Mi dirigo verso l'entrata di quel posto convinta a comprarmi qualche schifezza da mangiare sulle panchine del parco comunale. Magari per staccare un po' la testa da tutti i miei problemi e concentrarmi sul sapore del cibo spazzatura.

Sbuffo ed entro nel negozietto.
All'aprirsi della porta il campanello appeso allo stipite inizia a suonare debolmente annunciando la mia comparsa. Il vecchio signore alla cassa si gira a guardarmi e sorridendomi dolcemente mi da il buongiorno.
Sorrido debolmente e mi immergo in quelle corsie.

Ero l'unico essere vivente presente in quel posto, oltre al vecchio ovviamente.

Arrivo allo scaffale delle patatine e lo osservo con gli occhi sgranati. Avrei il coraggio di afferrarle tutte e mettermi a mangiarle qui, in questo istante, sul pavimento del supermarket.
Afferro tre pacchetti, quelli dei miei gusti preferiti: pomodoro, paprica e classiche.

Sorrido e le stringo forte al mio petto, come per evitare che qualcuno potesse portarmele via.

Mi allontano da quello scaffale e arrivo a quello dei dolci. Le mie pupille si allargano ancora di più, se possibile.
Piena di lussuria nei confronti di quelle prelibatezze afferro voracemente un pacchetto di M&M's blu e gli orsetti gommosi dell'Haribo.

Soddisfatta delle mie scelte mi avvio verso la cassa per pagare e spendere l'intera paghetta del mese (ovvero dieci miseri dollari che avevo vinto ad una scommessa con mio padre), ma mi fermo improvvisamente sussultando quando sbatto contro la schiena muscolosa di qualcuno.
Ero talmente tanto impegnata a guardare il mio cibo spazzatura che non mi ero accorta di avere qualcuno davanti.

La persona contro cui ero andata a sbattere si gira, rivelandosi un ragazzo incappucciato, con gli occhiali da sole e una bandana nera a coprirgli dal naso in giù.
Sussulta alla mia vista, come fa qualcuno quando riconosce una persona, ma non ci presto molto caso.

Mi allontano leggermente mentre lui si porta l'indice alle labbra facendomi segno di stare zitta.
Si toglie gli occhiali da sole e si abbassa la bandana, sorridendomi. Alla vista di quegli occhi così chiari e di quelle labbra così piene mi rendo conto di conoscerlo. Strabuzzo gli occhi e divento paonazza, è il ragazzo che era in casa mia quella notte.

Faccio un cenno col capo per assicurarlo che non avrei parlato e lui, prontamente, indossa nuovamente il suo travestimento.

Si avvicina alla cassa e, prendendo il vecchietto di prima dal dietro, gli punta un coltellino svizzero alla gola.

"Dammi tutti i soldi che hai nella cassa o ti sgozzo." la sua voce è alterata dalla bandana. Sussulto a quelle parole, non mi era sembrato così cattivo la sera prima.

Il vecchio trema spaventato e mi sento che presto potrebbe avere un infarto. Apre la cassa inserendo un codice e tira fuori tutti i soldi, mettendoli in un sacchetto della spesa e consegnandoli poi al suo aggressore. Durante tutta quella scena ero rimasta nascosta dietro alla corsia ad osservare.

Stranamente non avevo paura, ero solo curiosa. Curiosa di quel ragazzo.

"Bravo vecchio." dice fiero il ragazzo prima di allontanarsi dall'uomo ed avvicinarsi all'uscita, sempre tenendo il coltellino svizzero puntato contro al cassiere.
"Fai un passo falso e te lo lancio in fronte." dice tranquillamente, come se fosse una cosa normalissima.

Esce dalla porta e, in quel momento, in testa mi balena l'idea più assurda di sempre.

Corro verso l'uscita con ancora tutte le mie schifezze in mano e lo cerco con lo sguardo.
Appena lo vedo di spalle che cerca di andarsene lo afferro per il braccio, sempre attenta a non far cadere il mio prezioso cibo spazzatura dalle braccia.

Si gira confuso e mi accorgo che si è tolto gli occhiali da sole e la bandana, abbassandosi il cappuccio.
Mi guarda in cerca di una spiegazione per quel mio gesto e io mi limito semplicemente a ripetergli ciò che gli avevo detto la sera prima "Portami con te!".

Ride come la volta precedente, scambiando la mia supplichevole richiesta per una barzelletta. Mi guarda aspettandosi che anche io mi metta a ridere, ma appena si accorge che sono rimasta seria e composta si ferma.

"Tu sei pazza ragazzina, levati di torno." mi parla con tono scioccato.

"Portami con te o io, io..." cerco qualcosa di intelligente da dire.

"O tu cosa, vai a piangere dalla mamma?" ridacchia. Oh, questo non avrebbe dovuto dirlo.

Lo guardo con disprezzo e ringhio "O chiamo la polizia e gli dico dei nostri due incontri.".

Ride.
"E come fai a pensare che possano trovarmi, non hanno nemmeno una prova che io esista sul serio!" è così ingenuo, ma io ho pensato a tutto.

Lo vedo stordirsi di colpo non appena un flash lo colpisce in pieno volto.
Non fa in tempo a capire quello che sta succedendo che compongo il numero della polizia e porto il telefono all'orecchio.

"Salve, vorrei denunciare un furto con effrazione e un sequestro di persona, ho la foto del malintenzionato." a quelle parole il ragazzo realizza cosa sta succedendo e diventa pallido.

"Metti giù quel telefono!" grida disperatamente. Ghigno silenziosamente.

"Sì, posso venire anche ora in centrale." sorrido al poliziotto che però non può vedermi dal telefono.

Sento il biondino di fronte a me ringhiare rumorosamente prima di guardarmi con rabbia e dire "Ti porterò con me, ma tu metti giù quel telefono!" esclama.

Sorrido e metto giù la chiamata, non prestando attenzione al poliziotto che mi stava dando l'indirizzo della centrale in cui sarei dovuta andare a far denuncia.

Sono davvero furba.

Stringo il mio cibo soddisfatta e mi affretto a seguire il ragazzo che ha iniziato a camminare velocemente via da quel posto.

Lo affianco e gli sorrido. Mi guarda in malo modo prima di borbottare "E così mi tocca ridurmi a fare da babysitter, ridicolo.".

Ridacchio e continuo a seguirlo in silenzio, aprendo un pacchetto di patatine ed iniziando a sgranocchiarle.

Ad un certo punto sento qualcuno affondare la mano nel mio prezioso pacchetto ed alzo lo sguardo.
Il ragazzo sta cercando di mangiare le mie patatine!

Lo guardo male e lui, accorgendosi del mio sguardo omicida, fa semplicemente spallucce prima di dire "Questo è il minimo che tu possa fare per ringraziarmi.".

Stetti in silenzio, dopotutto aveva ragione.

[N/A]
Ok, questo capitolo è stato un parto con tanto di cesareo.
Ci ho messo un sacco per scriverlo ed oltretutto è uscito una merda, ma spero che almeno a voi piaccia!

Fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre.
Aspetto i vostri commenti!

Alla prossima, love ya
Andrea x

P.S: passate dalla mia nuova storia "How To Kill a Vampire", è su Justin versione vampiro.
Eccovi la trama: "Esistevano tre diversi modi per uccidere un vampiro, dovevo solo trovare quello giusto per lui.".
Spero possa piacervi! Fatemi sapere che ne pensate (:

ThiefWhere stories live. Discover now