Capitolo 2

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Sperava col tutto il cuore d'aver visto male.
Uno scherzo della vista? La poca luce delle candele la confondeva? Che diavolo li era capitato?
<< Tu non sei il mio Natsu >> aveva sussurrato piano, sconvolta, incredula.
Più lo guardava, più cercava di convincersi di star guardando negli occhi uno sconosciuto. Non erano gli occhi di Natsu, quelli. Non era il suo allegro sorriso, quel ghigno seducente ...
Seducente?
Scosse il capo, nel tentativo di rimettere in ordine i pensieri che le affollavano la mente, confondendola.
Lui era ancora lì, in piedi, a pochi passi da lei e sotto la luce soffusa della candela, che la squadrava con occhi socchiusi e quel perenne sorrisetto a incorniciarli il viso.
<< Sono sempre io, Luce. Sono solo ... tornato me stesso >> le rispose, avanzando di un paio di passi.
<< Stammi lontano >> l'aveva avvisato, portando il lenzuolo al petto, inconsciamente pensato che potesse proteggerla da lui.
<< Non mentirmi, non sei lui ... non sei lui >> ripeté.
E.n.d. inclinò leggermente la testa a destra, allungando una mano ad accarezzare una guancia di Lucy, che prontamente si ritrasse a quel contatto urlando "Non toccarmi"; le dita del demone si fermarono a qualche millimetro dal volto di Lucy, per poi improvvisamente poggiarsi sulla sua guancia. Lucy rimase così sconcertata da restare impassibile mentre lui, veloce, avvicinava il volto al suo, rubandole un bacio con irruenza.
Forzò le sue labbra e il respiro rovente del ragazzo si mescolò con quello di lei, lasciandola senza fiato. Le labbra di E.n.d. si muovevano vogliose sulle sue, rincorrendo la sua lingua, giocando con lei; approfondendo il bacio, Lucy arpionò la sua mano nei capelli del demone, avvicinandoselo, in preda a chissà quale incantesimo e lui emise un grugnito di soddisfazione. Nella foga, la spinse sul letto, facendola stendere nuovamente e si appoggiò con la mano libera sul materasso, per non gravarle addosso.
Le labbra di Lucy possedevano la capacità di annebbiarlo, erano morbide e sapevano di fragola. L'aveva sempre desiderata.

Lo schiaffo arrivò violento e potente sulla sua guancia, e la successiva spinta lo fece arretrare di diversi passi. Sul momento rimase stupito, poi ghignò, passandosi la mano sulla mandibola.
<< I tuoi ceffoni fanno male proprio come i tuoi calci, Lucy >> dichiarò, ridendo.
Lucy, rossa in viso e seduta, lo fissava a occhi spalancati, una mano a coprirsi la bocca e l'altra ancora a mezz'aria nell'atto di schiaffeggiarlo. In preda alla rabbia, scattò in piedi, pronta a fuggire via, ma fece appena mezzo passo che un mancamento improvviso le fece girare la testa, e lei incespicò nei suoi stessi piedi; il ragazzo la afferrò per la vita prontamente, tenendola stretta ed evitandole la caduta. Lucy si appoggiò istintivamente a lui, posando le mani sulle sue spalle e lo guardò dritto negli occhi, chiedendogli cosa le avesse fatto:
<< Sei ancora debole, Lucy. Il tuo potere magico è completamente sparito >>.
A quelle parole, solo in quel momento la maga degli spiriti stellari si rese conto di non avere più il suo borsellino, quello dove teneva le sue amate chiavi.
<< Dove sono le mie chiavi? Che ne hai fatto? >> li urlò contro.
<< Le ho buttate da qualche parte, qui in giro >> le rispose con tono incurante.
Conficcò le unghie nelle spalle di Natsu, in preda alla rabbia:
<< Riconsegnamele! >>
<< Non ti servirebbero un granché, comunque >> la sbeffeggiò << Come ti ho detto prima, non hai potere magico. Sei a secco, Luce >>.
<< RIDAMMI LE MIE CHIAVI, MALEDIZIONE! >> urlò più forte lei, prendendo a pugni il suo petto, allontanandolo da lei. Barcollò nuovamente, ma riuscì a sedersi sul letto dietro di lei.
Come aveva potuto farlo? Le aveva strappato una parte di sé e non gliene importava!
Non poteva abbandonarli.
Si coprì il viso con le mani, respirando affannosamente, in preda a una crisi di panico. Le ci volle comunque poco per riprendersi; prese un sospiro profondo, ed espirando dopo, fissò il nuovo Natsu che le stava di fronte, in attesa di una sua successiva mossa:
<< Dove siamo? Dove sono tutti? >> domandò, decisa a tenere ferma la propria voce, non cedendo al panico. Doveva essere coraggiosa e forte. La disperazione che provava nelle viscere le sarebbe servita a poco e, dopotutto, doveva capire il comportamento di Natsu, la sua trasformazione. Perché l'idea d'averlo completamente perso non la accettava, non voleva nemmeno che le sfiorasse la mente.
<< Questo è un vecchio rifugio di Tartaros. Una vecchia villa un po' diroccata, ma si regge ancora in piedi, nonostante gli anni passati >> rispose tranquillo << I membri di Fairy Tail sono, dove li ho lasciati, almeno credo ... svenuti per le strade di Magnolia >>.
<< E se te lo stai chiedendo ... no cara, non ci troveranno mai >> concluse, la sicurezza che alleggiava fra le sue labbra.
Lucy strinse le mani a pugno, stringendo i lembi del lenzuolo: << Non ... non li avrai mica ... >> sussurrò preoccupata << No >> la interruppe subito E.n.d. << Non gli ho uccisi. Ora come ora, sono completamente inermi e indifesi. Lontani anni luce dal crearmi problemi >>
La maga emise un sospiro di sollievo, almeno erano vivi. Ora aveva bisogno di sapere altro.
<< Che ti è successo? >> domandò con un groppo in gola.
<< Il sigillo che mi teneva imprigionato è stato spezzato, Lucy >>.
<< No ... tu ... Natsu, tu sei ... >> balbettò incredula, comprendoni nuovamente la bocca con una mano, le lacrime che già scendevano lungo le guance. Si alzò lentamente dal letto, attenta ai giramenti di testa, e si avvicinò di nuovo a lui. Gli prese il volto fra le mani, guardandolo negli occhi, in cerca di Natsu: accarezzò col pollice le squame sulla guancia e gli passo l'altra mano fra i capelli, a sfiorare le corna sul capo. Lui chiuse gli occhi, beandosi del suo tocco.
<< Perché tu? >> chiese in un lamento Lucy.
<< Sono sempre stato così, Luce. Questo sono io, non quel Natsu >> sputò il suo vecchio nome, come se fosse qualcosa di disgustoso anche solo da pronunciare.
<< Mi hanno messo a dormire, quei maledetti maghi, e un lato della mia anima si è sviluppato fino a diventare quel maghetto insofferente che hai conosciuto >> continuò, ignorando la sofferenza negli occhi di Lucy:
<< Sono rimasto in attesa, sopportando quel ridicolo Dragon Slayer che ero diventato, soffrendo e ridendo con lui. Sono rimasto in attesa di tornare, mentre vivevo la sua vita chiuso nei meandri della mia stessa mente, i miei poteri serrati in un maledetto libro ammuffito >> concluse, nella rabbia.
La prese per la vita, avvicinandosela di più, facendo combaciare i loro bacini e i loro petti, affondando il viso nell'incavo del suo morbido collo. Lei sussultò e lo abbracciò d'istinto; il suo corpo reagiva ancora, nonostante tutto, a quello di Natsu.
<< Ma tu, Lucy ... non appena Natsu aveva posato i suoi occhi su di te ... ha sentito un irrefrenabile desiderio che, mi chiedo come, è riuscito a contenere. Io ti desideravo. E continuo a farlo >> le soffiò sul collo, iniziando ad accarezzare i suoi fianchi, lentamente. Lucy non smetteva di piangere e continuava ad accarezzare il viso del demone e i suoi capelli; poi aveva sussurrato qualcosa, così piano che E.n.d. non se n'era accorto, troppo preso dalle sue carezze e dal suo profumo. Alzò il viso, portandolo a un soffio da quello di lei e cominciò a sfiorare piano il suo naso col proprio.
<< Rivoglio Natsu >> sussurrò nuovamente, più decisa. Fermò il viso di E.n.d. nuovamente con le mani, ma senza allontanarlo. Doveva vedere bene, nei suoi occhi, la fermezza di quello che diceva.
<< Non sono solo E.n.d., Lucy ... sono anche il tuo Natsu. Lui è ancora qui, siamo la stessa identica persona. Come fai a non capirlo? >> le chiarì, le sue parole intrise di calma ma infettate di una punta d'irritabilità.
Perché non poteva amarlo come amava quell'altro?
<< Tu non sei lui >>
Quelle parole sembrarono colpirlo, come poté notare la maga, dallo sgranare dei suoi occhi.
<< Ti riporterò indietro Natsu. A Fairy Tail, dai nostri compagni >> affermò fiera.
Lui le rise in faccia, sguaiatamente. Una piena risata che si prendeva gioco della superbia delle sue parole.
<< Davvero, Luce? >> domandò fra le risa. Oh, come poteva essere divertente quella ragazza.
Lei stese le braccia, allontanandolo ma tenendo le mani sui suoi avambracci.
<< Ovviamente, in un modo o nell'altro. Sarà la mia missione >> affermò risoluta.
Lui calmò le risate, guardandola di sbieco, poi ghignando ancora più maligno.
<< Ah si, Lu? Ma pensa un po' ... la mia, di missione, sarà tutt'altra cosa, invece >> le riferì, la voce calda e sensuale che le arrivò nelle orecchie, dritta poi nella colonna vertebrale, a donarle una strana scossa.
Eccitazione.
E.n.d. in quel frangente, approfittando del suo momentaneo blocco, aveva nuovamente affondato il viso nell'incavo del suo collo, baciandolo e leccandolo appassionatamente, facendole emettere dei pesanti sospiri. Lucy non poté frenare le sue mani, che corsero sulla schiena del demone, per volare poi nuovamente fra i suoi morbidi capelli rosa, accarezzando con le punta delle dita le corna.
<< E ... da quello ... che sento ... >> le confidò fra un bacio e una leccata:
<< ... sto già vincendo io >> concluse, spingendola sul tappeto ai loro piedi, fra i sospiri e i gemiti di lei.

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