Capitolo 30- Non ho mai pensato a tutto questo.

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CRESSIDA'S P.O.V.

Era sera, il coprifuoco era scattato da più di mezz'ora, ma Chiara e Logan non si facevano vedere.

Ero preoccupata. Molto preoccupata.

Kendall invece era tranquillissimo.

Lui sarebbe stato tranquillo anche se una bomba avesse colpito l'edificio.

"Ma dove sono quei due?!"

"Non preoccupartene."

"Ma se li beccano li cacciano."

"Affari loro."

"Io li vado a cercare."

Feci per uscire dalla porta, ma Kendall mi prese per un polso e mi appoggiò al muro.

"Non muoverti da qui. Se li vai a cercare e ti beccano sarai cacciata tu."

"Si, ma se non li cerco saranno cacciati loro."

"Loro se la caveranno. Chiara è brava a scappare. Logan sarà con lei. In fondo... è ancora il mio migliore amico..."

"Tu lo hai tradito. Non te lo perdonerà mai."

Lui iniziò ad avvicinarsi a me.

"Scordatelo. Non entrare in questo discorso."

"Ma guardati. Fai tutto lo stronzo, ma in realtà sei solamente solo. Solo e abbandonato. E vorresti avere qualcuno. E l'unica persona che ti dava corda era Logan. Ma tu non hai saputo tenertelo. Mi fai pena Schmidt."

"Non provarci Covly. Ti avverto, divento molto violento quando mi provocano."

"Io non sto provocando nessuno. Sto solo dicendo quello che sta accadendo a te."

"Non sai nulla su di me!"

"Smettila. Smettila di dire così. Ti ho inquadrato il primo giorno."

"Io ancora... non riesco a capirti. Sei così... volubile. Lunatica. Sei tu."

"Nessuno riuscirà mai ad inquadrarmi Schmidt. Nessuno."

"Oh... ma io sono sicuro... che ti capirò molto presto."

Stetti zitta.

In fondo era meglio non provocarlo... ero stretta tra lui e la parete, e sembrava molto incazzato.

Si avvicinò a me, poi lentamente mi baciò la guancia.

Scese verso il collo, continuando a baciarmi.

Passò le sue labbra sulla clavicola, mentre io ero ferma come un blocco di marmo.

"Ti piace vero?"

Mi risvegliai dallo stato di trance in cui ero caduta e cercai di darmi un tono.

"No... io... no."

"Bugia... lo so che ti piace..."

"Smettila... cazzo..."

Mise una mano sotto la maglietta e iniziò a risalire.

"Dimmi che non ti piace e io mi fermerò... forse."

"Non... non..."

Non dovevo dargliela vinta.

Ma questi ormoni...

"Rispondi alla domanda Cressida..."

Ricominciò a baciarmi il collo, fino a raggiungere il lobo dell'orecchio e mordicchiarlo.

"Io..."

"Cressida... sto ancora aspettando... sei troppo eccitante, e ti assicuro che non riuscirò a resistere ancora a lungo."

"Smettila... a me... non..."

Stetti in silenzio mentre lui continuava a baciarmi la clavicola.

"Smettila... io... cazzo chi prendo in giro, mi piace tantissimo."

"Così ragioniamo..."

Sfilò la mia maglietta e mi baciò sulle labbra, cavolo quando mi mancava sentirlo sulle mie labbra...

Abbassò lentamente i miei jeans, mentre io gli tolsi la maglietta.

Non volevo guardare...

"Cazzo..."

Abbassai i suoi pantaloni, poi rimasi a guardare i suoi boxer.

Cavolo... si vedeva un rigonfiamento proprio al centro dei suoi boxer.

Mi imposi di non guardarlo.

"Ti piace questa situazione... vero Crex?"

"Oh, ehm... io... stai zitto."

Ormai in intimo, ci sedemmo sul suo letto.

"Sto per vincere la scommessa..."

A quelle parole mi risvegliai dallo stato di incoscienza in cui ero crollata e riacquistai la ragione.

Lo stava facendo... solo per la scommessa.

Mi imposi di non piangere.

Mi alzai dal suo letto e mi chiusi in bagno.

Bene, ero in bagno, quasi sull'orlo di una crisi isterica, eccitata come non mai, in cerca di qualcosa da mettere addosso.

"Oddio oddio... stavo seriamente per dare la mia verginità a quell'uomo?"

Trovai una maglietta piuttosto lunga e dei pantaloncini, probabilmente erano di Chiara, mi avrebbe perdonato.

Kendall bussò alla porta.

"Che cazzo è successo?!"

"Cressida rispondi!"

Io stavo zitta, immobile, seduta sulla tavoletta del water.

"Cressida! Cosa diavolo ti è successo?!"

"Lo stai facendo solo per quella scommessa. Solo per quella scommessa. Dio mio che stupida."

"Smettila. Smettila. Non sei stupida! Non ti permetto di rovinarti così."

"Sei tu lo stupido! Lo stavi facendo solo per la scommessa."

"Non... non... dire... così..."

Uscii dal bagno e mi avvolsi tra le coperte.

"Cressida..."

"Cressida..."

"Cressida per favore parlami."

"Cressida."

Mi girai dall'altro lato e giurai a me stessa che non dovevo piangere.

"Cressida ti prego..."

Sentii dei passi e poi lui si infilò nel mio letto.

Aveva solo i boxer.

"Vestiti."

"Mi parli per dirmi questo?"

"Si."

"Dai... Cressida."

"No."

Mi prese la mano.

"Lasciami la mano."

Lui strinse ancora più forte.

"Ma si può sapere che ti ho fatto?"

Non risposi.

"Cressida... magari... magari..."

"Fammi dormire."

Lui mi abbracciò e io mi cullai nel suo abbraccio.

Poi mi addormentai stringendo forte la sua mano.

A dangerous Game: Big Time RushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora