Fratelli Styles.

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Mia madre si sedette sul letto, mentre io preparavo le valigie. Notavo che era un po' giù in quel periodo ma non avevo mai preso l'argomento perché sapevo che il suo malumore era dovuto al mio trasferimento e perché sapevo che piangendo davanti a me mi avrebbe fatto sentire in colpa.
Adesso però stavo per andarmene quindi dovevo scambiare qualche parola con lei.
«Non fare così, ti prego» sussurrai.
Lei mi guardò con quello sguardo triste. «Beh, sicuramente non posso dire di essere felice che tu te ne vada.»
«Prima o poi questo momento sarebbe arrivato. Ho già 20 anni, è giusto che inizi a responsabilizzarmi.»
Scuoteva la testa. «Proprio perché hai 20 anni mi sembri troppo piccola per gestire una casa da sola»
«È diverso mamma. Quello è solo un piccolo appartamento che condividerò con una ragazza, potremo farci una mano a vicenda.» spiegai. «Inoltre ti ricordo che tu alla mia età ti stavi già preparando per il matrimonio, e a 22 hai avuto Gemma!»
«Erano altri tempi, Allie!» mi ricordò come al solito.
«Comunque sia, Harry e Gemma sono andati via di casa alla mia età, perché io non dovrei farlo?»
Le scivolò una lacrima. «Perché tu sei la piccola di casa, Allison.»
Ecco qual era il problema: io ero la più piccola.
Mi sedetti accanto a lei e l'abbracciai. «Sarò sempre la piccola di casa, mamma. Inoltre Harry e Gemma abitano vicino al mio palazzo, si prenderanno loro cura di me.» mentii. Non dovevano azzardarsi a trattarmi come una bambina, volevo essere indipendente.
«D'accordo» disse. «Ma sii prudente.»
«Sta' tranquilla, so badare a me stessa» la rassicurai.
Di scatto si alzò in piedi. «Adesso, c'è una sorpresa per te!»
Adoro le sorprese! «Cioè?» scattai in piedi anch'io.
Suonarono al campanello.
Mamma sorrise. «È meglio che tu vada ad aprire»
E la sorpresa? Uff. «D'accordo» dissi e scesi le scale.
Continuavano a suonare.
«Un minuto! Un minuto! Sto arrivando!» urlai agli ospiti dietro la porta.
Quando aprii, ritrovai i miei fratelli davanti a me. Lanciai un urlo e mi gettai tra le loro braccia.
«Che ci fate voi qui?» esclamai felice di averli di nuovo con me.
«Abbiamo saputo che anche la nostra sorellina va via di casa e pensavamo che fosse ora di festeggiare!» mi strinse Gemma.
«Nah, non è vero» ammise Harry. «Mamma ci ha semplicemente chiesto di venire»
Gem lo guardò male e gli diede un pugno sulla spalla.
«Ahi! Che c'è?» si lamentò.
Gemma era la nostra grande sorellona di 25 anni: era sempre così solare e non faceva altro che cambiare il colore dei suoi capelli; è sempre stata la migliore amica che potessi avere. Harry invece era il maschietto di casa ventunenne: con i suoi capelli ricci, le fossette e quegli occhi verdi faceva cadere ai suoi piedi qualunque ragazza incontrasse; gli piaceva farsi vedere strafottente ma in realtà era solo un bambino che giocava con i peluche e che si faceva coccolare.
«Viva la sincerità, vero Harry?» risi.
«Ha detto che mi avrebbe dato dei soldi.» Lui fece un sorriso e spalancò le braccia. «Abbracciami, su!»
Non persi tempo e corsi tra le sue braccia e lo strinsi più forte che potevo. Quanto mi erano mancati, tutti e due!
«Robin non c'è?» Gem mi chiese del nuovo marito di mamma.
«No, è fuori città per lavoro» spiegai.
«E papà?» fece Harry.
«Non penso che verrà, fino a ieri aveva la febbre»
«Allora saremo solo noi quattro!» sorrise il riccio.
Mio fratello è un gran figo, e quando sorride poi... Ha delle fossette adorabili!
«Harry, come va con la fidanzatina?» chiesi al mio fratellone.
«Ssh! Non farti sentire da mamma!» mi rimproverò.
«Troppo tardi!» urlò lei dal piano di sopra.
Gemma e io scoppiammo a ridere.
«Dovresti sapere che nostro fratello non è il tipo da storie serie» mi sussurrò mia sorella.
«Fai schifo, Harry» lo accusai.
Lui rispose con una semplice risatina. «Ops»
«"Ops"?» ripeté Gem incazzata. «Beh, allora dato che è "Ops" perché non fai conoscere ad Allie i tuoi amici?»
Lui subito drizzò le orecchie. «Non se ne parla!»
Alzai un sopracciglio. «E perché?»
«Perché... Perché sono i miei amici, nient'altro»
«O perché hai paura che uno di loro si possa scopare tua sorella come fai tu con le tue amichette?»
Lui la guardò truce. «Sta' zitta, Gem»
O mio Dio.
«Okay, basta litigare, non mi faccio scopare da nessuno e vi voglio bene» li fermai. Gemma scoppiò a ridere mentre Harry si tratteneva.
«Ragazzi! Sedetevi, inizio a cucinare» disse mamma andando in cucina.
I miei fratelli ed io ci buttammo sul divano.
«Che mi racconti?» chiesi a mia sorella.
«Niente di che: lavoro, casa...»
Annuii e mi rivolsi a mio fratello. «E tu?»
Fece spallucce. «Niente di che: lavoro, casa...»
Mia sorella aggiunse: «...ragazze, letto, sesso...»
Lui la guardò malissimo e le lanciò un cuscino in faccia. «Sta' zitta!» sussurrò.
«Che c'è? Perché non lo racconti alla tua sorellina?» disse restituendogli il cuscino sul naso.
«Basta adesso!» li fermai. «Possibile che devo sempre farvi da mamma?»
«Prenditela con lei, è colpa sua» disse Harry alzandosi. «Vado a pisciare» annunciò allontanandosi.
Gem gli fece la linguaccia alle sue spalle e poi si rivolse a me. «A te come va?»
«Bene»
«Con quel ragazzo?»
«Chi? Il vicino?» Ridacchiai. «Le uniche volte in cui ci siamo rivolti la parola sono state per chiederci il sale o al massimo il pane»
Sbuffò. «Quando potrò avere la soddisfazione di avere un cognato in vita mia?»
«L'hai già avuto, in vita tua
«Avevi 3 anni!» si lamentò. «Tutto quello che facevate era darvi baci sulla guancia e camminare per mano»
«Avevamo 3 e 5 anni! Cosa avremmo dovuto fare?!» le ricordai. «E poi un bacio in bocca me l'aveva dato»
«Però eravate teneri. Come si chiamava? Ben? Zen? Zian?»
«Zayn» la corressi.
«Ah, si! Che bravo bambino. Era molto innamorato di te, ti guardava con gli occhi a cuoricino. Ti ha regalato quello» disse indicando il mio polso.
Guardai il mio braccialetto. «Questo? Davvero? Ero convinta che me lo avesse regalato papà» ammisi.
«No, è stato lui. E tu ne hai regalato uno a lui uguale al tuo.»
«Non lo ricordavo»
«Eravate sempre insieme» mi disse. «Vi shippavo troppo»
Mi misi a ridere e in quel momento arrivò Harry. «Shippare con chi?»
Alzai gli occhi al cielo. «Con nessuno, Harry.»
«Meno male» si sedette sul divano, buttandosi a peso morto.
«Pff, ma sta' zitto» gli risposi, dandogli una spinta sulla spalla.
Lui si voltò, come per rivolgersi a mia madre. «Queste due mi maltrattano!»
Gemma e io scoppiammo a ridere. «Povero bimbo!»
«Non litigate!» urlò mia madre dalla cucina.
«Comunque, dove andrai a vivere?» mi chiese mia sorella.
«Ho trovato un condominio dove abitano molti ragazzi della mia età. Sto affittando un appartamento con una ragazza, in modo da dividere le spese, non l'ho ancora conosciuta ma mamma mi ha detto che è una tua amica.»
«Ah, si. Alla fine avete scelto quello? Non lo sapevo»
«Si, domani dovrei traslocare.» la informai.
«Sei felice?»
«Si, anche se sono un po'... Non so, ho già un po' di nostalgia»
Mi sorrise. «Ti capisco. Ma sta' tranquilla, passerà»
«Lo spero» feci un sorriso.
Mamma tornò in soggiorno con la cena in mano e ci invitò a sederci a tavola.
«Sono felice di avervi di nuovo tutti e tre insieme, seduti a questa tavola.» si asciugò una lacrima. «Promettetemi che verrete a trovarmi»
Gemma le prese una mano. «Sta' tranquilla, passeremo qui tutte le domeniche.»
Harry la guardò male e mamma lo notò. «Capisco che a voi ragazzi darebbe fastidio venire a trovare vostra madre»
«Lascia perdere, Harry è un coglione» le rispose.
Invece di rimproverarla per la parolaccia mamma rise e noi insieme a lei.
«Io voglio bene a mamma ma... Sai com'è, l'hai detto anche tu stessa, sono un ragazzo...»
«Un ragazzo che verrà a trovare mamma ogni domenica insieme alle sue sorelle» finì la frase Gemma.
Sospirò. «D'accordo» Poi fece un sorriso. Harry adorava la mamma, l'ha sempre fatto, semplicemente gli piaceva fare il duro.
Mamma aprì una bottiglia di spumante e riempì i nostri bicchieri, poi sollevò il suo. «Voglio fare un brindisi» disse. «alla piccola Styles che va via di casa.» Poi si rivolse a me. «Amore mio, ti auguro tutto il bene del mondo. Mi mancherà tantissimo averti tra i piedi, dover prepararti da mangiare... E anche dover raccogliere i tuoi calzini sporchi in giro per casa!» ridemmo. «Mi mancherai da morire»
Feci un sorriso, con le lacrime agli occhi. «Mi mancherai anche tu, mamma»

Appartamento 161.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora