12. Ammetterlo non è una debolezza.

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«Buongiorno» Ashton si appoggia con la schiena all'armadietto accanto al mio.

«Pronto per oggi?» chiedo. Io sono nervosa da stamattina. Ho passato la maggior parte delle lezioni a tamburellare la matita sul banco. Sono agitata, non ho mai fatto una cosa del genere e già il fatto che dovrò stare a parlare con tre persone non mi va a genio.

«Sarà divertente vedere Steve cercare di rimorchiare una ragazza» ridacchia.

«Magari è più bravo di te» chiudo l'armadietto ed inizio a camminare verso la palestra. Odio le ore di educazione fisica.

«Tu dici?» Ashton mi raggiunge a cammina accanto a me. «Aspetta sabato a dirlo»

«Vuoi dire che sarà tipo un appuntamento?» balbetto.

«Vedremo» mi fa l'occhiolino poi si volta e va verso la sua aula.

Arrivata negli spogliatoi mi cambio e mi metto un paio di pantaloncini e una canotta larga.

«Bene i ragazzi a correre sulla pista, le ragazze dentro in palestra a fare ginnastica ritmica» dice il coach.

«È artistica, coach» ridacchia una di quelle gallinelle che mi ritrovo come compagne di corso.

«Come volete, basta che non mi rompete le scatole, io devo prenotare un massaggio per mia moglie» risponde il coach. È quasi più svogliato di me. E sinceramente fare il coach è un lavoro del cazzo. I ragazzi esco per andare a correre sulla pista mentre noi ragazze rimaniamo in palestra. Vado a sedermi sulle gradinate, non ho intenzione di fare qualsiasi cosa implichi movimento fisico.

«Tu sei Murphy, giusto?» una ragazza si mette di fronte a me. Alzo lo sguardo. È alta, davvero alta, come minimo cinque centimetri più di me.

«Tu sei?» chiedo. Non credo di averla mai vista.

«Beth» oh, la fatidica cotta di Steve.

«Uhm, piacere?» non è scontrosa, sembra dolce. Già mi sta salendo la glicemia.

«Steve aveva ragione sei scontrosa» si siede accanto a me.

«Tu invece no» mi sposto leggermente. Addio alle mie due ore a sfottere le oche sul campo da basket.

«Solo con Steve, è divertente» ammette.

«Sembri carina e gentile in effetti» la guardo solo per un secondo. È decisamente strana questa situazione.

«Tranquilla non sono come quelle oche» dice indicando le ragazze sedute sul campo.

«Be' per arrivare ai loro livelli ci vuole esperienza e bisogna succhiare un bel po' di cazzi» dico. Lei ridacchia.

«Che schifo» dice continuando a ridere.

«Sei vergine?» chiedo. Ma che mi frega? Perché faccio domande?

«No, ma l'idea di fare un pompino mi fa abbastanza schifo» si copre il viso con le mani. Non si perde niente e poi Steve sembra una ragazzina quando geme. Rimango in silenzio così questa volta è lei a fare domande. «Tu lo hai mai fatto?» ma che hanno tutti? Prima Blake e adesso lei. Per caso sulla mia fronte c'è scritto: guida spirituale al sesso?

«Sì» rispondo secca.

«Chi è il ragazzo che verrà oggi pomeriggio?» alzo gli occhi al cielo. Bene Sherlock ha iniziato il suo interrogatorio.

«Un mio amico» amico con cui pomicio, ma pur sempre amico.

«Steve mi ha detto che è il tuo ragazzo» mi guarda.

«No, non stiamo insieme» è troppo complicata la situazione con Ashton. A volte siamo lì e parliamo come due amici e a volte invece ci baciamo e lui mi tocca ovunque.

Badlands [a.i]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora