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Accurate pic of me above!

Capitolo molto forte, mi spiace. Ma presto migliorerà, prometto :)
Ne approfitto per chiedervi scusa della mia prolungata assenza, ma come dicevo nel post sul profilo, è un periodaccio, pieno zeppo di impegni e mille problemi...
Anyways, spero davvero di riuscire ad aggiornare anche DD, nonostante il blocco dello scrittore che mi ha preso in questi ultimi giorni e non sembra volersene andare...c'est la vie!
Un abbraccio, bellezze!

Gli occhi di Harry si bagnarono di lacrime ancora una volta quando si sedette nella sala d'attesa del pronto soccorso dell'ospedale di Holmes Chapel. La sua mente era vuota, avvolta da una coltre di fumo.
Avrebbe dovuto dire a Louis perché si trovavano lì, ma se l'avesse fatto, Louis l'avrebbe lasciato. Se ne sarebbe andato se avesse scoperto come Harry aveva spezzato per sempre i sogni e le speranze della propria madre; se ne sarebbe andato se avesse saputo che un suo errore aveva causato tutto questo.
Louis se ne stava in rigoroso silenzio, una mano sul ginocchio del suo ragazzo, accarezzandolo dolcemente mentre quello tremava di paura e di dolore. Si addormentò per un attimo, ma i rumori dell'ospedale lo risvegliarono subito dopo, così ricominciò ad accarezzare la gamba di Harry come se nulla fosse.
Gemma era andata dalla madre, proibendo ad Harry di seguirla almeno fino a quando non si fosse calmato. Voleva evitare ad ogni costo che il fratello avesse un attacco di panico nel vederla.
Quando tornò da loro, aveva i capelli raccolti in una coda disordinata e il suo viso di solito così bello e fresco, era ora stanco e provato.
"Ed sta venendo qui," disse, inginocchiandosi di fronte al fratello.
"Mi odia," sussurrò Harry, la voce tremante e la gola secca.
"Non ti odia, e lo sai. Non è stata colpa tua," mormorò Gemma offrendogli un amaro sorriso.
Louis si imbronciò. Chi era Ed?
"Ed è, ehm...tuo fratello?" Chiese titubante, non volendo sembrare troppo ficcanaso.
Gemma sembrò sorpresa da quella domanda.
"Non gli hai parlato di Ed? Ma almeno sa perché siamo qui?" Chiese rivolta al fratello, stringendo gli occhi in due fessure.
"Mi odierà anche lui," rispose soltanto Harry evitando gli sguardi di tutti.
Quella risposta costrinse la mente di Louis a girare vorticosamente. Come poteva dire una cosa del genere? Se Harry gli avesse permesso di conoscere meglio il suo passato, l'avrebbe amato ancora di più. Okay, forse era ancora troppo presto per parlare d'amore, ma non aveva idea di come chiamare quella sensazione bellissima che gli attorcigliava lo stomaco ogni volta che era al fianco di Harry.
"Non ti odierei mai, Harry! Puoi dirmi-"
"Ed è...era il mio migliore amico. Lui, Liam ed io eravamo molto uniti. Ma...ma poi ho fatto una cosa orribile a sua sorella, e-e..."
"Harry, basta! Non è colpa tua se è morta!" Lo interruppe Gemma.
"E' morta? Chi è morto?" Esclamò Louis terrorizzato.
Harry sembrava sul punto di esplodere. Respirava a fatica, prendendo profondo sospiri come stesse annaspando.
"Non volevo, non volevo, giuro, non volevo..." Mormorò, prendendosi la testa fra le mani.
Louis lo guardò sconvolto. Cos'era successo al suo Harry?
Gemma dal canto suo sembrava piuttosto calma. Afferrò i polsi di Harry e lo costrinse a guardarla negli occhi.
"Harry Edward, adesso mi ascolti. Stai facendo una scenata che non ho più intenzione di sopportare. Adesso ti calmi, ti alzi, e vai a far visita alla mamma. Le dici che le vuoi bene, e farai lo stesso con Ed quando arriverà qui, perché te ne vuole anche lui. È ancora il tuo migliore amico, Harry, e gli manchi tanto."
Quel discorso apparentemente duro di Gemma parve davvero rilassare Harry. Louis decise di prendergli una mano e intrecciare le dita alle sue, almeno per fargli sapere che anche lui gli era accanto.
"Ti voglio bene," sussurrò Gemma sorridendo al proprio fratello.
"Anche io, Gem."
"Allora, andiamo da mamma?"
"Andiamo."
Tutti e tre raggiunsero l'ascensore e Gemma premette il pulsante che li condusse al sesto piano. Harry era claustrofobico, ed odiava gli ascensori con tutto se stesso, ma del resto respirava talmente a fatica che sarebbe collassato prima di riuscire fare sei piani di scale a piedi.
"Vuoi darmi la mano?" Chiese la ragazza offrendola al fratello.
Harry fece no con la testa e strinse più forte quella di Louis già intrecciata alla propria. Gemma non si offese, ma anzi ne fu quasi contenta. Contenta che Harry avesse trovato un porto sicuro nel quale rifugiarsi a parte lei e Liam.
Quando finalmente raggiunsero il piano, Gemma li guidò verso la stanza di Anne.

