Capitolo 7

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Isabel

Bianco. C'era solo bianco intorno a me. Gli occhi mi facevano male ed era molto fastidioso. Non riuscivo ad aprirli del tutto, li avevo socchiusi e la luce era accecante. Ero spaventata. Cosa ci facevo in un posto del genere? Avevo iniziato a camminare non sapendo dove dovevo andare, era tutto uguale, bianco come le nuvole d'estate che non puoi fissare per troppo tempo perché gli occhi non reggono la luce. Camminavo senza meta. Era un incubo? Oppure ero in un universo parallelo dove qui nessuno mi conosceva? La mia fantasia aveva superato il limite, stavo impazzendo ed odiavo il bianco. "Isabel" una voce familiare; poggiò una mano sulla mia spalla e mi voltai. Marion? "Isabel ricorda." Mi diceva. Aveva preso le mie mani nelle sue. "Marion cosa devo ricordare? Marion, no. Non andartene." Le urlai quando la sua figura minuta si allontanò da me. "Niall ha bisogno del tuo ricordo." Che ricordo? "Marion non lasciarmi sola." Urlai scoppiando in un pianto isterico. "Ho paura." Sussurrai con voce strozzata. "Isabel" Mi sentì chiamare. "Isabel svegliati, ti prego." Aprì gli occhi ed il viso preoccupato di mia madre mi tranquillizzò. "Mamma." L'abbracciai, "hai avuto un incubo, è stato solo un brutto sogno."

Tre mesi dopo...

"Sei sicura di volerlo fare?" La voce preoccupata di Niall mi metteva agitazione, ma al tempo stesso l'adoravo. "Ti prego smettila di chiedermelo e muoviamoci." Questa cosa avrebbe potuto cambiare la vita di entrambi, o almeno un po di cose. Eravamo a casa di Betty, la vecchia casa, quella dove viveva prima di trasferirsi con Niall. Non eravamo del tutto sicuri di ciò che stavamo cercando ma qualcosa avremmo trovato.
Dopo quella notte, dopo il bruttissimo sogno ricoperto di bianco, andai da sola da Marion e parlai con lei. Man mano che mi raccontava, io ricordavo. Il suo racconto veniva proiettato come un film nella mia mente. Capii il vero senso di quel sogno e capii anche cosa dovevo fare per aiutare quella donna. Dopo essere stata venti lunghi minuti insieme a Marion, andai a casa di Niall. Era domenica e mia madre mi stava aspettando per pranzo, ma feci finta di non ricordare quel particolare. Ero decisa su ciò che stavo facendo, ero infuriata e terrorizzata da quella situazione. Avevo bussato così forte alla porta di Niall che le nocche erano rimaste rosse per un po'. "Isabel cosa ci fai qui?" Avevo messo in secondo piano Niall, non lo avevo nemmeno salutato, ero così concentrata sul mio obiettivo che anche il mio ragazzo era totalmente inesistente per me. Betty, colei che aveva mandato il mio sistema nervoso al limite, la donna che avrei dovuto affrontare, era seduta sulla poltrona di pelle nera concentrata a leggere il giornale della domenica. Mi ero posiziona davanti alla sua figura tranquilla. "Desideri qualcosa?" La sua aria strafottente mi aveva fatto infuriare ancora di più, ma dovevo mantenere la calma, non avrei fatto il suo stesso gioco. "Lei è una donna spregevole, come ha potuto rovinare la vita di sua sorella?" Alzò gli occhi dalla carta senza colore che stava leggendo e punto il suo potente sguardo pieno di odio verso di me. "Ragazzina, come ti permetti? Non osare parlare di quella pazza miserabile di mia sorella!" Una risatina isterica mi scappò dalle labbra. "Pazza? Lei crede che Marion sia pazza? Qui l'unica malata di mente è lei." Niall mi stava guardando da non troppo lontano, aveva sul viso un'espressione confusa e frustata. Non capiva il perché stavo attaccando in quel modo sua zia, come poteva? Lui non aveva visto, lui non sapeva niente. Marion aveva detto a Niall di cercarmi perché io potevo aiutarla, ma lui non aveva dato peso alle sue parole. Io però, io avevo cercato loro, e avrei abbattuto tutta la malignità di quella donna; io potevo far uscire Marion da quella struttura fredda e lugubre, senza nessuna via d'uscita, se non la mia parola ed il mio ricordo.
"Isabel cosa stai facendo?" Niall si avvicinò a me e istintivamente mi allontanai da lui; non potevo permettere che la sua presenza o il suo tocco mandassero in tilt il mio piano. "Niall sto dicendo la verità, ora ricordo tutto." L'avevo detto puntando i miei occhi su Betty, la strega malvagia della nostra storia d'amore. Lei era la donna che non lasciava in pace i pensieri di Niall e automaticamente era un problema anche per me. Appena aveva capito che stavo parlando sul serio e che ricordavo tutto, la paura le attraversò gli occhi ma rimase impassibile a tutta quella menzogna che custodiva da anni.
"Tu non sai niente, ora dirò a tua madre che ti vedi di nascosto con mio nipote e ti farò rinchiudere in un collegio." Per un attimo la paura che non avrei più rivisto Niall aveva attraversato i miei pensieri, ma la parte intelligente del mio cervello aveva capito che non poteva realmente farlo. Mia madre anche sapeva qualcosa riguardo Betty, altrimenti non mi avrebbe mai detto di stare lontana da lei. Purtroppo non potevo parlare con mia madre, avrebbe scoperto di me e di Niall, ed io non volevo deluderla nuovamente.
"Che vuol dire che ricordi tutto?" Mi aveva chiesto Niall. "Sono stata da tua madre ed abbiamo parlato. Ricordo tutto ciò che è successo quel giorno."   Parlai con calma, osservando sempre le espressioni di Betty che erano irremovibili.
"Niall non crederai a questa pazza vero? E chi ti ha dato il permesso di fare visita a Marion?" Avevo spostato il mio sguardo su Niall che oscillava tra me e sua zia. Non riuscivo a capire ciò che stava provando. "Sono stato io a darle il permesso." La mandibola di Betty diventò dura e strinse le mani nel giornale ormai accartocciato. Si sentiva tradita, si sentiva umiliata ma io non ero felice di questo. Non ero mai riuscita a far del male a qualcuno, e a quanto pare nemmeno alla malvagia Betty. Percepivo la delusione che Niall aveva per me, era deluso dal mio comportamento ed io mi sentivo terribilmente in colpa.

Isabel Trust /Niall HoranWhere stories live. Discover now