Alexithymia*

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12 dicembre 1845

Harry

Non mi ero mai considerato una persona che si lamenta della propria vita. Insomma, sarei stato un vero ipocrita a farlo dato che, per avere dodici anni, non me la passavo affatto male; La mia famiglia era considerata una delle più prestigiose e ricche di Londra che a quei tempi, era particolarmente in crisi.

Avevo sentito dire che addirittura dei ragazzi della mia età erano costretti a lavorare in fabbriche e posti simili, a differenza mia alla quale la cosa più difficile che poteva capitarmi di fare era probabilmente leggere un libro di storia.

Io e la mia famiglia passavamo da una festa all'altra, che fosse per un compleanno o quant' altro ai miei non poteva importare meno, 'bisogna necessariamente partecipare a ogni evento sociale possibile, altrimenti ci rovineremo la reputazione' era la risposta di mia madre a ogni domanda sull'argomento, alla quale, data la mia giovane età, non avrei potuto di certo controbattere.

Così come la maggior parte delle sere mi ero ritrovato impeccabilmente vestito nel mio completo blu scuro pronto per un'altra serata di 'le presento mia figlia Gemma, e suo fratello Harry' di mio padre che si sarebbe ripetuto per almeno una trentina di minuti fino a che non fossero finito gli invitati, o fino a che io non me la fossi svignata.

La residenza dell' organizzatore cambiava quasi ogni volta e io ne approfittavo per vagare a vuoto nella villa di turno alla ricerca di qualcosa. Non sapevo esattamente cosa mi spingesse a farlo, sentivo che dovevo farlo. Perché per quanto la mia vita fosse l'utopia dell'epoca, io non la consideravo tale; mancava quella scintilla, quell'adrenalina di cui leggevo tanto nei libri, volevo provare anche io quella sensazione e non mi sarei arreso finché non ci fossi riuscito, chissà forse sarei riuscito a trovarla anche lì, in quei corridoi bui nella quale mi stavo avventurando quella fatidica sera.

Ero arrivato al primo piano di casa Dilke e tutto quello che c'era in quel posto era l'oscurità più totale, o almeno pensavo ci fosse solo quella finché non svoltai l'angolo e scorsi una porta socchiusa sul lato destro del corridoio dalla quale fuoriusciva una fievole luce che mi attirò a sé come una lucciola, così mi accostai alla porta e sbirciai all'interno della stanza. Purtroppo la visuale da quella posizione mi consentiva di vederne solo una parte, di conseguenza decisi di entrare, se solo non fossi stato così impacciato! Infatti nel tentativo di richiudere la porta urtai al suo stipite e nemmeno tre secondi dopo mi ritrovai con le spalle appiccicate all'uscio, a cinque centimetri buoni da terra e con un paio di occhi color ghiaccio fissi nei miei.

Il ragazzo che mi si era parato davanti era più alto di me e per questo motivo riusciva a tenere facilmente i miei piedi lontani dal pavimento, avevo distolto lo sguardo dai suoi occhi per fare questa breve considerazione quando lui parlò:

"Cosa ci fai qui? Hai avvisato qualcuno?"

La sua voce era parecchio acuta per un maschio e anche se il suo tono era fermo e deciso potevo capire dai suoi occhi che era molto agitato. Al contrario di lui, io non lo ero affatto anzi, era eccitazione quella che sentivo, mi stava accadendo qualcosa che andava al di fuori della mia normale routine, e ne ero entusiasta al punto che mi scappò un sorriso che, ovviamente, il ragazzo notò:

"Cos'hai da ridere?" mi chiese visibilmente sconvolto ma allo stesso tempo irritato. "No è che" iniziai guardandolo in viso "io non so nemmeno che stavi facendo qui, sono entrato per caso e non ho la minima intenzione di metterti i bastoni tra le ruote qualunque cosa tu stia facendo"

Lui a quelle parole assottigliò lo sguardo e mi fissò per qualche secondo dall'alto in basso prima di mollare la presa sul mio colletto per poi darmi le spalle e camminare verso un tavolino sulla quale era poggiato uno scrigno con tanto di lucchetto. "Se proprio non puoi fare a meno di curiosare qui, almeno avvisami se arriva qualcuno." disse il, a quanto pare, ladro voltandosi verso di me e tornando in seguito a scassinare la serratura.

Dearly Night (Larry/Ziam)Where stories live. Discover now