Capitolo 35

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A poche ore dalla morte di Rosana, Aurora tornò all'Habanera con una strana espressione sul volto. Era pallida, e i suoi occhi verdi non brillavano. Miguel si insospettì e si avvicinò a lei, che si era seduta ad uno dei tanti tavolini della locanda.

"Aurora.. è successo qualcosa? Ti vedo strana.." disse il ragazzo guardando la propria amica.

"Ho la nausea" confessò la ragazza posando il viso sul tavolo e mettendosi le mani tra i capelli.

"La nausea? Hai mangiato qualcosa di particolare?"

"No " negò la ragazza sollevando il capo.

"Strano.." commentò Miguel toccandosi il pizzetto.

Emilia nel frattempo serviva i clienti come aveva sempre fatto, ascoltando attentamente i discorsi tra Miguel ed Aurora: ogni minimo particolare poteva essere adatto per mettere la sua nemica in cattiva luce.
Improvvisamente dalla porta della locanda entrò Juan: aveva i capelli disordinati, la camicia sgualcita e sporca di sangue e lo sguardo glaciale.
Appena Aurora lo vide, si avvicinò immediatamente a lui preoccupata.

"Juan! Cosa ti è successo? Sei ferito?" domandò la ragazza avvicinando le mani al viso del proprio amato, ma lui si scansò, lasciandola visibilmente delusa.

"Devo parlarti. È meglio se usciamo fuori" disse il ragazzo dandole le spalle.
Aurora si voltò istintivamente verso Miguel, che le fece l'occhiolino per incoraggiamento: ormai il suo migliore amico sapeva dell'amore che la legava a Juan.
Uscirono dalla locanda. L'aria era gelida, ma non minimamente paragonabile al gelo che era calato su Aurora e Juan.

"Juan.. parlami! Cosa ti è successo?" chiese la ragazza visibilmente nervosa.

"Dove sei stata oggi?" le domandò però lui.

"Io.. ehm.. al bosco, perché?"

Juan a quella risposta si irrigidì immediatamente e fulminò Aurora con lo sguardo.
La ragazza rabbrividì, ma non per il freddo: qualcosa si stava spezzando in lei.

"Perché mi guardi così, Juan? Parlami!" esclamò la ragazza non capendo lo sguardo del suo amato.

"Rosana è morta" disse lui gelido.

"ma.. che cosa stai dicendo? Quando?" chiese a ragazza sconvolta.

"Poche ore fa. È stata sparata e, guarda caso, il colpo è partito esattamente dal bosco" la informò, alludendo ad una sua possibile colpevolezza.

"E con questo cosa vorresti dire? Che sono stata io?"

"Non lo so. Questo devi dirmelo tu"

Aurora lo colpì in pieno viso.

"Non ti permetto di parlarmi così! Stai per caso delirando? Io non farei mai del male a nessuno! Non mi conosci minimamente se se solo pensi che sia stata io" urlò la ragazza in lacrime. Juan la credeva un'assassina. Le sembrava tutto un'incredibile assurdità.
Juan si toccò la guancia dove era stato colpito e penetrò Aurora con il suo sguardo. Le sue iridi erano due iceberg.

"Voglio solo sapere la verità, Aurora. Rosana è morta tra le mie braccia" disse stavolta più calmo.

"Non è un buon motivo per accusarmi"

"Già, forse. In ogni caso... ora devo proprio andare." concluse il ragazzo dandole le spalle.

"Ci rivedremo?" domandò Aurora temendo un suo rifiuto.

Il ragazzo si voltò, la guardò e non rispose. Il loro amore era verso il declino?

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Il giorno dopo, la chiesa era gremita per i funerali di Rosana. Carlos Perez gridava vendetta e piangeva, mentre Juan si sentiva terribilmente in colpa. La signora Beatrice piangeva disperata, mentre Salvador partecipava al tutto in maniera abbastanza indifferente. Eleonora era all'ultima panchina della chiesa, e quando Salvador la vide, le fece un piccolo sorriso. In fondo, lei era lì solo per rispetto nei confronti dei Martinez.
Dopo i funerali, Carlos Perez andò dalla guardia civile per denunciare l'omicidio di sua figlia, e le indagini partirono immediatamente. Interrogarono prima i Martinez, poi le cameriere. Domandarono se la signorina Rosana era in cattivi rapporti con qualcuno, ed un solo nome saltò fuori: Aurora.

Mentre Aurora serviva Jack e gli altri marinai, un investigatore ed una guardia irruppero in locanda.
Aurora impallidì alla vista dei due uomini.

"Stiamo cercando la signorina Aurora" disse il più vecchio dei due.

"So..sono io.." balbettò la ragazza.

"Abbiamo un mandato di perquisizione della sua stanza. La prego di condurci nella sua camera"

La ragazza annuì e i due cominciarono a mettere a soqquadro la stanza, buttando a terra vestiti, carte e vari oggetti.

"Ma cosa state cercando? Fate attenzione!" esclamò Aurora spaventata.

"Avete armi da fuoco?" le chiese l'investigatore.

"Come? Certo che no!"

"E allora questa cos'è?" disse la guardia mostrando una pistola.

Aurora si sentì cedere la gambe. Il mondo le stava crollando addosso.

"Quella.. non è mia.. lo giuro!" disse la ragazza sconvolta.

"Peccato che si trova nella sua stanza " disse l'investigatore guardando con disprezzo Aurora.

"Signorina, lei è sospettata per l'omicidio della signorina Perez. Mi deve seguire" ordinò la guardia afferrando le braccia di Aurora.

"Dove mi state portando?" urlò la ragazza in lacrime cercando di liberarsi.

"In carcere. È in arresto" comunicò la guardia dando un colpo alla testa di Aurora per farla tacere e facendola svenire.

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