The Cherub's Wrath

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Ritorno a Hogwarts prima di tutti gli altri, così posso prepararmi per la festa di James. Jenny mi segue, parlottando su Al, la festa, il suo vestito per la festa, la collana che Al le ha regalato per San Valentino e così via. Annuisco educatamente, ma non la sto veramente ascoltando. I miei pensieri vanno a mamma e al suo appartamento scadente, a papà e al fatto che è un bastardo, e a Hugo e il suo nuovo piercing - c'è qualche limite alla stranezza di quel ragazzo? Riflessioni non esattamente positive, lo so. Ma niente sembra positivo nella mia vita, in questi giorni.

Prendo la mia 'Cartella Organizzativa' dal dormitorio e leggo attentamente i piani per la festa un paio di volte. Ci dirigiamo quindi verso la Stanza delle Necessità. Focalizzo l'attenzione sui dettagli esatti della festa mentre faccio tre volte avanti e indietro di fronte al muro, gli occhi strizzati per la concentrazione. Jenny si eccita un sacco quando la porta appare sul muro - è chiaro che non è mai stata nella Stanza delle Necessità prima d'ora. Vedete, è questo il grande vantaggio di avere James Potter come cugino - conosco ogni singolo angolo di questo castello a memoria.

La stanza è esattamente come l'avevo immaginata. È più piccola rispetto a quella in cui abbiamo tenuto la festa di Natale durante il terzo anno, ma a questa ci saranno meno invitati - a quella di Natale c'era praticamente tutta Hogwarts. Non c'è da sorprendersi che siamo stati beccati. Quella volta James si guadagnò un mese intero di punizione. Ci sono circa venti tavoli bianchi, ciascuno con quattro sedie attorno. Le sedie hanno cuscini rosa e ci sono palloncini rosa a forma di cuoricino a ogni tavolo. Le pareti sono drappeggiate con tende rosse e rosa e striscioni che esclamano 'Buon San Valentino!'.
In fondo alla stanza c'è un largo spazio vuoto con cuscini rossi posizionati a cerchio sul pavimento, per il gioco della bottiglia. Lungo quella parete sono sistemati dieci tavolinetti con sedie sui due lati per lo Speed Dating. Altoparlanti ai muri trasmettono musica da Merlino sa dove.

"È fantastico!" esclama Jenny.

"Lo pensi davvero?" chiedo nervosamente. "Non è troppo?"

"Rose, è geniale! Hai pensato a tutto questo da sola?"

"Tu mi hai aiutata," dico con modestia.

"Oh, per favore," risponde, "è tutta opera tua! Sei sicura di non voler venire?"

"Beh," dico, "potrei..."

"Oh mio Dio! Qualcuno ti ha invitata, non è così?" strilla, e inizia a saltellare eccitata. È come un cagnolino.

"È solo Mark," dico con nonchalance.

"Mark Matthews? Oh Rose, è così sexy!" dice, in un tono che non è da lei.

"Ok, datti una calmata, cara, non ti ricordi già più di un certo Albus Potter?"

"Al sa che lo amo," minimizza, e poi porta una mano alla bocca, come se non avesse avuto intenzione di dirlo.

"Tu cosa?" rido al suo imbarazzo.

"Non posso credere di averlo detto ad alta voce," dice e nasconde il suo viso tra le mani. "Per favore, non dirglielo!"

"Non lo farò," dico, ancora ridendo, "ma, giusto perché tu lo sappia, penso che lui provi la stessa cosa."

Alza lo sguardo e non riesce a nascondere un sorriso.

"D-davvero?"

"Certo," dico scrollando le spalle, mentre raddrizzo il centrino di uno dei tavoli. "Gli piaci dal secondo anno. Adesso non fare tanto la sentimentale con me... Non sono brava a fare i conti con emozioni e roba del genere."

"Oh, Rose, pensi davvero che lui mi ami?" sorride, mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime.

"Cos'è che ho appena detto?"

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