Una vecchia conoscenza.

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Strinsi la mano al ragazzo di fronte a me, anche se ero molto, molto confusa.
«Allison Styles» mi presentai. «Mi scusi ma credo che ci sia stato un malinteso: io aspetto una ragazza, non un ragazzo.»
«Oh, beh sono mesi che aspetto di traslocare e mi hanno sempre assegnato questo appartamento.» mi spiegò.
«A me l'hanno detto stamattina, c'era il mio nome al computer; inoltre mia madre aveva già portato qui i miei mobili.»
«Allora saremo coinquilini» fece un sorriso gentile.
«Ma io aspettavo una ragazza, tra l'altro un'amica di mia sorella quindi non posso sbagliarmi.» spiegai.
«Magari avrà disdetto.» disse lui.
«Oh, certo» dissi pensosa. «Si accomodi pure»
Lui mi sorrise e portò dentro i suoi bagagli. «Posso dare un'occhiata all'appartamento?»
«Certo, è anche suo adesso»
Gli mostrai ogni stanza della casa, fino a quando non arrivammo alla camera da letto.
«Una sola camera?» mi chiese lui.
«Già, per questo le ho detto che mi sembra strano che ci abbiano assegnato  lo stesso appartamento.»
Fece spallucce. «Beh, un motivo ci sarà» disse facendo un sorriso.
«Si» sussurrai. «le va un caffè?» gli chiesi ringraziando mentalmente mamma per aver attrezzato tutta la mia cucina.
Accettò con piacere e ci accomodammo in cucina. Lui si sedette al tavolo e mi guardò fino a quando non finii di preparare il caffè.
Gli porsi la sua tazzina e mi sedetti di fronte a lui. Lo scrutai bene: era un ragazzo scuro, probabilmente asiatico a giudicare dal taglio orientale degli occhi color caramello; aveva le labbra carnose di un colore vivace, circondate da un po' di barbetta; i capelli più corti ai lati e scombinati in avanti al centro. Presto lo sguardo mi cadde sulle sue mani: erano grandi e tatuate, per non parlare del braccio destro che conteneva una miriade di tatuaggi. Dal collo un po' largo della maglietta si intravedevano altri tatuaggi sul petto e all'orecchio teneva un piccolo orecchino nero.
Era molto, molto attraente.
«Quindi... Allison?» mi chiese.
«Si. Zayn, hai detto?» chiesi io il suo nome.
«Si» sorrise.
In quel momento, fu come un lampo: pensando al suo nome, gli guardai il polso... Proprio come pensavo: aveva il mio stesso braccialetto.
Lo indicai. «Quello...?»
«Oh, questo?» Ridacchiò. «Non prendermi in giro, me l'ha regalato la mia fidanzatina quando andavo all'asilo. È imbarazzante» continuò a ridere.
«Già» allungai il mio polso sul tavolo. «molto imbarazzante.» sorrisi.
Lui lo guardò spalancando gli occhi. «O mio dio» rise. «Allie Styles?»
Scoppiai a ridere. «Si»
«È incredibile! Sono passati 17 anni!»
«Già, un bel po' di tempo»
«Non posso crederci» disse. «Io... Non so che dire, è molto imbarazzante» rise.
Suonarono al campanello.
«Vado io» mi offrii e andai ad aprire.
La signorina bionda mi ignorò e puntò lo sguardo sul ragazzo che stava a tavola.
«Zayn Malik?» chiese con voce sottile, quasi maliziosa.
«Si, sono io» rispose lui.
«C'è un appartamento libero proprio di fronte a questo, volevamo sapere se preferisse alloggiare lì.»
«Oh» si alzò in piedi. «beh, penso che la signorina Styles tenga alla sua privacy.»
«Perfetto, allora ecco le sue chiavi» disse, porgendogliele.
«Grazie» rispose lui e la bionda sparì. Poi si rivolse a me. «Bene, grazie per il caffè. Adesso sarà meglio che io porti i miei bagagli in casa mia.» mi lasciò un bacio sulla guancia. «Ci si vede»
«Ciao» lo salutai e chiusi la porta, continuando a sistemare casa.

