capitolo 3

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Juan tornò alla villa con un ghigno sul volto. Quella ragazza gli piaceva: era sveglia, coraggiosa e intelligente, molto diversa dalle solite dame che era solito frequentare. Inoltre era molto bella: quei due grandi occhi color smeraldo colpivano i cuori delle persone come se fossero frecce. Peccato fosse così povera: se non lo fosse stata, avrebbe provato a divertirsi con lei, come era solito fare. Seduceva e abbandonava tutte le ragazze che pendevano dalle sue labbra: era fatto così, ed anche per questo suo padre era così ostile nei suoi confronti. A causa delle sue relazioni, aveva creato ma anche distrutto molte amicizie importanti. Arrivato alla scuderia della sua dimora, lasciò il cavallo ma si bloccò nel vedere nel giardino una carrozza. Rimase paralizzato e pensò al peggio. Entrò coraggiosamente nella villa e i suoi sospetti furono confermati: Rosana Perez, colei che avrebbe dovuto essere la sua promessa sposa, stava dialogando con suo padre. Appena il signor Martinez vide suo figlio, lo chiamò e gli intimò di avvicinarsi. Juan si incamminò incerto, mentre Rosana gli sorrideva maliziosa.

"È bello rivederti" disse con voce sensuale.

"Ciao, Rosana"

"Bene, vi lascio soli: avrete molte cose da dirvi" annunciò il padre prima di andarsene. Juan fulminò il padre con lo sguardo e guardò Rosana. In effetti, era una gran bella ragazza: di media altezza, minuta, aveva lunghi capelli biondi e mossi e occhi azzurri. La sua carnagione era perlacea. Le sembrava tanto una bambola di porcellana.

"Che ci fai qui?" le chiese lui duro.

"Non sei felice di vedermi, Juan? " chiese lei accarezzandogli una guancia. Lui si scostò.

"Sai benissimo che presto saremo fidanzati. Tuo padre ha intenzione di organizzare una festa per l'annuncio" annunciò lei trionfante.

"Che cosa??" urlò lui furioso.

"Non sembravi così scontento di stare con me quella notte..."

"Quello è stato solo un errore "

"Che aggiusteremo con il matrimonio, Juan. "

Il ragazzo si allontanò da lei senza rispondergli, e si incamminò verso la camera del padre furioso.

Nel frattempo Aurora era tornata in locanda e stava aiutando Mary ed Emilia nel lavoro. C'era molta clientela, e una mano in più è proprio quello che ci voleva. Aurora ripensò a quel ragazzo così sfacciato: al suo sguardo intenso, ai suoi capelli corvini e quel sorriso.. era la prima volta che si sentiva apprezzata da qualcuno. I ragazzi e gli uomini della locanda la guardavano, alcuni facevano anche delle battutine, ma lei non li aveva mai degnati di uno sguardo. Mentre puliva un tavolo, un ragazzo di circa 20 anni si avvicinò a lei e gli coprì gli occhi.

"Chi sono?" chiese quest'ultimo. Aurora sorrise: sapeva benissimo chi era!

"Miguel!" disse lei voltandosi e abbracciandolo. Miguel era un'orfano come lei, i suoi genitori morirono quando lui aveva solo 5 anni. Quando erano piccoli, passavano molto tempo assieme ma all'età di 16 anni, Miguel decise di diventare un marinaio.

"Come sta la mia bella Aurora?" disse lui stringendola.

"Da quanto sei arrivato a Santa Helena? È da un anno che non ci vediamo!"

"In realtà solo ieri sera. Mi sei mancata, piccola peste!" disse scompigliandoli i capelli.

"Miguel! Non sono più una bambina" rispose Aurora ridendo.

"Questo lo vedo! "

Emilia guardò incredula la scena davanti a sé. Miguel, il suo caro Miguel era tornato! Il suo cuore cominciò a battere all'impazzata e corse subito in camera sua per aggiustarsi. Si pettinò i capelli e spruzzò del profumo. Emilia era sempre stata innamorata di Miguel, ma ciò lui non lo sapeva. Emilia ricordò come da piccoli lui guardava Aurora, e una fitta di gelosia la attraversò. Quando uscì dalla sua stanza, si diresse verso i due amici.

"Miguel. ." disse Emilia attirando l'attenzione del giovane.

Lui si voltò e guardò la sua amica. Era molto cambiata: i corti capelli scuri che portava da piccola, ora le coprivano la schiena. Il suo fisico era molto più magro e il viso più maturo.

"Emilia! Da quanto tempo!" esclamò lui. Lei gli gettò le braccia al collo, sorprendendolo.

"Accidenti quanto affetto oggi!"

"Mi sei mancato, sciocco!"

"Ragazzi, vi lascio.. devo aiutare Mary! A dopo, Miguel! "disse Aurora inventando una scusa. Sapeva benissimo che la sua amica era innamorata pazza di Miguel e decise di lasciarli soli.

"Com'è andato il viaggio?" chiese Emilia mangiandolo con gli occhi.

"Benissimo, grazie. E voi? Come vanno le cose qui?"

"Il solito. I marinai bevono fino a perdere la ragione, Aurora passa il tempo girovagando per il villaggio o leggendo un libro ed io qui a lavorare!" esclamò lei cercando di screditare Aurora.

Miguel rise.

"Aurora è sempre stato uno spirito libero.." disse lui nostalgico.

"già.. "

"Non è cambiata: è sempre la stessa"

"Adesso è più carina.." disse lei acida.

"Lei è sempre stata bellissima" rispose lui guardando Aurora mentre serviva da bere e sorrideva dolcemente a un gruppo di vagabondi.

"Ed io? Come ti sembro?" si azzardò a dire Emilia, spiazzandolo.

"Tu.. bè. . Tu sei più.. carina" disse lui imbarazzato.

"Davvero?" Chiese lei con un luccichio negli occhi.

"Sì.. scusami, ora devo proprio andare. Ciao, Emilia" disse lui sorridendole. Emilia era al settimo cielo, ma quando Miguel si avvicinò ad Aurora salutandola con un bacio sulla guancia, in lei crebbe un sentimento di odio e rabbia.

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