CAPITOLO 30

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"Non ho ancora capito perché non siamo potuti rimanere. Voglio dire, che senso ha partire quando domani mattina dobbiamo ritornare..." Farfugliò Joye

"Tu chiacchieri troppo." Ribatté Charly "Non è un motel questo.. Già è tanto che zio ci ha dato la possibilità di sfruttare il casale, possessivo com'è." Continuò.

"Non lo avrebbe saputo, in tal caso."

"Si, e Cath chi la porta qua?"

"Ci inventiamo qualcosa!" rispose esasperata Joye

"Abbiamo già organizzato tutto, non possiamo cambiare i piani..."

Era arrivata l'ora del ritorno all'Accademia, sebbene il giorno dopo dovevamo tornarci, sentivo che quel posto mi sarebbe mancato. Avevo trascorso i due giorni più tranquilli da quando ero arrivata lì a Bristol, soprattutto con Liam. Niente litigi, niente malintesi... Niente di niente. Credo che quella sera, sotto il gazebo, con la coperta e i nostri corpi uniti a tenerci al caldo, avevamo chiarito una volta per tutte e non potevo esserne più felice.

Stavo sistemando (e lisciando per bene) il vestito per la festa su una stampella mentre quelle due continuavano a battibeccare.

"Non vedo l'ora di indossarti domani." Bisbigliai sorridendo al tutù, come se potesse sentirmi.

Una volta messo dentro l'armadio mi girai, posando le mani sui fianchi e cominciando a fissare le amiche, affinché la piantassero.

"Ne avete ancora per molto?" quasi urlai

In un secondo si zittirono, finalmente.

"Che intendi?"

"I ragazzi ci aspettano, dobbiamo andare." Risposi

"Dobbiamo per forza?" si lamentò Joye

"Andiamo, smettila di fare la bambina. E tu" indicai Charly "finisci di mettere le cose in valigia. Io intanto vado, vi aspetto giù." E con questo, prima di vedere come fossero rimaste di stucco per il mio comportamento e sorridere fiera di me, chiusi la porta e scesi le scale, inoltrandomi al salone. Stavo per uscire dal portone principale, quando sentì un bisbiglio provenire dalla cucina. Mi affacciai alla porta e vidi Liam al telefono, era davanti la finestrella che dava al giardino e mi dava di spalle. Pensai di andarmene e lasciare che parlasse da solo, non potevo di certo mettermi ad origliare. Feci per andarmene quando pronunciò una frase che mi fece preoccupare.

"Certo Dottor Smith... Cosa? Si può prolungare?"

Dottore? Prolungare? Cosa?

"E' importante... Certo... Meno male, grazie mille Dottore, a presto allora."

Era tutto così confuso e non riuscivo a pensare lucidamente. Perché era al telefono col dottore? E di cosa parlavano?

"Solene!? Stavi origliando?"

Balzai sul posto e pensai a una scusa.

"Io, ecco, avevo bisogno di un bicchier d'acqua, ma ti ho sentito parlare al telefono e non volevo disturbarti per cui.."

"Ti sei fermata li e hai sentito tutto." Continuò

Annuii abbassando il capo, sentendomi in colpa. Sperai solo che non si infuriasse per la domanda che gli stavo per porgere.

"Perché stavi parlando col dottore? C'è qualcosa che non va?" domandai alzando lo sguardo e incrociando il suo...preoccupato.

Passarono quelli che sembrarono minuti prima che avanzò verso di me, bloccandosi a qualche centimetro di distanza.

"Niente di cui tu debba preoccuparti." Sussurrò mettendo su un piccolo sorriso e portando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio.

"Sicuro?"

Whisper ; Liam PayneWhere stories live. Discover now