Appartamento 161.

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Mamma mi scosse. «Amore, svegliati»
Mi muovevo sotto le lenzuola ma non appena ricordai che era arrivato il giorno di cambiare casa spalancai gli occhi e mi sollevai di scatto.
Abbracciai mamma e le diedi un bacio. «Ti voglio bene»
Mi strinse anche lei. «Su, preparati, dobbiamo andare.»

Quando fui pronta, mamma e io iniziammo a portare le mie valigie al piano di sotto. Mi sorprese il fatto che Gemma ed Harry non erano rimasti a dormire a casa.
Mi squillò il cellulare e non tardai a rispondere. «Papà!»
«Piccola mia! Come stai?»
«Io bene, tu piuttosto?»
«Eh, la febbre va passando, per fortuna.» mi spiegò. «Quindi oggi è il grande giorno, eh?»
«Si, mamma e io stiamo preparando tutto e poi andiamo.»
«Voglio venire a trovarti molto presto»
«Anch'io vorrei che tu venissi»
«Magari la prossima settimana posso venire a farti visita»
Sorrisi. «Sarebbe bellissimo»
«Ci sentiamo presto, piccola, mi manchi»
«Anche tu, ciao papà» riattaccai.
Quando mi voltai mamma stava portando le valigie in macchina e le diedi una mano.
"Davvero ho tutta questa roba?" Pensai.
Posai l'ultimo scatolone nel portabagagli e salii sul posto del passeggero. Aspettavo che mia madre chiudesse casa e nel frattempo entrai su Instagram: avevo la home piena di foto postate da ragazzi la sera prima, alcuni ballavano altri erano con le bottiglie di vodka in mano. Iniziavo a pensare di essere l'unica sfigata che sta sempre in casa ma mi consolai trovando una foto di mio fratello Harry con un peluche - postata a tradimento da Gemma. Decisi di dare un'occhiata al profilo di mia sorella: era davvero figo. L'unica cosa che avevo io di particolare nel mio profilo era il bordo bianco in tutte le foto, per creare un effetto particolare nel vederle insieme.
Quando mia madre salì in macchina, io stavo semplicemente scorrendo la tl di Twitter ma decisi di spegnere il telefono e di trascorrere con lei quegli ultimi momenti.
«Quindi si parte» disse mia madre, sforzando un sorriso. Sapevo che tutto questo lo faceva per me, per non farmi sentire in colpa.
«Già, ma se ti mancherà così tanto pulire i miei vestiti posso spedirteli» scherzai e riuscii a strapparle una risata.
«Mi bastano quelli di tuo fratello Harry» Già, dimenticavo: Harry spedisce i vestiti sporchi alla mamma per farglieli lavare.
Mise in moto e iniziò a guidare per le strade di Holmes Chapel. Quanto mi sarebbe mancato quel posto! Ci sono nata, quando ero piccola avevo lì tutti i miei amichetti.
«Sei nervosa?» mi chiese.
«Un po'» ammisi «forse eccitata, più che altro. Non so cosa sia»
Annuì. «E hai già conosciuto la tua coinquilina?»
«No, oggi la vedrò per la prima volta» spiegai.
«Speriamo che sia una ragazza ordinata e pulita»
«Oh, sicuro: non voglio ritrovarmi a pulire casa da sola come se fossi una madre di famiglia.»
Lei ridacchiò. «Beh, non sarebbe male dato che stai progettando di mettere su famiglia»
«Mamma, io non sto progettando nulla, ieri stavo solo facendo degli esempi.»
«D'accordo ma sarebbe un bene che tu iniziassi a responsabilizzarti»
«È quello che sto cercando di fare, ma meglio procedere piano piano» spiegai. «Potresti inviarmi un video tutorial di come si cucina l'insalata?»
Lei scoppiò a ridere. «O mio dio, la vedo brutta»
«Sul serio!» risi. «Una rubrica chiamata "In cucina con Anne"!»
«Comunque parliamo di cose serie: maniaca dei social, hai postato qualcosa su Twitter riguardo al tuo trasloco?»
Tragedia.
L'avevo dimenticato.
«Merda, no!» esclamai, cercando in fretta il mio cellulare. Scattai una foto alla strada di fronte a noi e twittai qualcosa riguardo al mio cambiamento. «Ecco fatto, così va meglio»