Un suono squillante proveniente dal mio cellulare mi fece sobbalzare. Mi accorsi di essermi addormentata sul divano, mentre cercai il cellulare: Gemma.
«Pronto?» risposi, assonnata.
«Hey, sorella! Sei pronta per una serata con i fratelli migliori del mondo?» mi chiese eccitata.
«Cosa?» domandai, crollando di nuovo sui cuscini.
«Harry ed io passiamo a prenderti tra 20 minuti, ti portiamo in discoteca. Sbrigati!» disse e riattaccò.
Discoteca? Oh, no.
Di malavoglia mi alzai e mi trascinai in bagno per fare una doccia veloce... O meglio avrei voluto fare una doccia veloce. Mi accorsi che nel bagno di casa mia c'era solo una vasca.
Entrai ma non la riempii, semplicemente mi buttai l'acqua addosso.
Dieci minuti più tardi mi ritrovai in camera a scegliere un abitino color verde Tiffany, da abbinare a dei tacchi neri. Mi vestii e in pochi minuti misi eye-liner, mascara e rossetto color fragola sulle labbra, che stava a pennello con il colore scuro della mia pelle.
Mi guardai allo specchio: a differenza di molte ragazze, io mi piacevo. Ma non mi vantavo, semplicemente mi accettavo. Non avevo un fisico da urlo, ero semplicemente giusta e non ero nemmeno tanto alta ma a me andava bene così. Mi piacevano i miei lunghi capelli mossi e castani, e anche le mie labbra carnose; ma la cosa che preferivo di me erano i miei grandi occhi castani.
In quel momento suonarono al campanello e mi precipitai ad aprire la porta.
«Cazzo» esclamò Harry.
Gemma gli diede una sberla sulla nuca. «Calma gli ormoni, Styles, è tua sorella»
Scoppiai a ridere. «Ciao anche a voi»
Si precipitarono dentro, iniziando a ispezionare tutto l'appartamento.
«Sembra carino» disse Harry.
«Sei sola?» mi chiese Gem.
«Si, non ho nessuna coinquilina. È strano che la tua amica non sia venuta.»
«Già, è proprio strano» disse lei, corrugando la fronte.
«Adesso andiamo! O faremo tardi!» disse Harry spingendoci fuori.
Una volta in macchina, Gem ed io iniziammo a cantare a squarciagola mentre il povero Harry, alla guida, si tappava le orecchie.
«Le mie povere orecchie stanno piangendo» si lamentò.
«Esagerato!» Gem gli diede un'altra sberla.
«Non contradditemi mai più quando dico che mi maltrattate» rispose e io e mia sorella scoppiammo a ridere.
«Non pensarci, Haroldino» sorrise Gem. «Piuttosto pensa a quanti ragazzi farà perdere la testa la nostra cara sorellina con quel vestito, stasera.»
«Peggio ancora, non farmici pensare» la pregò lui.
Mia sorella si rivolse a me. «Allie, spero che tu sappia come far impazzire un ragazzo» mi fece l'occhiolino.
«Gem!» la rimproverò mio fratello.
«Che c'è? Non è difficile, basta sculettare e strusciarsi sui punti giusti.» continuò lei.
«Ora ti faccio scendere dalla macchina se non la smetti!» sbottò lui, infastidito, e noi due scoppiammo a ridere.
«Okay, la smetto» disse lei. «Tanto le basterà prendere esempio dalle tue amichette.»
«Gemma, ho detto che ti faccio scendere!» insistette lui.
Lei rispose con una linguaccia, poi si voltò verso il finestrino.
Quindici minuti più tardi scendemmo dall'auto e mio fratello Harry mise un braccio intorno alla mia vita. «Così penseranno che sei la mia ragazza»
Gemma roteò gli occhi al cielo. «Oddio, Harry! Lasciala vivere!»
Entrammo nel locale e mio fratello non aveva ancora deciso di lasciarmi.
«Ti rendi conto che se mi tieni non posso ballare?» mi lamentai. «Non mi va di strusciarmi su mio fratello.»
Sbuffò. «D'accordo» disse e mi lasciò.
Mia sorella Gem mi prese sotto braccio e mi trascinò in pista. «Finalmente si è scollato!» fece un sospiro di sollievo. «E adesso cerchiamo una bomba sexy per te»
«Non ce n'è bisogno» dissi ma lei non mi diede ascolto.
«Guarda un po' in giro» disse allungando il collo a destra e a sinistra. «Oh, guarda quello!» disse indicandomi un ragazzo dai capelli e gli occhi castani, con un po' di barbetta sul mento.
«Intendi quello con la camicia bianca?» chiesi per essere sicura che parlasse di lui.
«No, quello accanto, con la camicia nera e le maniche arrotolate fin sotto ai gomiti.»
Mi spostai per vedere meglio e riconobbi subito quel viso. «Quello è Zayn!»
«Zayn? Chi è Zayn?» mi chiese.
«Il mio fidanzatino dell'asilo!»
Lei sgranò gli occhi. «Zaynetto è diventato così?! O cazzo ma è...»
«Un figo pazzesco, lo so» finii la frase per lei.
Mia sorella mi guardò maliziosa. «Ti piace?»
«Come può non piacere uno così?»
«Va' da lui» mi disse e io la guardai scioccata.
«Ma sei impazzita? Non se ne parla assolutamente»
Sbuffò. «D'accordo. Vuoi qualcosa da bere?»
«Io non bevo mai»
«Beh, c'è sempre una prima volta» mi prese per il polso e mi trascinò al bancone degli alcolici. Ordinò due cocktail dai nomi strani che non riuscii a capire. Il barista ne porse uno a lei e uno a me, facendomi l'occhiolino.
«Perché quello mi ha fatto l'occhiolino?» sussurrai a mia sorella, iniziando a sorseggiare la roba alcolica che mi aveva costretto a prendere. Sapeva di fragola.
«Non so, probabilmente perché questo vestitino fa sembrare la tua terza una quinta» mi spiegò indicando il mio seno.
«È quello che mi hai regalato tu»
«Lo so, e sei molto sexy quindi mi piace» rise.
«Sei incredibile, Gem» risi anch'io.
Presto mi accorsi di aver finito il mio drink e mi sentivo il corpo in fiamme.
«Ne vuoi un altro?» mi chiese.
«No, grazie, sto andando a fuoco» rifiutai.
Annuì. «D'accordo» Notai che il suo sguardo si spostava alle mie spalle e che un sorrisetto si formava sulle sue labbra. «Allora ti lascio» disse, allontanandosi.
Cosa? «Gem?» la chiamai ma mi ignorava.
«Hey, ciao Allie Styles» sentii una voce alle mie spalle.
Mi voltai, trovandomi Zayn Malik davanti. «Hey, Zayn» sorrisi.
«Non ti facevo tipo da discoteca» mi disse.
«Infatti non lo sono, i miei fratelli mi hanno trascinata qui» ammisi. In quel momento sentii che l'alcol stava iniziando a fare il suo effetto.
«Oh, capisco» disse e mi fece un sorriso.
In quel momento un ragazzo dagli occhi chiari e dai capelli scuri si avvicinò a noi, scrutando me dalla testa ai piedi.
«Hey, Zayn, non mi presenti la tua amica?» chiese al ragazzo, senza togliermi gli occhi di dosso.
«Oh, Louis, lei è Allison Styles; Allie, il mio amico Louis Tomlinson.»
Gli strinsi la mano che mi aveva porto, accennando un sorriso.
«Ciao Allie Styles» mi disse. «ti va di...?»
Mia sorella, comparsa dal nulla, lo interruppe. «Ciao Louis Tomlinson, sono Gemma Styles, ti va di ballare?»
Lui la squadrò dalla testa ai piedi, poi sorrise. «Certo» accettò e si allontanò con mia sorella.
«È tua sorella?» mi chiese Zayn Malik.
«Si» dissi, un po' in imbarazzo. Improvvisamente sentii un forte calore pervadere il mio corpo. Iniziavo a sentire tanto caldo.
«Non vi somigliate per niente» osservò.
«Già, lei e mio fratello sono uguali, io non sembro loro sorella, sono molto diversa»
«E ti dispiace?» mi chiese.
Non mi avevano mai fatto questa domanda. «Beh, mio fratello è un gran figo e mia sorella è bellissima, quindi...»
«Oh, sta' tranquilla, Allie Styles. Hai ancora quel fascino che avevi all'età di tre anni» ridacchiò, facendomi l'occhiolino.
Risi anch'io.
«Vuoi qualcosa da bere?» mi chiese.
«Oh, ehm» stavo per rifiutare ma mi ritrovai a fissare i suoi occhi. «Certo» sorrisi.
Lui ordinò due cocktail e, quando me lo porse, pregai mentalmente di riuscire a reggerlo.
Ci sedemmo sugli sgabelli e mandammo subito giù i drink. Questo sapeva di lampone.
Sentivo caldo da morire ma il sapore era buonissimo.
Una ragazza si avvicinò a noi. «Hey, Zayn» lo salutò.
«Hey!» lui ricambiò.
«Sai dov'è Liam?» gli chiese.
In quel momento un ragazzo dalla camicia bianca si presentò accanto a noi. Era quello che avevo visto accanto a Zayn mentre ero in pista.
«Ragazzi, buonasera» sorrise. «sono qui, mi cercavi?» sorrise alla ragazza e le diede un bacio sulla bocca. Poi si rivolse a Zayn. «Hey amico» fece un cenno verso di me con la testa.
«Liam, lei è Allison Styles» mi presentò al suo amico. «Allie, lui è Liam Payne, il mio migliore amico»
«Liam Payne?» chiesi. «Sbaglio o ci conosciamo?»
Zayn sorrise. «Liam era un nostro compagno all'asilo»
«Allie Styles?» ripeté lui. «La sorella di Harry?»
«Oh, si. Ti ricordi di lui?» chiesi.
«Harry ed io siamo sempre stati amici, ma non lo vedo da anni»
«È qui in giro» dissi.
«Davvero? Allora vado a cercarlo» disse e prese la ragazza per mano. «Sophia, andiamo. Ci vediamo» mi salutò.
Rimanemmo soli un'altra volta e decidemmo di prendere un altro drink - anche se la testa aveva già iniziato a dare i numeri. Mi capitava di scoppiare a ridere senza un motivo e la cosa preoccupante era che lui mi veniva dietro.
Mentre sorseggiavo il terzo drink della serata - stavolta alla menta - rimasi a fissargli le labbra.
"Che cazzo stai facendo, Allie?!"
Beveva e poi si leccava le labbra, mentre io mi ritrovavo a mordere le mie.
Ad un tratto fece una smorfia. «Sento caldo» disse. Si sbottonò tre bottoni della camicia. «Vuoi ballare?»
Senza che me ne rendessi conto, mi ritrovai già in pista insieme a lui. Non ricordavo nemmeno come ci fossi finita.
Non facevo altro che sventolarmi con la mano. «Non sono tanto brava» ammisi, iniziando a ridere come se fossi isterica.
Zayn Malik affiancò le labbra al mio orecchio. «Prova a ballare come Sophia» mi disse indicandomi la ragazza del suo amico.
Guardai l'esempio che avrei dovuto seguire: teneva le mani sulla nuca del ragazzo e si strusciava contro il suo pacco.
«Sei sicuro?» chiesi, continuando a ridere.
«Beh, è così che si balla»
Senza pensarci troppo misi le braccia attorno al suo collo, facendo aderire il mio corpo al suo. Il suo profumo mi penetrò le narici: lo inspirai, gonfiandomi il petto e toccando il suo con il seno.
Mise le mani sui miei fianchi e iniziò a muoverli contro il suo corpo. Poi mi fece voltare, continuando a guidare i miei fianchi.
Con lo sguardo continuavo a seguire il mio esempio: anche la ragazza stava di spalle, si piegava e strofinava il sedere sul suo pacco. Lo feci anch'io, piegandomi leggermente sulle ginocchia e toccandolo con la schiena e con poi con le natiche, quando risalivo.
Vidi che Sophia si voltò e si appiccicò alla bocca di Liam. In un primo momento mi voltai anch'io ma quando mi ritrovai davanti alle labbra di Zayn fu come se mi fossi risvegliata.
"Che sto facendo?" Mi chiesi mentalmente.
Ma l'alcol ebbe la meglio quando le sue mani si spostarono sul mio sedere.
Una delle mie mani - che si trovavano sulla sua nuca - scivolò sul suo petto, dove la camicia lasciava scoperto.
Realizzai in pochi secondi di trovarmi a tre centimetri dalla sua bocca: quando fece un sorriso, sentii il suo fiato sulla pelle, sapeva di menta.
Man mano che la folla aumentava, sbattevamo a destra e a manca sulla gente. Fino a quando non mi spinsero, facendomi sbattere Zayn contro il muro. Toccai con le labbra il suo mento, pungendomi leggermente con la sua barba: era piacevole.
Ci scambiammo il posto, io finii con le spalle al muro. Mi sollevò un ginocchio all'altezza del suo fianco, poi fece scivolare la mano lungo la mia coscia fino a quando le punte delle sue dita entrarono sotto il mio vestitino.
Ad un certo punto mi ritrovai Gemma dietro Zayn. «Ehm, scusate» disse.
Zayn lasciò la mia gamba e si voltò. Io barcollavo e mi appoggiai al suo petto, lui mi tenne.
«Sono venuta a controllare la situazione» spiegò Gem. «vedo che mia sorella si sta divertendo.»
Ridacchiai. «Non dirlo ad Harry»
«No, tranquilla» rise lei. «Avete bevuto?»
«Forse un po'» disse Zayn, massaggiandosi una tempia.
Louis spuntò di punto in bianco accanto a Gemma. «Dai, andiamo a ballare»
«Si, si, un momento nano» gli rispose mia sorella, poi si rivolse a me. «Allie, sei da ricovero. Rischi di vomitare»
Scoppiai a ridere. «No»
«D'accordo» disse lei. «Hey, LouLou, portami in pista» disse a Louis, e insieme si allontanarono.
Nel frattempo io iniziavo a sentirmi male. «Non... Non sto tanto bene»
Zayn mi sorresse. «Ti accompagno a casa»
«Sei più ubriaco di me» dissi.
«Chiamiamo un taxi»
Uscimmo dal locale, io barcollavo ma Zayn si andava riprendendo. Evidentemente riusciva a gestire l'alcol meglio di me.
Credo di aver dormito per qualche minuto sulla sua spalla, fino a quando il taxi non arrivò.
Il ragazzo mi aiutò a salire e mi fece appoggiare anche stavolta sulla sua spalla. Il viaggio di ritorno non lo ricordo bene, dormii tutto il tempo.
Quando scendemmo dal taxi, vomitai accanto ad un lampione. Zayn si precipitò a tenermi i capelli. Vomitavo, vomitavo e vomitavo.
Nel frattempo un'auto passò di lì e sentii dei fischi e degli schiamazzi. Poi sentii che Zayn si spostava dietro il mio sedere.
Quando finii di vomitare, gli chiesi: «Che diavolo stai facendo?»
«Questo vestitino non è adatto per piegarsi» mi disse.
Mi sollevai e mi voltai. «O mio dio. Si è visto tanto?» chiesi, chiudendo gli occhi per cercare di mettere in ordine i pensieri nella mia mente.
«Io no ma l'auto che è passata poco fa mi sa che ha visto abbastanza»
«Merda» gemetti. «Mi sento uno schifo. Perché tu no?»
«Forse perché ho già bevuto diverse volte in vita mia, e poi devo ammettere che non mi sento proprio una meraviglia.» disse. «Vieni, ti accompagno di sopra»
Mi prese da dietro e entrammo in ascensore. Quando le porte si chiusero mi resi conto di essere dove non dovevo essere.
«No, l'ascensore no» dissi, stringendo gli occhi.
«Hai paura?»
«Si» ammisi.
«Non ti mangia mica»
«E se dovesse bloccarsi?»
«Chiameremmo gli addetti alla manutenzione premendo quel pulsantino rosso.» mi indicò una parete.
Quando le porte si aprirono mi precipitai fuori e per poco non caddi a terra. Lui mi afferrò al volo.
