Capitolo 2

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Il giorno seguente iniziarono le lezioni. La sveglia suonò alle 7:30 e a quanto pare fui l'unico a sentirla.

"RAGAZZI SVEGLIA!" urlai con tutte le mie forze a quei due che sembravano orsi in letargo.

"Mamma, ancora cinque minuti!" disse Liam con tono insonnolito ancora con gli occhi chiusi.

"Fanculo." disse Zayn.

"Dai ragazzi non fate così, non voglio arrivare tardi al mio primo giorno di scuola."

"Tu comincia a prepararti, io ti raggiungo in mensa." mi disse Liam.

"Vabbè, a questo punto, vengo anche io. Tanto non ho nulla da perdermi. Odio la scuola." ci informò Zayn con un tono poco gradevole. Si stropicciò gli occhi e si alzò dal letto.

Mi diressi verso il bagno, mi feci una doccia veloce e cercai di sistemare i miei capelli in un modo abbastanza decente. Tornai in camera e decisi cosa mettermi: una maglia bianca a righe blu e dei pantaloni rossi con delle Vans blu scure ai piedi. Amavo quell'outfit.
Nel frattempo anche Liam e Zayn si erano preparati. Presi il mio zaino, ci ficcai dentro qualche libro a caso, tanto non ne avremmo usato neanche uno il primo giorno.

"Andiamo?" chiesi io.

"Andiamo." risposero i due.

Uscimmo dalla camera, la chiudemmo a chiave e io presi la custodia di quest'ultima.
Ci diressimo vero la mensa e facemmo una colazione molto veloce.

"Non so voi ragazzi, ma io ho paura. Sono molto agitato." dissi uscendo dalla mensa.

"Anche io. Non mi reggo in piedi per quanto mi tremano le gambe." mi rispose Liam.

"A me siceramente non frega un cazzo" ripeté Zayn per la milionesima volta. Troppo pessimista quel ragazzo.

"Sì Zayn, lo sappiamo." gli rispondemmo in coro.

"Allora, io devo andare nell'aula di Storia dell'Arte." dissi io.

"Io in quella di Inglese." mi informò Liam.

"Io ho...Matematica. Non. Ci. Posso. Credere." affermò in incredulo Zayn.

"Ci uniamo al tuo dolore, Zay." gli risposi io con una risatina finale.

"Allora buona fortuna!"

"Buona fortuna!"

"Anche a voi."

Ci salutammo e ognuno di noi prese il corridoio nel quale le nostre classi si trovavano.

Aula 56 - Storia dell'Arte

Entrai con le gambe che mi tremavano. Trovai un posticino in ultima fila, vicino ad un biondino che avrei giurato che fosse tinto.

"Piacere, Niall." mi disse sorridendo e avvicinando la sua mano a me.

"Louis, il piacere è mio." gli strinsi la mano e ricambiai il sorriso.

"Ti va di prendere un caffè dopo la lezione?" mi chiese lui.

"Ne sarei onorato." sorrisi.

Piano piano la classe cominciò a riempirsi e quando tutte le sedie erano piene, un uomo alto e magro con indosso una camicia con delle fantasie stravaganti, degli skinny jeans neri e degli stivaletti marroni, con gli occhi verdi come lo smeraldo, che i miei non poterono di certo non notare, i capelli bruni con dei boccoli alle punte che gli sfioravano le spalle, delle fossette che gli si erano formate mentre sorrideva, si mise sul ciglio della porta. Era bellissimo.
Appena mise piede nell'aula, tutti si alzarono in piedi. Quell'uomo era il mio professore di Storia dell'Arte.

TeacherWhere stories live. Discover now