«Eccoci qui!» annunciò mia madre e a me vennero i brividi.
Era arrivato il momento.
Scendemmo dall'auto e ci recammo al banco informazioni nella hall del condominio.
Una signorina bionda - che poteva avere più o meno la mia età - ci accolse con un sorriso sul volto. Mi stava già antipatica.
«Buongiorno» ci disse. «Posso aiutarvi?»
«Si» disse mia madre. «mia figlia oggi dovrebbe traslocare, avevamo un appuntamento.»
«Nome?» mi chiese la signorina.
«Allison Styles.» dissi facendomi avanti.
«Oh, Styles, la stavamo aspettando» sorrise. Diede un'occhiata al computer e poi mi porse un mazzo di chiavi. «Ecco a lei, appartamento 161.»
Non appena ebbi tra le mani le chiavi della mia nuova casa, ebbi una strana sensazione, come se quello fosse l'inizio di una nuova vita. In effetti era proprio così: era il mio treno per viaggiare verso l'indipendenza, verso il mondo degli adulti, e io non vedevo l'ora di salire a bordo.
Ringraziai la signorina con un sorriso, non vedevo l'ora di andare in casa mia.
«L'appartamento si trova al quarto piano.» ci informò. «Buona giornata»
Mamma e io recuperammo le valigie dal portabagagli della sua auto e le caricammo in ascensore. Lei salì con le valigie mentre io preferii prendere le scale. Non avevo buoni rapporti con gli ascensori.
Arrivata al quarto piano, infilai la chiave nella serratura e aprii la porta. Rimasi a guardare l'appartamento dalla porta: mi ritrovai davanti un enorme soggiorno, dove da una parte vi si trovavano due divani e una TV mentre dall'altra la cucina e un tavolo da pranzo.
Corrugai la fronte. «Che ci fanno qui queste cose? L'appartamento dovrebbe essere vuoto»
«Beh, si da il caso che mamma e papà abbiano voluto farti una sorpresa» disse mia madre.
Mi voltai verso di lei e l'abbracciai, stringendola fortissimo. «Grazie, grazie, grazie»
«Di niente, amore mio, per te questo ed altro» mi sorrise. «adesso conviene sistemare tutta questa roba» disse indicando le valigie.
«D'accordo, si inizia!»
«Okay, buon lavoro, tesoro» disse prendendo la sua borsa e mettendosela sulla spalla.
«Cosa? Non mi aiuti?» chiesi delusa.
«Devo andare a lavorare, inoltre non avevi detto che dovevi iniziare a responsabilizzarti? Puoi iniziare adesso» disse. Mi diede un bacio sulla fronte «In bocca al lupo, poi chiamami» disse uscendo.
Guardai le 6 valigie che mi aspettavano e mi dissi di mantenere la calma. Per prima cosa le portai dentro e chiusi la porta a chiave. Una ad una le portai nella stanza da letto dove trovai due letti singoli messi nei due punti più distanti della stanza.
Svuotai la prima, sistemando con attenzione i vestiti nell'armadio; anche le altre due erano piene di vestiti e svuotai anche quelle. Un'altra era piena di libri che sistemai in alcuni scaffali accanto al letto che scelsi per me - quello più lontano dalla porta.
Una valigia era piena di biancheria intima che sistemai nei cassetti del comodino e nell'ultima c'era tutto quello che doveva andare in bagno - accappatoio, spazzolino, dentifricio, asciugacapelli e qualche altra cosina.
In un'ora e mezza, o forse di più, avevo finito di sistemare le mie cose. Dovevo solo sistemare qualche foto in soggiorno.
Nel frattempo chiamai mia sorella e le raccontai di quella mattinata.
«Hai traslocato? Finalmente! Quando potrò venire a trovarti?» mi chiese entusiasta Gemma.
«Non lo so» ammisi. «ho ancora un po' di cose da sistemare, inoltre non è ancora arrivata la mia coinquilina.»
Suonarono al campanello.
«Devo andare, mi sa che è arrivata» riattaccai e andai ad aprire la porta.
"Mi sono sbagliata, non è lei"
«Salve, posso aiutarla?» chiesi al ragazzo di fronte a me.
«Oh, mi scusi, cercavo l'appartamento 161, ma mi sono sbagliato.» fece un cenno di saluto e fece per andarsene ma io lo fermai.
«Questo è l'appartamento 161.» spiegai.
«Oh» sembrò sorpreso. «e lei vive qui?»
«Mi sono appena trasferita» lo informai. Poi corrugai la fronte. «Ma lei chi è?»
Mi porse la mano. «Zayn Malik, il suo nuovo coinquilino.»

Appartamento 161.Where stories live. Discover now