La donna sembrava ormai solo un corpo freddo.
Louis la osservava, distesa sul letto, attaccata a quei tubi che le spuntavano dalla bocca, dal naso e dalla braccia e si collegavano ai macchinari che la tenevano in vita.
"Ciao, mamma," bisbigliò Harry, lasciando la mano di Louis ed avvicinandosi al letto con occhi gonfi di lacrime.
"Lei è nostra madre, Anne," spiegò Gemma a Louis.
Prendendo un respiro profondo, il ragazzo chiese, "non è morta, vero?"
"No, ma è in coma."
"Cosa è successo?"
"Un incidente d'auto. Ha subito danni cerebrali irreversibili. Per rimanere in vita devono tenerla attaccata a queste macchine. Ti ho chiesto di venire qui perché dobbiamo prendere una decisione. Se...se tenerla in vita."
"Non c'è altra soluzione?" Domandò Louis a mezza voce.
"Potrebbe anche uscire dal coma, ma i danni al cervello sono troppo gravi. Non vivrebbe comunque," disse Gemma in un sussurro. "Il motivo per cui non l'ho ancora fatta staccare dal respiratore..."
"Sono io il motivo," intervenne Harry senza staccare gli occhi dal corpo della madre. "Ho sperato, ho sperato...ma non c'è più niente da fare. Esattamente come Emma."
Gemma sospirò senza aggiungere altro e abbassò lo sguardo.
D'un tratto la porta della stanza si aprì ed entrò un ragazzo dai capelli rossi, gli occhi azzurro-verdi e liquidi di lacrime come quelli di Harry. Indossava gli stessi stivaletti usurati del riccio, e proprio come lui, i suoi capelli sembravano indomabili.
"Gems," salutò con voce spezzata. La ragazza lo abbracciò, mormorando il nome di Ed.
Lui ed Harry si guardarono per quelle che sembrarono ore, prima di abbracciarsi a loro volta e piangere l'uno sulle spalle dell'altro.
Louis non aveva mai sentito il proprio cuore rompersi in mille pezzi fino a quel giorno.

Harry e Louis erano rimasti gli unici nella stanza d'ospedale. Gemma era andata a casa a prender alcuni vestiti di ricambio per il fratello, mentre Ed era uscito per comprare da mangiare.
Non gli aveva ancora parlato, vista la situazione, ma Harry sapeva che presto o tardi avrebbe dovuto spiegare ad Ed perché l'avesse ignorato negli ultimi due anni. Emma era la sorella gemella di Ed. Harry avrebbe dovuto essere lì per lui quando era morta.
A Louis il ragazzo dai capelli rossi piaceva già. Era rimasto sorpreso nello scoprire che fosse il ragazzo di Harry e non semplicemente un amico, ma dopo lo stupore iniziale, era sembrato veramente felice per entrambi.

Avevano dato il permesso soltanto a due persone di passare la notte in ospedale. Quella sera sarebbe toccato a Louis ed Harry. Il giorno seguente sarebbero arrivati anche Liam e Niall, ed insieme ad Ed, avrebbero dormito tutti quanti nella vecchia casa di Harry, mentre Gemma sarebbe stata con la madre.
Al momento, Louis stava lentamente scivolando verso il sonno, ma Harry non voleva che si addormentasse senza prima aver mangiato qualcosa. Si abbassò sulla poltrona quel tanto che bastava per guardarlo in viso e mormorò, "rimani sveglio ancora un po'? Così mangiamo qualcosa."
Louis si morse nervosamente il labbro inferiore. "In realtà vorrei che mi raccontassi davvero cos'è successo."
Harry sospirò. Sapeva che avrebbe dovuto farlo, ma non era ancora pronto.
"Lou, te lo giuro, presto ti racconterò ogni cosa. Puoi aspettare ancora un giorno o due, principessa? Vorrei riuscire a calmarmi un po' prima. È una storia complicata e vorrei riuscire a rilassarmi prima di dirti tutto. Lascia che mi abitui ad essere di nuovo vicino a mia madre prima che...prima che le stacchino il respiratore."
Louis sapeva benissimo che se avesse insistito abbastanza, Harry avrebbe ceduto. Ma lo rispettava troppo per fare una cosa simile. Avrebbe aspettato.
"Certo che posso aspettare. Ma tra un paio di giorni mi racconterai tutta la storia, Styles."
"Certo, Tomlinson. Presto saprai tutto."

Cockblocks and Controllers - A Larry AU FanFiction - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora