Capitolo 1

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"Okay mamma, ti faccio sapere dopo. Ti voglio bene." Riattaccai la chiamata dopo aver appena sentito al telefono mia madre per la miliardesima volta da quando la lasciai lì, sulla porta di casa, da sola con le mie quattro sorelle in quella mattina di settembre.

Quella mattina capii che la mia vita stava cambiando rapidamente. Appena misi piede nel campus della London New University, sentii la campanella suonare per la prima volta. Un nuovo inizio. Nuova scuola, nuovi amici, nuovi professori. Tutto nuovo. Le gambe mi tremavano come non avevano mai fatto prima d'ora.

Mi affrettai ad arrivare in segreteria dove avrei scoperto in quale stanza sarei dovuto andare.
"Louis William Tomlinson, primo anno." dissi a quella signora sulla cinquantina, la classica segretaria zitella antipatica.
"Scala 5, terzo piano, camera 154." affermò la segretaria e mi diede la chiave della mia stanza insieme al regolamento scolastico e ai vari corsi da frequentare.

Quella era un'accademia sia maschile che femminile, c'era un dormitorio per i ragazzi ed uno per le ragazze, quindi non sarei mai potuto capitare in stanza con qualche ragazza.
Speravo che i miei compagni di stanza fossero abbastanza simpatici e socievoli, in quanto avrei voluto passare in tranquillità quei cinque anni.

Attraversai il corridoio che divideva i due dormitori, quello maschile e quello femminile. Salii sulla quinta scala e arrivai al terzo piano, stanza 154. Presi la chiave e la inserii nella fessurà, la girai ed entrai. Per fortuna non era arrivato ancora nessuno. Scelsi il letto più grande, ovviamente. Mi ci buttai su e decisi di leggere il foglio dei corsi che avrei dovuto frequentare.

I corsi d'inglese, matematica, storia ed una lingua straniera a scelta erano obbligatori per tutti. Poi ovviamente c'erano dei corsi che ognuno poteva scegliere in base a ciò in cui voleva ricevere la laurea.
Avevo scelto di frequentare il corso di Storia dell'Arte. Per me l'arte era qualcosa di affascinante, qualcosa che non deve essere per forza di buon gusto, ma deve riuscire a farti provare qualcosa. Mi aveva affascinato fin da quando avevo 3 o 4 anni. Adoravo disegnare, mi sfogava. I miei coetanei amavano passare le ore a giocare a calcio, basket o quei giochi di lotta tra bambini; io invece amavo stare interi pomeriggi sui fogli di carta e tra colori e pennelli. Loro odiavano l'arte, mi chiamavano 'femminuccia', 'frocio' o cose simili solo perché avevano la mentalità chiusa e non ne comprendevano il senso. Solo per questo fatto non avevo amici, la mia infazia è stata un incubo. Nessuno capì perché mi piacesse l'arte. Nemmeno io.
Volevo diventare un pittore o un architetto, o qualsiasi cosa avesse a che fare con l'arte.

FINE AGGIORNAMENTO

Ad un certo punto qualcuno entrò spingendo violentemente la porta. Sicuramente sarà stato uno dei miei compagni di stanza.

"C-ciao. Io sono Lou-"

"Non me ne frega un cazzo di chi sei! Stupida scuola, stupida famiglia, stupidi amici!" esclamò il ragazzo vestito tutto di nero, barba incolta, piercing al naso e orecchini, capelli neri rasati ai lati e occhi scurissimi.

"Scus-" non ebbi neanche il tempo di finire la parola che lui mi interruppe.

"Senti. Non ti devi scusare perché non è colpa tua se sono qui. Quindi ora vedi quello che devi fare oppure ti faccio cambiare stanza. Stai zitto per favore!" Volevo farmi degli amici, quelli che non ho mai avuto, e mi ritrovo uno così scontroso un camera.

"Hey, so che non dovrei parlarti o cose così, ma visto che dovremmo essere compagni di stanza per nove lunghi mesi, tanto vale iniziare bene no? Avrei una sola domanda. Come ti chiami?" chiesi tremando, mentre il ragazzo tirava le sue valigie sopra al letto.

"Zayn." rispose freddamente.
Dal suo cartellino appeso alla giacca di pelle nera scoprii che il suo nome completo era Zayn Javaad Malik, nato il 12 gennaio 1993.

