Capitolo 9

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Elia.
Adesso lei è mia, solo mia, sono il suo primo ragazzo, e questo momento è indescrivibile, ma sento che per lei è troppo anche se gli può piacere, non è molto che abbiamo iniziato a fare l'amore, ma è la sua prima volta, così decido di alzarmi e di interrompere tutto.
-va bene così- gli dico tirandola su con la mano.
-grazie- mi abbraccia forte e mi stringe a se stessa.
Io gli accarezzo i capelli morbidi, poi ci diamo una sciacquata nella doccia, ci mettiamo il pigiama e ci infiliamo nel suo letto.
Mi metto le braccia dietro la testa, e poi penso penso alle prime volte che venivo qua passando dalla finestra, a quando odiavo Giulia.
-sai che ti odiavo vero?- dico guardandola mentre si accoccola a me.
-già- dice alzando il capo, -eri odioso, mamma mia, non ti si stava accanto, ti vantavi sempre- dice ridendo.
-io?- dico - ma se tu nemmeno scusa chiedevi quando sbattevi contro di me- giro la testa guardandola.
- comunque sia, hai perso la scommessa- ride ancora.
La scommessa... Che bei ricordi che mi ha fatto tornare in mente, quando ancora andava tutto bene.
Mi giro verso di lei e gli metto la mano sul collo liscio, a volte vorrei morderla, questo pensiero mi gira in testa come una trottola, spero di sapermi contenere.
Finiamo gli uni abbracciati agli altri, coccolandoci a vicenda e finiamo addormentati.
La mattina quando mi alzo, scorgo il telefono ancora assonnato, sono le 6 e mezza, così mi alzo e mi preparo, ogni tanto la guardo, dorme ancora beata nel suo letto.
Quando ho finito, le do un bacio a stampo e la accarezzo, poi esco di casa e mi dirigo verso casa mia.
Entro in casa e già sono quasi tutti svegli, incontro Fred che corre verso di me con aria preoccupata.
-signorino- ha l'aria stanca e affannata -hanno attaccato, Luca e i suoi, hanno mandato a fuoco delle case, poi ha lasciato un messaggio, dice prima la terra, poi il tuo regno, devi fare qualcosa, chiama i tuoi amici stasera e allenatevi- dice senza girarci tanto intorno.
Stringo i pugni dalla rabbia e annuisco mentre vado diretto in camera.
Ci saranno sacrifici, lo so, ma devo fermarlo, prima che faccia del male ad altra gente.
Dopo poco mio padre bussa alla porta ed entra.
-se vuoi salvare la ragazza, la devi mordere - dice seriamente.
Io scatto dal letto guardandolo evidentemente confuso.
-papà ?- vado verso di lui - ma cosa stai dicendo?-
-ascoltami devi farlo per il vostro bene, credimi- dice in tono di supplica.
Mi metto le mani nei capelli, non posso crederci che devo morderla, sono passato sei mesi ad evitarlo e adesso mi tocca farlo seriamente, la situazione va di male in peggio.
Faccio uscire mio padre dalla stanza, poi essendo ancora presto, più o meno le 8, vado al parco a correre per levarmi tutti questi pensieri di dosso.
Mentre faccio il percorso, mi accorgo che c'è un silenzio innaturale nell'aria, così mi fermo e mi guardo intorno, due uomini vestiti di nero avanzano verso di me, mi trasformo d'istinto e corro verso di loro, hanno gli occhi rossi, la faccia mezza coperta, e gli stessi capelli bianchi.
Da solo non ce la farò mai, così uso il mio potere, l'energia cresce dentro di me, intorno a me,il primo uomo mi corre incontro, raccolgo l'energia nella mano e gliela scaglio addosso, spostandolo solo di un centimetro, ma non mi arrendo, colpisco ancora stavolta lo congelo, poi mi rivolgo all'altro con uno sguardo cattivo, per quanto possa esserlo, estrae una spada e corre verso di me, io sbatto le mani insieme e provoco un soffio di vento che lo spazza via, ma si rialza e stavolta lancia incantesimi neri, mi ferisce al braccio, provocando un dolore lancinante, poi riattacco, usando il ghiaccio, è un po' difficile , ma è molto più efficace, gli scaglio contro una lama di ghiaccio perforandolo al petto, il suo corpo si dissolve in una nuvola nera, poi mi giro per fare fuori l'altro, ma è già scomparso.
L'ora è arrivata, ci dobbiamo preparare, o sarà la fine per tutti noi e non permetterò che altre vite vadino perse a causa mia.
Quando ritorno a casa, ho mille notifiche sul telefono, tutti mi chiedono dove sia stato o se ci sono, sono stato fuori solo 40 minuti, penso, e invece l'orologio segna le due e mezza.
Devo aver perso l'orientamento, mi preparo ed esco, ho appuntamento con gli altri tra 5 minuti, come sempre sono in ritardo e come sempre, non so se parlerò di questa cosa, ma devo.

Oltre lo sguardo: figlio della fiammaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora