Capitolo 44

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Aurora stava allattando il piccolo Eneas. Da quando era nato, aveva completamente trascurato sé stessa per dedicarsi esclusivamente al suo bambino.

"Signorina Aurora, mi scusi.." irruppe nella stanza Carmen.

"Carmen, quante volte ti ho detto che devi semplicemente chiamarmi Aurora? E poi sai che non disturbi mai" sorrise la ragazza.

"Oh.. beh.. c'è posta per voi, sign...cioè, Aurora. Al dire il vero è un regalo"

"Un regalo? Potresti portarlo, gentilmente? Il bambino non vuole saperne di staccarsi" disse Aurora.

"Certo, signorina" rispose Carmen allontanandosi.

Nel frattempo, Morena arrivò in soggiorno e si sedette accanto ad Aurora.

"Quanto è piccolo.." mormorò la bambina, contemplando suo nipote.

"Già, sembra uno di quei bambolotti con cui giochiamo assieme"

"Ma a chi assomiglia? "

"Beh, penso che sia un pò presto per dirlo.. tuttavia.. credo che abbia delle caratteristiche mie e alcune del.. del padre" disse la ragazza vaga, mentre Carmen entrò nella stanza con un grande pacco.

"Oddio, e questo?" domandò sbigottita la ragazza.

"È un regalo per voi.. c'è anche un biglietto" spiegò la domestica.

Aurora scostò il bambino, pulì il suo visino e lo porse momentaneamente a Carmen per afferrare il pacco. Lo aprì, e con grande sorpresa, vi trovò ricami di tutti i tipi: bavette, tutine, scarpette. .tutte di colore bianco o panna.

"Ma.. chi può averle mandate?" chiese quasi tra sé e sé.

"Forse i signori Clark, i nostri vicini americani.." ipotizzò Morena, giocando con Eneas.

"Hm. .leggiamo il biglietto.." disse Aurora, prima di aprirlo.

Alla nostra bella mammina e al mio adorato nipotino.. perché è un maschio, non è vero?
Sappi, cara Aurora, che non vi ho dimenticato.

Saluti da Santa Helena,
Salvador Martinez

Aurora a quel nome posò il biglietto e i suoi occhi cominciarono ad inumidirsi.
Eleonora tornò dalla città allegra e spensierata, ma si rabbuiò nel vedere sua figlia con l'espressione così affranta.

"Aurora.. figlia mia, che ti prende? E questo regalo?"

"Leggete il biglietto, madre"

La donna annuì e lesse le poche righe con il respiro trattenuto.
In seguito, sorrise e ripose il biglietto nella busta.

"Neanche noi ti abbiamo dimenticato, Salvador" pensò Eleonora con tristezza, mentre prendeva il suo nipotino tra le braccia.

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Gli anni passarono in fretta a Madrid, ed Eneas aveva già compiuto due anni. Era un bambino curioso ed allegro, una specie di mascotte per villa Onieva.
Aurora era ormai una donna di ventitré anni, bella e sensuale.
Per tutto il tempo era rimasta sempre accanto al bambino, e non pensava mai a sé stessa.
Una sera, la sua amica Alejandra le andò a far visita.

"Allora, vieni con noi? Dai, Aurora!" insistette l'ostetrica.

Aurora era ormai da un paio di anni che non usciva dalla villa per svagarsi, e la sua amica voleva portala nel locale più esclusivo di Madrid.

Cuore ribelleWhere stories live. Discover now