«Sta' attenta» mi disse.
Aprii la porta ed entrai nel mio appartamento, ma prima di chiudere mi voltai verso di lui. «Mi dispiace, ti ho rovinato la serata»
«Sta' tranquilla, abbiamo bevuto un po' entrambi.» disse. «E non hai rovinato niente, mi sono divertito»
Sorrisi. «Mi sono divertita anch'io» Mi scappò uno sbadiglio, poi mi portai la mano alla bocca e scoppiammo a ridere. «Scusa ma sto morendo di sonno»
«Allora vado» disse.
«No, puoi restare» dissi. «Si, insomma, se vuoi parlare un po' della serata»
«Oh, allora ti faccio i complimenti: hai imparato in fretta a ballare» sorrise.
«Oddio» risi, appoggiandomi alla porta. «credo che quello sia stata colpa dell'alcol.»
«Complimenti all'alcol, allora»
«Beh, complimenti anche a te, sei stato bravo» gli dissi. «Balli spesso così?» gli chiesi e me ne pentii subito. «Scusa, sono ancora un po' rincoglionita.»
«No, a dire il vero non mi capita quasi mai» rispose. «Non sono quel genere di ragazzo»
«Mi fa piacere, sai» ammisi. «Mio fratello non riuscirebbe a vivere senza ragazze»
«Davvero?»
Annuii. «Forse non avrei dovuto dirtelo»
«Ti capisco, le tue condizioni sono un po'...»
«Pessime?»
«Sei ubriaca, ti giustifico» disse. «E comunque a me ne basta una di ragazza»
Sorrisi. «Sei un bravo ragazzo, Zayn»
«Sei ubriaca, devo crederti o è una cazzata?» fece un sorriso.
«Devi credermi» dissi. «e devi credermi se ti dico che questa notte mi sono divertita tantissimo»
«Divertita tanto da rifarlo?»
Lo guardai negli occhi, poi ridacchiai. «Mi stai chiedendo di uscire?»
«Si, beh ecco, siamo stati bene all'asilo e stavo pensando che sarebbe bello stare un po' insieme per giocare con il pongo o con le costruzioni, come facevamo una volta»
Scoppiai a ridere. «Oh, certo che voglio giocare con il pongo di nuovo con te.»
«Perfetto» sorrise. «Allora lo comprerò di tutti i colori e farò una scorta di quelli blu, dato che sono i tuoi preferiti»
Schiusi la bocca, sorpresa. «Come hai fatto a ricordarlo?»
«Beh, sono rimasto traumatizzato da quella volta che te ne chiesi un pezzettino e mi svuotasti la bottiglietta d'acqua sulla testa»
Scoppiai a ridere. «O mio dio»
«Già» rise. «E poi per farmi perdonare ti diedi un bacio sotto il tavolo della mensa»
«Mi ricordo, come dimenticarlo» dissi.
Lui mi guardò e mi fece un sorriso.
Cercai di giustificare quella frase. «Voglio dire: è stato il mio primo bacio, è importante per una ragazza»
«Certo» rise. «comunque io vado a letto. Sarà meglio che io non dimentichi di comprare il pongo blu in quantità.»
«Altrimenti potrei buttarti l'acqua sulla testa» scherzai.
«E poi dovrei farmi perdonare» sorrise.
«Già e non credo che tu saresti felice di baciarmi sotto il tavolo»
«Il tavolo non è un problema» disse. «ma un semplice bacio...» si avvicinò a me. «non abbiamo più tre e cinque anni, adesso siamo adulti, Allie Styles.»
Mi si bloccò il respiro.
Sfiorò il mio naso con il suo. «Ti ho spaventata, Allie Styles?»
«Un po'» sussurrai.
«Bene» sussurrò. «allora ricordalo quando ti chiederò di prestarmi il pongo blu.»
Trattenni un sorriso mordendomi il labbro e lui mi lasciò un bacio sulla fronte.
«Buonanotte, Allison» sorrise e prima di chiudere la porta del suo appartamento aspettò che io rispondessi.
«Buonanotte, Zayn»

Appartamento 161.Where stories live. Discover now