando la fronte.
-abbiamo litigato per il tuo cazzo di ciondolo ricordi?- grida.
-io non ti dico dove è- alzo la voce.
-sono il tuo ragazzo dovresti-
Le nostre voce sono solo urli confusi.
-non voglio ok?-
-PERCHÉ? ?-
-PERCHÉ SIAMO DI NUOVO DENTRO UN ILLUSIONE-
Scoppio in lacrime, tutto si spezza e si frantuma diventando piccoli pezzi spazzati via dalla fine del sogno.
Mi alzo di scatto, ancora quella sensazione di delusione e vuoto.
-dicci dove lo tieni!- Luca è appena entrato, ha la faccia rossa e arrabbiata.
-preferisco morire- gli sussurro.
-allora è quello che farai- mi strattona per la maglia, la paura mi sale in corpo facendomi rabbrividire.
Mi porta davanti all'entrata di una stanza fredda , una sedia metallica è posta al centro, strumenti di tortura riempiono gli spazi rimasti vuoti.
-sei un mostro!-gli grido contro.
-zitta!-
Dopo poco entr anche Eros, mi immobilizza alla sedia con una corda.
Mi riaffiora in testa il pensiero di quando, con Elia, feci la prima volta l'amore, avevamo litigato sul fatto che mi poteva succedere qualcosa, quanto aveva ragione, quanto pagherei per tornare a quella sera, per sfiorare la sua schiena nuda e il suo petto schiacciato al mio, mi basterebbe solo sfiorarlo.
-cosa c'è?- scherzò Luca perfidamente.
-gli mancherà il suo amore- concluse Eros.
-mi sa che non lo rivedrai più! - ridono insieme di gusto, la rabbia mi sale in tutto il corpo.
-tu hai paura di lui- grido.
Le loro facce si contraggono bruscamente e smettono di ridere, Eros ha la faccia allibita, mentre Luca sembra in preda alla rabbia.
-stai zitta!- sussurra.
-lo hai colpito alle spalle, sei un vigliacco- lo voglio provocare.
Sembra non aver più niente da dire, gli rimane solo rabbia e rancore, Elia è superiore in tutto a lui, in tutto quello che fa e per la persona che è.
Luca cammina verso di me a grandi passi ed affannosamente, ha preso un coltello in mano, si poggia con i bracci sulla sedia.
-sei vulnerabile, ti conviene stare zitta- mi minaccia.
Io non reggo più e mi trasformo in vampiro mordendosi al braccio, becco la vena, dalla quale succhio sangue, ma lui ritira dubito il braccio, grido,la gamba mi faceva male, qualcosa di caldo mi stava impregnando i pantaloni, non ho la forza di guardare, ma so che il coltello e infilato nella mia gamba.
-ora non parli più eh- sorride, come fa? Come si può fare del male alle persone e ridere?
Non lo so, ma io non ci riuscirei mai, i miei pensieri finiscono per farmi girare la testa, e tutto intorno diventa offuscato, poi tutto nero.

Oltre lo sguardo: figlio della fiammaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora