Capitolo 20

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Ivan's POV

Domani finalmente avrò 16 anni... i 18 si avvicinano sempre di più: patente, alcol, università, auto, sesso sfrenato con Celeste...

Non è una novità.

Giusto, non lo è. A proposito, sono passati sei fottuti giorni, il ciclo dovrebbe esserle passato... la chiamo al cellulare, mentre sono steso sul mio letto.

-Pronto?-

-Amore-

-Ivan, ciao-

-Che fai di bello?-

-Nulla in realtà, ho finito di studiare un'ora fa e mi annoio da morire... tu che fai?-

-Io stavo pensando a te-

Ride leggermente.

-E a cosa pensavi...?-, spero di non sbagliarmi, ma ho sentito la sua voce leggermente più roca.

-Che ormai il ciclo dovrebbe essere passato... vero?-

-In realtà... è scomparso proprio questa mattina... perché me lo chiedi...?-

Inspiro forte.

-Perché ho una voglia di fotterti che non hai idea...-

Sento un ansito dall'altro capo del telefono. E i jeans stanno già protestando.

-Uhm... e dimmi, cosa faresti se fossi lì con te...?- Amo la sua voce così eccitata.

-Per prima cosa, ti scaraventerei sul letto... poi ti bacerei a lungo, come piace a te. Ti strapperei i vestiti di dosso, e ti lascerei dei morsi su ogni parte del corpo...-

La sento che respira profondamente. La mia mano si sta già insinuando nei jeans.

-...poi infilerei due dita dentro di te, sentendoti gemere e sussurrare il mio nome. Ti sentirei così bagnata da dover imprecare per non scoparti immediatamente. Muoverei le mie dita, portandoti lentamente al culmine, e ti farei venire gridando il mio nome. Adesso voglio che parli tu...-

-Cristo Ivan, sono già bagnata...-

Gemo leggermente e stringo la mia erezione.

-Ho casa libera, vieni da me, ti prego...-

La sua vocina arrapata mi manda in pappa il cervello.

-Sto arrivando tesoro, e preparati ad urlare così forte da far spaventare i vicini.-

-Oddio Ivan...-

Prendo i preservativi e li metto in tasca prima di precipitarmi fuori.

Celeste's POV

Porca miseria... come fa a farmi eccitare così tanto?

Ho già una mano nei miei slip, che sono ormai fradici.

Chiudo gli occhi mentre immagino Ivan fare tutte le cose che ha detto per telefono... sospiro e inizio a strofinare lentamente il mio clitoride, immaginando le sue dita al posto delle mie.

Ansimo e ripenso alla sensazione della sua faccia in mezzo alle mie gambe, mi scappano dei gemiti involontariamente.

-Oh, Cristo santissimo...- mi giro nella direzione da cui proviene la voce: Ivan è qui.

-Ivan...-

-Non hai idea... di quanto mi stesse eccitando quello che facevi...-

Scuoto la testa.

-No, devi essere tu a farlo.-

Posso giurare di averlo sentito grugnire.

Quel suono mi si amplifica dentro, facendomi contrarre il ventre.

-Ai tuoi ordini.-

Mi sfila velocemente gli slip e inserisce due dita nella mia apertura.

-Oh mio Dio...-

Si avventa sul mio collo, iniziando a lasciarmi morsi e succhiotti mentre continua a torturarmi con le sue dita. Quando sto per venire, esce da me e mi lascia a bocca asciutta.

-Cosa...? Perché?!-

Sghignazza, lui.

-Oh no, questa me la paghi.-

Capovolgo rapidamente le nostre posizioni. Inizio a sbottonargli la camicia lentamente, voglio farlo soffrire. Lui prova a togliermi il reggiseno, ma glielo impedisco portandogli le mani sopra la testa.

-Sta' fermo, altrimenti ti lego...-

Mi ride in faccia. Scusa?

-Non sto scherzando.-

Lo guardo fisso negli occhi, e sono sicura che abbia deglutito. Gli tolgo definitivamente la camicia e lui riprova a toccare il reggiseno.

-Allora non ci siamo capiti...-

Prendo la camicia che gli ho tolto e lo lego tramite le maniche dell'indumento alla testiera del letto.

-Oh, per favore... non starai mica facendo sul serio!-

-Ti sembro una che ha voglia di scherzare?-

Riesco a leggere un po' di confusione velata dal timore nei suoi occhi. Mi guardo intorno e trovo un nastro grosso di raso, lo prendo e salgo a cavalcioni su di lui.

-Adesso vediamo se la prossima volta hai ancora voglia di fare il furbo...-, detto ciò, lo bendo per bene.

A noi due, baby.

Tranne noi (sequel di "Niente ha più senso")Where stories live. Discover now