"Piacere, Louis Tomlinson. Ma puoi chiamarmi Lou, Tommo, o come vuoi tu. Basta che non mi chiami Boo-Bear." Che stupido! Mi detti uno schiaffo in faccia perché ebbi appena affermato una cosa per la quale mi avrebbero sicuramento preso in giro. Odiavo quel nomignolo. Mi ci chiamavano sempre i miei compagni di classe che non chiamerò mai 'amici'.

"Okay, tranquillo, non lo dirò a nessuno." mi disse, si era calmato, per fortuna.

Iniziai a sistemare le mie cose quando entrò un altro ragazzo che inciampò sulla sua valigia e tutti noi ridemmo, mentre io cercavo di aiutarlo.

"Piacere, sono Louis Tomlinson. Ma puoi chiamarmi Lou, Tommo, o come vuoi tu." ripetei per la seconda volta di in due minuti, ma stetti attento a non pronunciare quella specie di soprannome.

"Ma lo dici a tutti o cosa?" esclamò Zayn, ma io lo ignorai.

"Piacere, sono Liam Payne e...beh...puoi chiamarmi Liam." rise.
Era un ragazzo carino, ma Zayn era decisamente più bello. Però mi piaceva. Era molto solare. Aveva indosso una camicia a quadri azzurra, dei jeans e delle Converse bianche. Era anche divertente, mi piaceva quel Liam.

"Che ne dite di conoscerci un po' meglio?" dissi io.

"Sono d'accordo!" affermò Liam.

"Se proprio devo..." disse con poco entusiasmo Zayn.

"Chi comincia?"

"Vai tu, Lou." dissero quasi contemporaneamente.

"Allora, mi chiamo Loui-"

"Sì questo lo sappiamo!" questa volta lo dissero in coro.

"Perfetto. Sono nato la Vigilia di Natale del 1991. Fino ad un giorno fa vivevo con mia e le mie quattro sorelle. Ho una grande passione per l'arte, infatti seguirò il corso di Storia dell'Arte, mi piace far divertire la gente e amo cantare." Sorrisi. Non parlavo con dei ragazzi da non so quanto tempo. Avevo due nuovi ed unici amici.

"Okay, vado io. Sono nato il 29 agosto 1993. In teoria quello è stato anche il mio giorno di morte, ma per fortuna sono ancora qui. Avete capito bene, sono nato morto. Ho vissuto fino a qualche anno fa con un solo rene funzionante. Ora è tutto apposto. Amo la mia famiglia e amo tantissimo cantare, mi sono iscritto al corso di Musica." Liam era una persona solare, come me. Io e lui saremmo sicuramente andati d'accordo.

"Non so cosa dire." affermò, sembrava quasi in imbarazzo. Secondo me era lunatico.

"Cosa ti piace fare?" gli chiesi per rompere il ghiaccio.

"Niente."

"Non hai passioni? Uno sport? Niente?" chiese Liam.

"Devo rispondere per forza?"

"Noi ce ne andiamo." dissi, era proprio testardo.

"No no! Okay, rispondo e prometto di fare la persona educata." disse pregandoci di restare.

"Ci sai fare con le persone, eh Lou!" mi disse Liam.

"Modestamente." feci un sorriso.

"Mi piace la tecnologia." disse Zayn onesto.

"Figo!" esclamò Liam. "Allora dopo mi aiuti a sistemare lo stereo?"

"Con piacere." Lunatico, Zayn era davvero lunatico, ma non gli dissi nulla, non volevo rovinare la nostra amicizia appena iniziata.

"Comunque mi siete simpatici."

"Anche tu, Tommo!" esclamò Liam.

"Credo che mi troverò bene con voi due." ammise Zayn.

"Sistemiamo le nostre cose?" chiesi.

"Certo!"

E arredammo la stanza come più ci piaceva. Non mi divertivo così da una vita.

***

Agosto 2015

Hi

Vi ringrazio per aver iniziato a leggere questa fanfiction. Lo so non è un granché, ma è la prima che scrivo, quindi perdonatemi se trovate qualche errore o qualche frase non chiara. Ve ne sarei molto grata se mi avvertiste nel caso dovesse accadere una cosa del genere.

Marti xx

TeacherOù les histoires vivent. Découvrez maintenant